La solitudine accende lo spuntino di mezzanotte

La solitudine accende lo spuntino di mezzanotte (che fa lievitare l'ago della bilancia): la conferma dalla Ohio State University che ha messo a confronto i livelli di grelina, l'ormone della fame, tra le donne sole e quelle accompagnate. Per resistere ci vuole un fisico bestiale che va allenato (soprattutto) nello spirito. 

Lo spuntino di mezzanotte va a braccetto con la solitudine: per limitare i danni bisogna fare pulizia nel frigo.


Le donne sole lo sanno bene: aprire il frigorifero nel cuore della notte e mangiare una fetta di prosciutto o una di pane e marmellata è quasi come girarsi nel letto e trovare qualcuno da abbracciare sdraiato nell’altra metà. Riempire una vita vuota con uno stomaco pieno è una soddisfazione che mette a tacere anche l’ago della bilancia. Che, inevitabilmente, lievita.

Che la solitudine non faccia solo male al cuore ma anche alla linea, ora lo dice anche la scienza. Tutta colpa della grelina, anche noto come l’ormone della fame, e della leptina, il collega della sazietà: un team di psicologi della Ohio State University ha tenuto a stecchetto per la cena due gruppi di donne (sole e accompagnate). Risultato: nei cuori solitari i livelli di grelina rimanevano più alti. Tradotto: per domare la fame nervosa ci vuole un fisico bestiale

Eppure lo dicono anche i ricercatori americani del Salk Institute di La Jolla, in California: attenersi alla “regola delle 12 ore” è l’unico modo per tenere a bada il metabolismo e, di conseguenza, l’ago della bilancia. Si mangia in quell’arco di tempo, nelle restanti 12 si fa altro. Tanto più che lo spuntino di mezzanotte nasce nel cervello, non dallo stomaco vuoto, confermano dalla Brigham Young University: guardare il cibo nella notte sveglia i neuroni che si accendono come lucciole e obnubilano tutto il resto. 

Il primo passo per averlo, il fisico bestiale, è dedicare a se stessi tante attenzioni, assecondare le (giuste) mancanze e scollegare (o per lo meno provarci) il bisogno d’amore con il bisogno di cibo. Altrimenti il circolo vizioso è di quelli micidiali: le curve lievitano, la frustrazione e il senso di colpa per i chili accumulati crea una barriera d’incomprensione con se stessi e lo zucchero (che, tanto per la cronaca alza i livelli di serotonina, l’ormone del buon umore) si trasforma in una vera e propria droga da dipendenza

Passando alla pratica, il training quotidiano parte dalle piccole cose. Come fare pulizia in cucina - al bando snack e merendine, salse, zucchero, cioccolatini, marmellate e succhi - da sostituire con frutta fresca, yogurt con cereali, prodotti da forno integrali e vaschette di riso, farro e orzo già pronte all’uso e consumo. Il caffè e il latte si bevono così come sono, il sale si usa solo in piccole quantità e i fritti vanno definitivamente in pensione. In caso di tentazione irresistibile, la rete regala spunti per spuntini che, per lo meno, sono ipercalorici e che, tamponato il mayday, possono migrare all’interno delle 12 ore: vedi la selezione di Pinterest, il social network delle immagini, quella di Food52 con hummus e toast accompagnati da crema alle erbe e quelle di Snack Hacks, il blog fotografico che accenderà i vostri neuroni, spegnerà la fame e colmerà il vuoto senza fare (troppi) danni alla vostra taglia.  
               
Ma la regola numero uno è fare i conti con se stesse: la fame è un campanello d'allarme di un bisogno profondo. Interrogatelo e ascoltate la risposta prima di zittirlo ingurgitando quello che vi offre il convento. La soddisfazione di aver saziato il vostro spirito invece dello stomaco sarà doppia. L’allenamento a non divorare il cibo vi tornerà utile quando l’amore l’avrete trovato. Un amore che, per durare a lungo, va spizzicato, un morso alla volta, per assaporare tutti gli ingredienti. 

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