Vaccini e autismo: non c'è legame

L'autismo non sarebbe causato dai vaccini. In seguito a numerose sentenze, dopo il discusso (e poi disconosciuto) studio del Lancet, l'autorevole rivista JAMA mostra i risultati che smentiscono che la trivalente, nei bambini, abbia questo effetto collaterale.

Uno studio, pubblicato ieri sulla rivista JAMA, proverebbe che non c'è legame tra autismo e vaccinazioni.


Uno studio pubblicato ieri sull'autorevole Journal of the American Medical Association (JAMA) da un gruppo di ricerca diretto dalla dottoressa Anjali Jain, dell'organizzazione di consulenza sanitaria Lewin Group, mostra la mancanza di correlazione tra vaccini e autismo. In particolare, i medici hanno scoperto che i fratelli e le sorelle di bambini affetti da autismo, se vaccinati, non presentano maggiori rischi di sviluppare questo disordine, rispetto a coetanei non autistici. La ricerca ha altresì confermato che, nel timore che la trivalente (contro morbillo-parotite-rosolia, detta MPR) fosse una concausa dell'autismo, i genitori con figli affetti da questo disturbo sono statisticamente riluttanti a far vaccinare i fratelli.

Il tutto è partito non con lo scopo di trovare una correlazione tra autismo e vaccinazione, ma come lavoro di raccolta di un gigantesco database di dati sanitari. Analizzando l'enorme mole di elementi, si è scoperto che non c'è alcun legame statistico tra i due fattori. Nello specifico, la dottoressa Jain ha raccolto i dati di oltre 95 mila bambini, cifra che comprendeva autistici, bimbi con fratelli affetti dal disturbo e altri senza alcun caso in famiglia. Il vaccino non risulta essere associato, a qualsiasi età, ad alcun aumento del rischio di disturbi dello spettro autistico, nemmeno tra i bambini che presentano un maggiore fattore di rischio, avendo un familiare affetto.

"Non siamo in grado di spiegare cosa causi l'autismo in questi bambini, potrebbe essere un insieme di fattori genetici e ambientali. Ma siamo in grado di dire che non abbiamo osservato alcuna associazione tra la vaccinazione di morbillo-parotite-rosolia e aumento del rischio di autismo", hanno scritto gli autori. "Non abbiamo trovato alcuna prova, inoltre, che ricevere 1 o 2 dosi di vaccino sia associato a un aumentato rischio disturbi dello spettro autistico tra i bambini con fratelli maggiori già affetti dal disturbo", hanno concluso.

L'enorme mole di informazioni, unita al fatto che la raccolta non è stata finalizzata di per sé a trovare o meno una correlazione tra i due fattori, costituisce evidentemente, per la comunità scientifica, un fattore che rafforza molto il valore dei risultati, perché non sono ipotizzabili coinvolgimenti o interessi terzi.

In Italia, una battaglia legale partita da alcune famiglie, si è conclusa proprio pochi mesi fa, quando la Corte d'Appello di Bologna ha decretato che non esistono evidenze scientifiche per stabilire che il vaccino provochi la sindrome. Alla base del dibattito sul tema c'è uno studio del 1998, pubblicato (e poi disconosciuto) sulla rivista medica Lancet da Andrew Wakefield, successivamente radiato dall’albo britannico con l'accusa di frode, perché si scoprì che il lavoro era stato distorto per interessi economici. Da allora, comunque, è aumentata la diffidenza nei confronti del vaccino MPR, arrivando ad una erosione dei tassi di immunizzazione tra la popolazione, tanto che l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha invitato l'Europa a rilanciare i piani di vaccinazione.

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