India: copyright del governo sulle posizioni di yoga
In India il governo avrebbe registrato 1.500 posizioni di yoga, per impedire che altri le brevettino o chiedano il copyright.
Per la pace dei sensi, meglio giocare d'anticipo, devono aver pensato da Delhi. Il governo indiano avrebbe infatti registrati 1500 posizioni di yoga, gli asana, come sapere tradizionale. Una mossa, spiega il principale quotidiano del Paese, il The Times of India, che serve per evitare che altri brevettino o chiedano il copyright di queste pratiche.
Per combattere la biopirateria, e salvaguardare un bene molto importante non solo per la cultura ma per il turismo del Paese, il subcontinente si è già mosso da tempo, spiega Archana Sharam, responsabile dell'Istituto che sta procedendo con la catalogazione, il ministero della Scienza e Tecnologia: "I nostri esperti hanno identificato 1.500 tecniche di yoga che sono descritte nei nostri antichi testi sacri in sanscrito. Circa 250 sono già stati catalogati". Un lavoro che durerà altri cinque o sei mesi, e una volta che gli asana saranno tutti presenti nel database del ministero, non potranno essere più brevettati altrove. Per questo motivo il registro, compilato in cinque lingue, è stato condiviso con i principali uffici per i brevetti del mondo, tra cui quello americano e europeo.
Non è solo la pratica dello yoga ad aver bisogno di essere difesa a colpi di patenti e brevetti, ma anche la medicina tradizionale: sono infatti già state catalogate oltre 290 mila preparati naturali usati in pratiche dell'Ayurveda, Unani e Siddha, così da respingere le richieste di alcune multinazionali, di brevettare alcuni di questi composti terapeutici, a base di erbe.
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