Evasione fiscale, Gianna Nannini patteggia un anno e due mesi

Gianna Nannini patteggia un anno e due mesi di reclusione con la sospensione della condizionale (e il reato non verrà trascritto nel casellario giudiziale) per l'evasione fiscale - in primo tempo quasi 4 milioni poi ridimensionati a uno - che il Fisco le aveva contestato nel 2014.


Gianna Nannini ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione con la sospensione della condizionale per il reato di evasione fiscale.


Pace fatta tra Gianna Nannini, il Fisco e ora anche con la giustizia: la rockstar ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione con la sospensione condizionale. Dell’evasione fiscale da 3,75 milioni di euro - ridimensionata a circa un milione dopo che Giulia Bongiorno, l’avvocato della rockstar ha depositato nella fase di indagini alcune fatture che l’accusa riteneva inesistenti - non si parlerà più dal momento che non verrà nemmeno menzionata nel casellario giudiziale. Tanto più che il contenzioso tributario si era già risolto quando la Nannini aveva raggiunto un accordo di risarcimento con l'Agenzia delle entrate.

La vicenda esplode nel giugno 2014 quando alla Nannini viene sequestrata in forma preventiva la sua villa con tanto magazzini e autorimessa di Siena e lei si sfoga con i giornali: “Mi stanno martirizzando…”. Gianna, infatti, ha sempre dichiarato la sua innocenza rispetto alle accuse di aver interposto tra la società milanese Gng Musica srl e le case discografiche che la producono, due società straniere – una irlandese e una olandese - così da versare le tasse in paesi con una pressione fiscale più morbida e non pagare al fisco italiano le royalties per dischi e concerti.

"Gianna Nannini - recita una nota diffusa dal suo avvocato dopo la sentenza che mette una parola fine all’episodio -, amareggiata e sorpresa dalla vicenda, nel ribadire l’assoluta trasparenza della propria condotta, nega decisamente qualsiasi interposizione fittizia con società estere e sottolinea che gli addebiti sono riferibili esclusivamente all’operato di soggetti terzi nei quali nutriva una sconfinata (e tuttavia mal riposta) fiducia". 

Pertanto, ci tiene a specificare l'avvocato Giulia Bongiorno: “La decisione della G.N.G. Musica di sancire un accordo conciliativo con l’Agenzia delle Entrate deriva dalla volontà di mettere al più presto la parola fine a un doloroso capitolo giudiziario". Per poter cantare, senza più ombre sul cuore "vado punto e a capo, così".

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