Zucchero addio: ecco il super-dolcificante a zero calorie

ISweetch è il dolcificante tremila volte più dolce dello zucchero, ma con zero calorie. Presto sul mercato l'alternativa a saccarosio, aspartame e stevia che aiuterà a combattere diabete e obesità.

Tanta dolcezza ma zero calorie. Contro diabete e obesità arriva la scienza, con un nuovo dolcificante a zero calorie.


Dolcezza (tanta) senza calorie. iSweetch è una star-up del Dipartimento di Chimica dell'Università di Napoli, che ha inventato un dolcificante proteico tremila volte più dolce dello zucchero, ma che non è calorico. I ricercatori si sono basati su avanzati studi nel campo delle biotecnologie e la loro invenzione dovrà essere perfezionata, in modo che il prodotto sia disponibile, nel giro di pochi anni, per industrie alimentari e farmaceutiche che vorranno avviarne la produzione.

Il progetto, presentato al BioInItaly Investment Forum & Intesa San Paolo StartUp Initiative, va incontro ad una necessità alimentare importante, quella di trovare sempre maggiori soluzioni per contrastare diabete e obesità. Lo zucchero è al centro del ciclone da quando, un paio di mesi fa, l'Oms ha pubblicato le sue nuove linee guida sul tema, spiegando che l'Organizzazione mondiale della Sanità è fortemente preoccupata per i livelli (alti e rischiosi) di consumo di saccarosio e affini nel mondo. Il consumo, è spiegato all'interno del documento, dovrebbe essere di circa 50 gr o 12 cucchiaini per adulto, al giorno.

Ben vengano quindi le innovazioni che ci aiutino a tagliare i livelli di calorie e di consumi, senza rinunciare al sapore zuccherino. Soprattutto se traggono spunto da quanto già predisposto in natura, come ha spiegato una delle ricercatrici di iSweetch, Serena Leone ''Per il nostro dolcificante, ci siamo ispirati ad una proteina dolce presente in natura, la monellina, che mezzo secolo fa è stata scoperta nelle bacche di un arbusto selvatico africano dai ricercatori del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia, l'istituto da cui ha preso il nome''.

Si tratta però di una proteina instabile ad alte temperature (guai ad aggiungerla al caffè bollente, insomma), che gli scienziati hanno dovuto modificare a livello molecolare, arrivando ad un prodotto commerciabile e perfino più dolce: un grammo ha lo stesso potere dolcificante di tre chili di zucchero. Il che è un bene, anche per il portafogli di chi sceglierà di produrla. La sua lavorazione costa infatti più del comune saccarosio, delle alternative chimiche, come l'aspartame, o di derivazione naturale, come la stevia, ma ne serve molto meno per dolcificare.

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