Alexander Boettcher è il papà di Achille, il figlio della "coppia diabolica"

Detenuto al carcere di San Vittore, Alexander Boettcher ha firmato i documenti per riconoscere Achille, il figlio avuto con Martina Levato. Intanto la donna "diabolica" ha chiesto di essere trasferita da Don Mazzi.

I giudici minorili hanno stabilito che Martina Levato può vedere il figlio un'ora al giorno alla presenza di operatori ma non può allattarlo.


Alexander Boettcher ha riconosciuto il piccolo Achille, il bambino nato il 16 agosto da quella relazione con Martina Levato. La firma per registrare la sua richiesta dello status di paternità l’ha messa al carcere di San Vittore dove è detenuto per scontare la pena a 14 anni a cui è stato condannato insieme alla sua ex compagna. La mattina del 20 agosto due funzionari del Comune di Milano gli hanno portato i documenti mettendo fine a una querelle che andava avanti da giorni visto che il Tribunale in sessione feriale aveva finora respinto l’istanza. Secondo fonti interne a Palazzo Marino, la pratica, inizialmente bloccata per via di alcuni problemi di ordine burocratico, è stata autorizzata, dopo che il sindaco Giuliano Pisapia, tutore legale del bambino, e il pm Marcello Musso si sono a lungo confrontati, mettendo a punto i dettagli della procedura. 

Nel frattempo Martina Levato, che nei giorni scorsi ha raccontato “l’abbraccio emozionante” con cui ha stretto il piccolo, ha chiesto di essere trasferita insieme al figlio nella comunità di don Antonio Mazzi. In alternativa, la bocconiana avrebbe indicato l'Icam, la struttura per madri detenute. I giudici minorili hanno infatti deciso che la donna potrà vedere il figlio una volta al giorno alla presenza di operatori sanitari ma non potrà allattarlo. Nel frattempo hanno aperto anche la procedura di adottabilità ma la decisione potrebbe slittare a settembre.  

Dal canto suo, il sacerdote si è detto pronto "ad accogliere la mamma con il bambino: lo abbiamo detto in passato e lo confermiamo anche oggi". Un’apertura manifestata “senza incertezze e ripetuta in tutti i toni - ribadisce don Mazzi -. Vedremo cosa deciderà il giudice, per il momento sono soltanto ipotesi. Nel caso, la struttura che potremo dedicare alla giovane e al suo bambino sarà adatta e soprattutto riservata, per consentire la sua uscita da questo can-can mediatico".

Al momento la donna è ancora ricoverata alla clinica Mangiagalli ma il 21 agosto potrebbe essere dimessa. “In una situazione come questa - dicono fonti sanitarie interne - , dove non è ancora certo il luogo in cui saranno trasferiti, abbiamo preferito trattenerla un paio di giorni in più".

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