Alcol: uccide i giovani più d'ogni altra cosa
L'alcol è la prima causa di morte tra i giovani italiani. Il primo bicchiere a 11 anni, quasi 1 su 5 degli intossicati da alcol che finisce al pronto soccorso ha meno di 14 anni. Una deriva che il Ministro Lorenzin con la collaborazione di Elio e le Storie Tese, mira a combattere.
Birre e aperitivi, vino a cena, poi uno shottino tira l’altro, lo sballo degenera in collasso e la serata finisce con una corsa al pronto soccorso. O in una corsa in macchina che troppo spesso è l’ultima della vita. I dati, preoccupanti, riguardano gli under 24 per cui l’alcol è la prima causa di morte. Ragazzi che si mettono al volante, ubriachi e, quando va male, si risvegliano in una stanza di ospedale e danni irreversibili con cui fare i conti per il resto della vita, quando va peggio all’ospedale non ci arrivano nemmeno.
Nel mondo è una vera e propria ecatombe, quella sulle strade per gli under 18: circa 186.300 morti in un anno, una media di oltre 500 al giorno. Senza contare le migliaia di feriti, a volte gravi. I numeri, elaborati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) in occasione della settimana dedicata alla sicurezza stradale, non riguardano solo incidenti dovuti all’alcol, ma devono far riflettere. Soprattutto alla luce degli altri numeri, quelli elaborati dal Centro nazionale di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità che conferma come l’alcol sia la prima causa di morte degli under 24.
Bevono troppo i giovani e (troppo spesso) bevono solo per ubriacarsi. Lo chiamano binge drinking, un’abbuffata alcolica (letteralmente) che, rivela un rapporto dell’Ocse su consumo di alcolici e impatto su società ed economia, in Europa è sempre più popolare: tra i maschi, si è passati dal 21% del 2005 al 24% del 2010, e tra le femmine dal 7% al 9%. In Italia va un po’ meglio visto che la media si ferma al 2,7% (tra i maschi il 3,3%, tra le femmine il 2,2%) ma non c’è nulla di cui gioire visto che il primo bicchiere si beve a 11 anni.
Anche perché i danni alla salute ci sono e sono pure gravi: “il cosiddetto binge drinking amato dai giovanissimi durante il weekend - osserva Alessandro Capucci, Presidente del Congresso e Ordinario di Malattie dell'Apparato Cardiovascolare all'Università Politecnica delle Marche in Ancona - è molto rischiosa per il cuore. L'ingestione acuta di alcol infatti aumenta la quantità di catecolamine in circolo: queste sostanze fanno da innesco alla comparsa di aritmie, la più frequente delle quali è la fibrillazione atriale acuta. In un cuore debilitato gli sbalzi del ritmo possono perfino portare a morte improvvisa, ma anche in un giovane sano hanno effetti pericolosi: oltre al cardiopalmo, infatti, le aritmie possono provocare una sincope”.
Insomma, mentre la legge italiana vieta il consumo di alcolici al di sotto dei 18 anni, nel 2014 oltre 775mila tra gli 11 e i 17 anni ne hanno ingurgitato un po’. Un ragazzo su cinque e una ragazza su sei, per la precisione. Birra per lui, aperitivo alcolico per lei, tanto per la cronaca. Troppo spesso lontano dai pasti: il 10,5% dei maschi e il 7,9 % delle ragazze. Un’attitudine che, sottolinea l’Ocse, deriva anche dalla facilità nel procurarselo, dal fatto che l’alcol è associato “con divertimento, musica, seduzione, successo sociale e fiducia in se stessi in pubblicità rivolte a giovani consumatori”. E, non da ultimo, dalle cattive abitudini familiari: se infatti più di un ragazzo su cinque (il 22,8%), che vive in case dove c'è almeno un genitore che eccede, beve in modo che moderato non è, la quota scende al 18,7% se il consumo domestico rientra nella “normalità”.
Il problema è che, senza arrivare ai casi estremi, il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che arrivano al pronto soccorso coinvolgono under 14. “Bere in modo eccessivo - sottolinea l’Ocse - è spesso una forma di socializzazione”, ed è “spesso percepito come il modo standard di integrarsi tra i propri pari”, con in particolare un aumento della tendenza ad “abusare di superalcolici con lo scopo di ubriacarsi in fretta, perdere il controllo e divertirsi”.
Una deriva a cui il Governo vuole mettere un freno con la campagna Alcol Snaturato presentata dal Ministro della salute Beatrice Lorenzin: “il fenomeno è preoccupante anche perché gli adolescenti sono fisiologicamente più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche a causa di una ridotta capacità dell'organismo a metabolizzare l'alcol”.
Prima di passare ai fatti il Ministro Lorenzin si è documentata: “Ho girato tanti pronto soccorso e ho toccato con mano la drammaticità della situazione - ha raccontato alla presentazione della campagna -. I ragazzi sottovalutano completamente quali siano i rischi che si nascondono in fondo al bicchiere. Per questo ho voluto una campagna di comunicazione molto forte, efficace, con testimonial credibili e non convenzionali”. Elio e le Storie Tese hanno raccolto la sfida e “hanno scritto una canzone fantastica, con un testo divertente e ricco di informazioni. Perché il nostro dovere è quello di dare conoscenza, consapevolezza sugli enormi rischi che un bicchiere può contenere". Un bicchiere di troppo che, troppo spesso, scioglie una vita ancora tutta da vivere.
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