Helicobacter pylori: sintomi, diagnosi e trattamento
L'Helicobacter pylori è un [ batterio che colpisce il 50% della popolazione mondiale. Tale infezione è la più frequente al mondo dopo la carie dentale.
Definizione
L’infezione dovuta all’Helicobacter pylori è una delle più frequenti nell’uomo (dopo la carie). Questo batterio presenta la forma di una spirale e vive esclusivamente nell’uomo, a livello dello stomaco, poiché sopravvive in un ambiente molto acido.
Il tasso di infezione da Helicobacter pylori non risulta lo stesso in adulti e bambini. È stato rilevato che l’infezione colpisce dal 5 al 10% dei bambini a seconda dell’età (è raro che un bambino al di sotto dei 4 anni venga colpito). La percentuale di adulti colpiti si aggira tra il 20 e il 50%. In generale questo batterio colpisce il 50% della popolazione mondiale, anche se la maggior parte delle persone colpito non presenta alcun sintomo.
Infezione
L’infezione da Helicobacter pylori colpisce generalmente durante l’infanzia anche se, nella maggior parte dei casi, passa inosservato poiché non manifesta una sintomatologia esplicita. L’80% della popolazione dei paesi in via di sviluppo è colpita prima dei 20 anni, a causa delle condizioni socio-economiche all’origine di una mancanza di igiene, e di una maggiore promiscuità. Nei paesi definiti sviluppati il 20% della popolazione ne è vittima.
Sintomi
Le manifestazioni principali provocate da questo batterio sono gastrite e/o ulcere. Il batterio può portare un gastrite cronica (infiammazione cronica dello stomaco) che persiste tutta la vita se l’infezione non viene trattata. Nella maggior parte dei casi, l’infiammazione è silenziosa e non provoca nessun sintomo. A livello dello stomaco, l’Helicobacter pylori è responsabile di 7 ulcere su 10, mentre invece 9 ulcere duodenali su 10 sono dovute all’ Helicobacter pylori.
Diagnosi
La presenza di questo batterio è la causa più frequente di ulcere gastriche. Per effettuare una diagnosi si impiegano diversi metodi: diretti o indiretti.
Metodi diretti
I metodi diretti sono messi in pratica dopo la biopsia. L’esame istologico che segue, infatti, permette di visualizzare il batterio Helicobacter pylori. Anche il test rapido dell’ureasi permette di visualizzare la trasformazione dell’urea in ammoniaca e CO2 attraverso l’ureasi prodotta dal batterio, e la coltura permette di effettua l’antibiogramma.
Metodi indiretti
I metodi indiretti sono quelli effettuati più spesso per verificare l’efficacia del trattamento delle ulcere circa 4 settimane dopo la messa in pratica farmacologia. Questi metodi sono: la sierologia dell’Helicobacter pylori (ricerca di anticorpi) nelle analisi del sangue, un test respiratorio dell’urea o la ricerca dell’antigene batterico nelle feci con l’ausilio di test immunoenzimatici.
Test di depistaggio
Attualmente non esiste depistaggio organizzato dell’infezione dovuta all’Helicobacter pylori, ma la diagnosi e il trattamento di questo batterio sono raccomandate in casi di dispepsia, ulcera o recidiva di ulcera gastrica o duodenale con o senza complicazioni, gastrite atrofica, paziente che ha subito un intervento di ablazione gastrica a causa di un cancro, soggetti che necessitano di un trattamento FANS singolo o associato ad inibitori della pompa protonica.
Trattamento
La ricerca e la eradicazione dell’Helicobacter pylori è raccomandata in differenti casi: come la presenza di un’ulcera gastro-duodenale, un linfoma di tipo MALT, un dispepsia (con esplorazione endoscopica), un trattamento con inibitori della pompa protonica o un antecedente personale o familiare di carcinoma gastrico.
Secondo il GEFH (Gruppo di studio francese dell’Helicobacter) la ricerca dell’Helicobacter pylori dev’essere effettuata anche in caso di sindrome di Lynch, prima della realizzazione di un bypass gastrico, in presenza di lesioni preneoplastiche, di particolari carenze (di [faq/1154-carenza-di-ferro-esami-del-sangue ferro] o di vitamina B12), o in presenza di particolari lesioni emorragiche della pelle. Altre situazioni giustificano la ricerca dell’Helicobacter pylori: antecedenti di ulcera con somministrazioni di FANS o di aspirina a deboli dosi.
Trattamento sequenziale: 10 giorni
Durante i primi cinque giorni che seguono un test respiratorio o sierologico positivo si raccomanda la prescrizione di inibitori della pompa protonica mattina e sera, e di amoxicillina. A questo trattamento seguiranno 5 giorni di trattamento con metronidazolo e claritromicina e si continuerà con gli inibitori della pompa protonica (omeoprazolo, esomeprazolo, rabeprazolo, lansoprazolo o pantoprazolo).
Tetraterapia con bismuto: 10 giorni
Questa terapia riposa sulla prescrizione di 3 capsule in gel di un farmaco a base di bismuto, metronidazolo e tetracilina da assumere 4 volte al giorno (dopo i pasti e prima di dormire) e di Omeprazolo (mattina e sera).
Secondo il GEFH il tasso di sradicamento con un trattamento sequenziale o una tetraterapia è del 90%, non efficace quindi certamente. Si consiglia un test di sradicamento che rispetti un periodo senza antibiotico di 4 settimane e senza inibitori della pompa protonica di 2 settimane per evitare falsi negativi. Tale test viene realizzato attraverso un test respiratorio dell’urea marcata 13C.
Il GEFH, inoltre, precisa, che il paziente dev’essere a digiuno al momento del prelievo e deve aver arrestato ogni trattamento antibiotico da almeno 4 settimane e arrestato un eventuale trattamento a base di inibitori della pompa protonica da almeno 2 settimane. Il test necessita di due raccolte dell’aria espirata in laboratorio ad intervalli di 30 minuti.
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