Morgan Freeman e Diane Keaton, ovvero gl'innamorati Alex & Ruth
"Alex & Ruth - L'amore cerca casa", è il film con Morgan Freeman e Diane Keaton in uscita nelle sale il 25 giugno: dopo 40 anni insieme, la coppia (innamorata) vende casa, rivive una vita e ne inizia un'altra. "Ai baci di Morgan (ma anche a quelli di Michael Douglas) do un bel 10", parola di Diane, una che non ha mai smesso di rimettersi in gioco.
Sessantanove anni lei, settantasette lui, è la prima volta che Diane Keaton e Morgan Freeman lavorano insieme. Una prima volta che, come (quasi) tutte le prime, regala (piacevoli) sorprese non solo a chi Alex & Ruth - L'amore cerca casa (il film in uscita nelle sale il 25 giugno, diretto da Richard Loncraine, tratto dal romanzo Heroic Measures di Jill Ciment, e prodotto dallo stesso Freeman) andrà a vederlo ma anche ai diretti interessati, i due attori premi Oscar. Perché se la trama è di quelle in cui tutti, prima o poi si riconoscono - Alex & Ruth dopo 40 anni di vita insieme, innamorati ora come allora (beati loro) mettono in vendita la loro casa di Brooklyn, con tutti i ricordi, aspettative e cambiamenti del caso -, sul set, l’intesa tra i due è sbocciata inattesa.
"Più invecchio più conservo una buona memoria dei miei baci sul set - confessa l’attrice in un’intervista a Io Donna -, perché mi capita sempre più di rado di essere baciata. Quindi, a Morgan Freeman, che è l'ultimo, posso dare un 10. E ho bei ricordi anche di Michael Douglas che è il penultimo...". E si sa, quando l’intesa è spontanea e non segue (solo) il copione, la differenza si vede.
In Alex & Ruth - L'amore cerca casa, succede. I protagonisti, Alex un pittore, Ruth un'insegnante in pensione e Lily, nipote di Ruth nonché l’agente immobiliare che propone la vendita, sono verosimili, gli imprevisti divertenti, le domande universali. Prima tra tutte quella se abbia senso cambiare vita una volta arrivati (felici e contenti) alla terza età. La risposta è sì, vale sempre la pena rimettersi in gioco.
Una regola che Diane Keaton ha imparato da giovanissima e che l’ha portata lontana: "Come dimostra la mia carriera - racconta a Io Donna - se non sei sfacciatamente bello, entrano in gioco la personalità e il talento. A 23 anni sul set de Il padrino pensavo: “Che ci faccio qui?”. Era tutto troppo grande per me, c'era un mito come Marlon Brando che mi lasciava a bocca aperta. Ma poi di miti ne ho visti tanti... Woody è stato un maestro oltre che un compagno di vita. Mi ha insegnato a buttarmi nelle cose e a improvvisare. Jack Nicholson è il più grande narratore che abbia mai conosciuto: ascoltarlo è sempre stato uno spasso. Al Pacino è sempre stato innamorato del teatro e della letteratura: sul set de Il padrino leggeva Shakespeare a voce alta”. Insomma, come diceva Albert Einstein, "La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”.
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