Ebbri d'amore, non solo più un detto: l'alcol e l'ossitocina scatenano gli stessi effetti
Ubriachi d'amore: lo studio pubblicato su "Neuroscience and Biobehavioral Reviews" ha esaminato gli effetti dell'alcol e dell'ossitocina, l'ormone dell'amore. Risultato: nella buona come nella cattiva sorte sembrano due facce della stessa medaglia.
Catullo lo scriveva già nella Roma di duemila anni fa: “gli occhietti del fanciullo, ubriachi d’amore”. Oggi a trovare le connessioni tra un bicchiere di vino (non una sbornia) e le farfalle nello stomaco c’è una ricerca dell'Università inglese di Birmingham: ossitocina e alcol hanno (quasi) gli stessi effetti, nella buona come nella cattiva sorte. Insomma, dopo che gli esperti hanno confermato la letteratura sul divorzio che spezza il cuore (soprattutto delle donne), ora è la volta dell’espressione "ebbri d’amore".
La ricerca, pubblicata su Neuroscience and Biobehavioral Reviews, scandaglia il sentimento leggendolo con gli occhi degli scienziati, che altro non è se un concentrato di ossitocina che si scatena nell’organismo. Il fatto è che l’ossitocina - un neuropeptide prodotto nell'ipotalamo - se da un lato scatena l’amore e le coccole, le relazioni sociali e l’altruismo, la generosità e pure l’empatia, dall’altro soffoca i freni inibitori come la paura, l'ansia e lo stress. Ma non solo: tanto quanto l’alcol, l’altra faccia dell’ossitocina è aggressività, presunzione, invidia dei rivali e propensione a cacciarsi nei guai.
Insomma, sembrano sostanze separate alla nascita: "Abbiamo raccolto gran parte della ricerca esistente sugli effetti di ossitocina e alcol - spiega Ian Mitchell dell'Università di Birmingham - e siamo stati davvero colpiti dalle somiglianze incredibili tra i due composti". In pratica, queste sostanze "provocano lo stesso effetto sulla trasmissione Gaba nella corteccia prefrontale e le strutture limbiche. Questi circuiti neurali controllano il modo in cui percepiamo lo stress o l'ansia, soprattutto nelle situazioni sociali, come ad esempio le interviste, o il dover chiedere a qualcuno che ci piace di uscire". Tradotto: dal “coraggio alcolico” al “coraggio ormonale” il passo è breve. Al punto che i ricercatori assicurano - ma sconsigliano - che per fare il primo passo in amore non c’è differenza tra un drink e una spruzzata di ossitocina nel naso. Così come escludono che “l'ossitocina non verrà mai usata come alternativa all'alcol". Tuttavia "è un affascinante sostanza e, al di là delle questioni di cuore, ha un potenziale nel trattamento psicologico e psichiatrico. Speriamo che questa ricerca possa fare nuova luce sull'ossitocina e aprire nuove strade".
D’altra parte, che l'amore sia una droga l'aveva già anche dimostrato lo studio della Saint Louis University da poco pubblicato su Review of general psychology che, mettendo a confronto il cervello di un cuore spezzato e quello di un uomo alle prese con la voglia di superare l'abuso di cocaina, era venuto fuori come i meccanismi che si attivano per uscire da una come dall'altra dipendenza, siano pressoché gli stessi, predisponendo il diretto interessato a ricominciare a vivere. Che si tratti di uscire da una tossicodipendenza o da un amore finito. Ciascuno con i suoi tempi, s’intende.
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