Menopausa: 10 domande e risposte
Spesso vissuta male, sia fisicamente che psicologicamente, la menopausa suscita molti interrogativi. Tra vampate di calore, aumento di peso e terapie ormonali sostitutive, facciamo il punto in 10 domande e risposte.
Quanto tempo dura la premenopausa?
La premenopausa è il periodo che precede la menopausa propriamente detta, ossia l’interruzione dell’attività ovarica.
Durante questo periodo, che dura dai tre ai cinque anni, e che inizia in genere tra i 40 e i 50 anni, le donne sono soggette a un vero e proprio scombussolamento ormonale. Di fatto, il loro tasso di progesterone diminuisce progressivamente, provocando, il più delle volte, una serie di sintomi, quali vampate di calore, aumento di peso, disturbi del sonno.
Inoltre, sempre durante la premenopausa, le mestruazioni diventano irregolari e il flusso mestruale cambia (più o meno abbondante a seconda delle donne).
Ma attenzione: se alcuni cicli saltano, ciò non significa che non vi sia rischio di fecondazione. In altre parole: finché la menopausa non si è completamente avviata, è ancora possibile rimanere incinte.
Quali sono i sintomi della menopausa?
Ricordiamo innanzitutto che la menopausa non è necessariamente sinonimo di fastidio. Difatti, questo periodo è tollerato benissimo da circa il 10-15% delle donne.
La maggior parte, tuttavia, avverte una serie di disturbi. In primo luogo, le vampate di calore, che colpiscono il 75-85% delle donne, e che iniziano di solito durante la premenopausa (di notte nei primi tempi) per poi protrarsi durante la menopausa.
Per quanto tempo?
La durata è prettamente soggettiva e può andare da diversi mesi a diversi anni. Fatto sta che in genere la loro intensità diminuisce con l’età.
La causa
La causa delle vampate di calore non è del tutto chiara, ma pare che l’insufficienza ormonale provochi una disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisario e quindi, indirettamente, del sistema di termoregolazione.
Altri sintomi
Disturbi vaginali e urinari, aumento di peso, secchezza della pelle, aumento del tasso di colesterolo, disturbi dell’umore, demineralizzazione ossea, disturbi del sonno, mal di testa, ecc. Senza dimenticare, naturalmente, la scomparsa delle mestruazioni.
L’intensità e la natura di questi disturbi varia da donna a donna. In genere, chi ha un elevato tasso ormonale prima della menopausa, risente maggiormente dell’improvviso calo di ormoni. Chi invece ha un tasso ormonale più basso, dovrebbe avvertire meno fastidio.
È normale essere depresse durante la menopausa?
È assolutamente normale, e ancora una volta è colpa degli ormoni, che regolano in parte l’umore.
Difatti, anche la pubertà e la gravidanza hanno delle ripercussioni sull’umore, essedo due periodi caratterizzati da sconvolgimenti ormonali (crisi adolescenziali, baby blues). Per di più, la menopausa è una fase della vita in cui bisogna affrontare altre difficoltà (pensionamento, preoccupazioni legate alla salute dei genitori anziani, ecc.) e, come se non bastasse, segna anche una svolta cruciale a livello psicologico, nella misura in cui la donna deve accettare il fatto che non potrà più avere figli. Comunque sia, le donne sono spesso più irritabili, più preoccupate.
L’importante è che far sì che la malinconia non prenda il sopravvento e si trasformi in depressione vera e propria. Perciò, non bisogna esitare a parlarne con chi ci sta attorno, e soprattutto con il proprio medico, o, se necessario, rivolgersi a uno specialista (psichiatra o psicoterapeuta).
Perché il desiderio sessuale cambia durante la menopausa?
La menopausa provoca un calo ormonale e ciò va ad influire sulla libido o desiderio sessuale.
Un altro sintomo caratteristico di questo periodo è la secchezza vaginale, che causa una diminuzione della lubrificazione e quindi dolore durante la penetrazione.
L’osteoporosi è davvero inevitabile?
Con l’inizio della menopausa, la perdita di massa ossea accelera poiché diminuisce la capacità del corpo di produrre tessuto osseo. Le ossa diventano più fragili, al punto che possono verificarsi delle fratture anche in seguito a traumi di lieve entità, specialmente al livello del polso e della colonna vertebrale (schiacciamento delle vertebre) e, in un secondo tempo, al livello del collo del femore.
Se l’osteoporosi inizia nel 90% dei casi al momento della menopausa, essa non colpisce fortunatamente tutte le donne. Il rischio di osteoporosi dipende innanzitutto dalla predisposizione. In caso di precedenti familiari da parte della madre, il medico può prescrivere un esame chiamato densitometria ossea, che ha lo scopo di misurare la densità ossea, il rischio di frattura e, soprattutto, fornire delle soluzioni per ridurre tale rischio (consigli igienico-alimentari, farmaci, ecc.).
Come contrastare i chili di troppo durante la menopausa?
Il calo ormonale tipico della menopausa favorisce la riduzione della massa muscolare (i muscoli perdono tono) a vantaggio del tessuto adiposo. Inoltre, in questo periodo le donne tendono ad ingrassare.
Risultato: tra i 45 e i 55 anni, le donne lamentano spesso un cambiamento della propria silhouette. Difatti, se prima ingrassavano su seno, glutei e fianchi, adesso i chili si depositano soprattutto su pancia e stomaco. Al di là dell’aspetto puramente estetico, l’accumulo di grasso nella regione addominale ha delle ripercussioni sulla salute della donna, la quale può sviluppare una sindrome metabolica (aumento di glicemia, trigliceridi e pressione arteriosa…) ed essere perciò più esposta al rischio di malattie cardiovascolari.
Per prevenire questo aumento di peso, le donne devono adottare uno stile di vita igienico, sia a livello fisico che mentale.
Da un lato, bisogna mangiare in maniera equilibrata, distribuendo per bene i pasti nell’arco della giornata. Dall’altro, per conservare la massa muscolare, è necessario svolgere un’attività fisica regolare, anche se moderata. Va bene tutto, l’importante è evitare la sedentarietà: camminare, fare le scale a piedi, scendere dal bus una fermata prima, ecc.
Cistite e incontinenza: colpa della menopausa?
La carenza di estrogeni ‒ ormoni che, prima della menopausa, contribuiscono a proteggere la vescica da eventuali batteri ‒ può essere talvolta la causa di una maggiore vulnerabilità e quindi di infezioni urinarie più frequenti.
La sensazione di bruciore al momento del minzione o il frequente bisogno di urinare sono sintomi da non trascurare e di cui parlare col proprio medico per evitare che le cistiti diventino croniche.
Altro disturbo ricorrente nelle donne in menopausa è l’incontinenza urinaria. Ciò non riguarda solo le persone anziane e sembra colpire maggiormente quelle che ne hanno già sofferto dopo il parto. Ora, essendo questo un argomento tabù, le donne spesso faticano a parlarne, quando invece non bisogna esitare ad affrontare la questione con il proprio medico, che conosce senz’alto il problema e può fornire delle soluzioni per migliorare la vita quotidiana.
Quali esami fare durante la menopausa?
Tanto per cominciare, una visita ginecologica annuale è indispensabile, con o senza la menopausa. Con la scomparsa del ciclo mestruale, viene regolarmente proposta una serie di esami, volti a prevedere e a prevenire eventuali problemi di salute:
Densitometria ossea: questo esame radiologico consente un’accurata misurazione della massa ossea e una valutazione del rischio di frattura e/o osteoporosi, al fine di prescrivere, se necessario, un trattamento preventivo.
Analisi del sangue (zuccheri, colesterolo): prima della menopausa, l’apparato cardiovascolare delle donne è protetto dagli ormoni. A partire dalla menopausa, bisogna sorvegliare attentamente tutto ciò che può risultare dannoso per cuore e vasi sanguigni. Oltre al peso e al fumo, tra i principali responsabili vi sono il tasso di colesterolo e il livello di zuccheri nel sangue. A tale scopo, le donne sono regolarmente invitate a eseguire delle analisi.
Mammografia: quello al seno è il più frequente dei tumori femminili, e la sua incidenza aumenta con l’età. Nell’ambito del programma di screening per il cancro al seno, le regioni italiane propongono alle donne di età compresa fra i 45 e i 69 anni di eseguire una mammografia gratuita ogni due anni. Si tratta di un esame altamente efficace in termini di qualità e affidabilità. Inoltre, fra una mammografia e l’altra, è importante effettuare ogni anno una visita senologica presso il proprio ginecologo. L’autopalpazione del seno è anch’essa una buona abitudine.
Terapie ormonali sostitutive: per chi sono indicate?
Le terapie ormonali sostitutive (TOS) mirano, come suggerisce il nome, a sostituire gli ormoni (estrogeni e progesterone) che le ovaie non sono più in grado di produrre. Sono disponibili in diversi formati (compresse, gel, cerotti, vaporizzatori…)
Quali sono i benefici?
Queste terapie sono efficaci per contrastare i sintomi della menopausa, soprattutto le vampate di calore, la sudorazione e la secchezza vaginale, e svolgono inoltre una buona protezione contro il rischio di osteoporosi in quanto rallentano la perdita di massa ossea.
Per chi?
La scelta di iniziare una terapia ormonale va concordata con il medico, in base all’età, ai sintomi e ai precedenti della paziente.
In presenza di sintomi incomodanti, quali vampate di calore o altri disturbi fastidiosi (che alterano considerevolmente la qualità della vita), si può ricorrere, se lo si desidera, a una TOS per un periodo quanto più breve possibile. In tal caso, il medico è tenuto ad informare la paziente di eventuali rischi e a rivedere regolarmente la terapia, almeno una volta l’anno. A ciò può accompagnarsi una sospensione temporanea della terapia, per verificare la persistenza dei sintomi e la loro entità.
In assenza di sintomi incomodanti, non è consigliato seguire una TOS, poiché il rapporto tra i benefici attesi e i rischi incorsi è sfavorevole.
Fitoterapia, un’alternativa valida?
I fitoestrogeni sono sostanze naturali ottenute da alcune piante, come la soia o l’erba medica, che svolgono un’azione terapeutica, ad esempio sui sintomi della menopausa.
La fitoterapia è una pratica molto antica e si presenta sotto diverse forme: infusioni, pillole, fiale, soluzioni bevibili...
Sebbene l’effetto terapeutico dei fitoestrogeni sui disturbi della menopausa non sia scientificamente dimostrato, la loro assunzione non sembra causare inconvenienti alle donne che non vogliono o non possono ricorrere alle terapie ormonali.
Si consiglia tuttavia di limitarne il consumo quotidiano a una dose inferiore a 1 mg/kg (ossia 60 mg al giorno per una donna di 60 kg). Ecco le piante da associare ai vari sintomi:
- Vampate di calore: Alchemilla, cipresso
- Disturbi del sonno: Biancospino
- Cistite: Mirtillo rosso, erica
- Aumento di peso: Nopal, hoodia
- Decalcificazione: Limone
- Calo del desiderio sessuale: Zenzero, rosmarino
Copyright foto: Fotolia
Il documento intitolato « Menopausa: 10 domande e risposte » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.