Giornata Mondiale del Sonno: un sogno per 9 milioni di italiani

Il 18 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Sonno, l'edizione 2016 è al motto di "Il buon sonno è un sogno raggiungibile", un sogno per 9 milioni di italiani.

La Giornata Internazionale del Sonno è l'occasione per fare chiarezza su un disturbo che interessa 9 milioni di italiani.


La Giornata Mondiale del Sonno è dedicata a loro, 9 milioni di italiani che ogni notte contano le pecore senza mai perdere il conto, finché, sfiancati, invece di chiamare il medico, optano per il fai da te precipitando dalla padella nella brace. Alle casse dello Stato l'insonnia costa 18 miliardi l’anno (l’1% del famigerato Pil), alla salute molto di più

A complicare la vita degli insonni sono lo stress e le cattive abitudini che turbano “l’igiene del sonno”. Tentazioni dell’era moderna che hanno stravolto i bioritmi. Perché non tutti lo sanno ma c’era un tempo in cui le cose andavano diversamente: ci si coricava poco dopo il crepuscolo, ci si risvegliava un paio d’ore più tardi - era il tempo per pregare, fare l’amore, le chiacchiere, sorvegliare gli animali e sbrigare le faccende domestiche – per poi tornare sotto le coperte e godersi il secondo sonno. Succedeva prima del 1667, quando le strade di Parigi furono le prime ad essere illuminate e tolsero al sole e alla luna il compito di scandire i tempi del riposo e della veglia. 

Sia come sia, oggi le più insonni sono le donne, bersagliate dagli ormoni e, dopo i 45 anni, schiacciate dalla menopausa. Un’indagine condotta presso le farmacie Apoteca Natura, con il patrocinio dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e della Società italiana di medicina generale, ne ha tracciato l’identikit: per lo più hanno tra i 45 e i 64 anni, il 20% tra i 35 e i 44 anni. Il dato più preoccupante riguarda però l’automedicazione che raggiunge il 58% tra chi soffre di episodi sporadici e sfiora il 40 tra quelli frequenti.

Ecco perché la Giornata Mondiale del Sonno al motto di “Il buon sonno è un sogno raggiungibile" è così importante: i rimedi non sono solo contenuti in boccette e pastiglie (per cui è necessario prima passare da un medico), ed è bene impararli. “I farmaci aumentano la quantità di ore dormite, però alterano l’architettura del sonno, accorciano la fase ‘non-rem lento’, quella più ristoratrice. Così, al beneficio iniziale, segue il rischio che la situazione si cronicizzi e infine peggiori. Le conseguenze arrivano di giorno: si può arrivare anche a incidenti stradali o sul lavoro” spiega Roberto Mutani, che quasi 15 anni fa insieme ad Alessandro Cicolin ha fondato il Centro Multidisciplinare per i Disturbi del Sonno all’ospedale Molinette di Torino. 

Anche perché d’insonnia non ce n’è una sola e la Giornata Mondiale del Sonno è l’occasione per fare chiarezza. C’è la pseudoinsonnia: “i pazienti raccontano notti infernali - spiega Mutani -, ma i test rivelano che in realtà dormono a sufficienza: quando vedono l’esito dell’esame e capiscono che il problema è una mancata percezione delle ore di riposo, molto spesso pacificano l’ansia e la patologia”. E c’è l’insonnia psicofisiologica, una situazione di stress che degenera in una sorta di ansia da prestazione: pur di non andare a dormire, si ronfa (male) davanti alla tv: “in questi casi - spiega Mutani - una terapia cognitivo-comportamentale è molto utile. Così come quando si soffre delle rare forme d’insonnia idiopatica, ovvero intrinseca, quella che colpisce fin da bambini”. Infine, ci sono le insonnie che nascondono altre patologie: “Stress, depressioni, disturbi dell’umore, da ansia o bipolari, dipendenze da alcol o cocaina. L’insonnia, in questi casi, è un sintomo di altre patologie - spiega Michele Sforza, psichiatra e psicanalista -. Quasi sempre questi pazienti arrivano tutt’altro che vergini da farmaci, così il cammino verso la guarigione si complica e si allunga”. 

Qualunque sia la vostra insonnia sappiatelo, "il buon sonno è un sogno raggiungibile" e la Giornata Mondiale del Sonno vi spiegherà come. 

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