Ad aprire la cerimonia degli 87esimi Academy Awards l'esuberante presentatoreNeil Patrick Harris vestito solo con un paio di slip. Sul palco si sono poi dati il cambio - tra gli altri - Lady Gaga, Oprah Winfrey ed Eddie Murphy.
In mutande: così si è presentato sul palco Neil Patrick Harris per condurre l'87esima edizione degli Academy Awards e anticipandone il vincitore - Birdman - con una citazione più che esplicita. Un'edizione, quella del 2015, dove - accanto ai premi e ai premiati - non sono mancate le arringhe, i discorsi impegnati, la commozione e le sorprese confermando lo stereotipo di una Hollywood bastione di liberal e di rossi. Sarà forse anche per questo che American Sniper, la pellicola di Clint Eastwood sulla biografia del cecchino americano in Iraq che finora ha totalizzato 365 milioni di dollari al box office e incassato l'endorsement di Michelle Obama, non ha convinto la giuria ottenendo (solo) la statuetta per il sound editing. Così come, forse, la scelta (molto criticata) di avere dato solo due candidature a Selma, il film di Ava DuVernay su Martin Luther King, ignorandone la regista, è stata bilanciata da quella di aver portato sul palco del teatro tanti presentatori di colore - tra gli altri Eddie Murphy, Oprah Winfrey, Viola Davis e Chiwetel Ejiofor - quanti mai prima d'ora.
Tant'è. La serata più attesa dal cinema americano (e non solo) passerà alla storia per vari exploit. Il più inatteso quello del presentatore, Neil Patrick Harris, alla sua prima conduzione, per nulla timido, che ha coinvolto gli attori in sala, ha cantato e ha fatto battute suscitando più volte le risate del pubblico. Il più sorprendente quello di Lady Gaga che, nelle nuove vesti di futura sposa, si è presentata al massimo della versione per famiglie, intonando i successi dei musical come Tutti insieme appassionatamente e incassando il plauso anche di Julie Andrews.
Il più ardito riguarda invece le acconciature: quella rasata sui bordi di Scarlett Johansson, quella di John Travolta che sfoggiando una capigliatura corvina con tanto di ciuffo ha destato non pochi sospetti, soprattutto alla luce delle ultime foto che lo immortalavano decisamente più calvo. E quella sciatta di Nicole Kidman.
Il più scintillante resta quello dei gioielli, sfoggiati dalle star con la solita naturale eleganza. La palma dei preziosi più vistosi va a Cate Blanchett e (ancora) a Scarlett Johansson: la prima con una collana di turchesi a forma di fiore di Tiffany & Co., la seconda con un alto collier semi-gorgiera di cristalli Swarovski. Decisamente di classe la collana in diamanti di Margot Robbie, firmata Van Cleef & Arpels. Per quanto riguarda gli orecchini Julianne Moore, la miglior attrice del 2015, ha sfoggiato pendenti in diamanti firmati Chopard, mentre di grande effetto erano quelli firmati Anna Hu e indossati da Gwyneth Paltrow: un trionfo di tormaline, diamanti, zaffiri blu e gialli, per un valore di 425mila dollari e più di 100 carati. Preziosi di peso, che fanno passare in secondo piano quelli di America Ferrera, firmati Irene Neuwirth, e di Natalie Portman.
Il più squallido - di exploit, s'intende - quello di Benedict Cumberbatch che, forse consapevole che non avrebbe vinto la statuetta come miglior attore, è stato beccato mentre con nonchalance si consolava con la sua fiaschetta. Per un attimo la memoria è volata a Johnny Depp e alla sua performance alcolica sul palco degli Hollywood Film Awards ma, per fortuna, tutto è filato liscio.
Un attimo di commozione c'è stato quando il rapper e il poeta Common e John Legend hanno cantato Glory, la canzone da Oscar e l’intera sala si è alzata in piedi, con Leonardo DiCaprio in lacrime. Un altro quando sul palco è salito Graham Moore - che a soli 31 anni ha ottenuto un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale - e prendendo la parola ha raccontato la sua personale tragedia: "A 16 anni ho tentato di uccidermi perché mi sentivo strano e diverso - ha raccontato il giovane sceneggiatore -. Ora sono qui, anche per Alan Turing che non ha avuto possibilità di salire su un palco come questo a far sentire la sua voce. Dico ai ragazzi come me: non vergognatevi di essere diversi e fate sentire la vostra voce, passate il messaggio perché a nessuno venga in mente di tentare il suicidio per la sua diversità".
Mentre quando Patricia Arquette si è presentata in versione pasionaria e nel discorso di ringraziamento ha chiesto parità di diritti e di compensi per le donne dell'industria cinematografica, in sala l'entusiasmo è salito alle stelle con Meryl Streep e Jennifer Lopez in piedi che applaudivano a piene mani. Stesso discorso quando il messicanoAlejandro Gonzáles Iñáritu ha toccato il tema dell'immigrazione: nonostante l'estasi per il poker di premi vinti, il regista ha rivolto il suo pensiero ai tanti connazionali che vivono senza diritti negli Stati Uniti, augurandosi che l'America trovi una soluzione per loro, perché continui a essere quella grande nazione fatta di immigranti che è sempre stata. Un exploit che, di questi tempi, il mondo ha più che mai bisogno.
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