Mastoplastica additiva: tutto quel che c'è da sapere

Prima e dopo la mastoplastica additiva: si parla molto di come ottenere un buon risultato finale, ma è importante anche e soprattutto comprendere come avviene il pre-operatorio. E quali sono i rischi. Il nostro esperto ci spiega tutto.
 

Costi, rischi, benefici: i dubbi da colmare e i miti da sfatare sugli interventi al seno sono molti. © Artem Furman / 123RF

Cos’è una mastoplastica additiva, quali sono i costi, come avviene il post-operatorio e quale tipo di protesi scegliere sono solo alcune delle domande che le pazienti rivolgono al chirurgo, prima di una operazione al seno, sapendo che la salute deve venire prima di tutto (leggi perché). Il dottor Carlo Magliocca, chirurgo plastico e consigliere della Sicpre (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) ci aiuta a fare quindi un po’ di chiarezza. La mastoplastica additiva è un'operazione che consente di aumentare le dimensioni del seno e di migliorarne l'aspetto. È uno degli interventi di chirurgia plastica più diffusi sul territorio italiano, secondo i dati diffusi dal Sicpre, secondo il quale si parlava di 21.744 interventi con protesi nel 2015.

La mastoplastica additiva è quindi un intervento apprezzato certamente per ragioni estetiche, ma non solo: si tratta ad esempio di uno intervento fondamentale nella pratica della ricostruzione mammaria a seguito di una asportazione per un tumore mammario, ad esempio. Fondamentale quindi arrivare ad una scelta del genere consapevoli del cambiamento che avverrà nel proprio corpo, ma anche delle conseguenze post-operatorio e degli eventuali rischi. Non da ultimo, come suggerisce la Sicpre, è fondamentale mettersi in mano a professionisti del settore, con una storia di interventi alle spalle. Ecco quali sono i consigli del dottor Magliocca.

Seno rifatto: in quali casi e per chi

L’intervento di “Riempimento del seno”, come viene comunemente chiamato, è ideale in alcuni casi specifici. © Gennadiy Poznyakov / 123RF

Esperienze, ma anche fasi della vita ed eventi specifici, agiscono su tutto il corpo di una donna, portando ad un prima e dopo. Ma un seno piccolo, un decolté rovinato da gravidanza o allattamento, una coppa florida ridotta troppo drasticamente da una dieta (anche se l'esercizio può aiutare), fino ai segni d’invecchiamento: sono tante le ragioni che possono spingere una donna a rivolgersi a un chirurgo per una mastoplastica additiva.

Generalmente possono sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva tutte le donne che desiderano ingrandire o modificare la forma delle loro mammelle e che abbiano compiuto almeno diciotto anni”, spiega il Dott. Carlo Magliocca. Un caso diverso è però quello delle ragazze troppo giovani: prima dell’età dello sviluppo l’intervento non è consigliato, e può essere anzi dannoso. Salvo eventuali patologie, ovvero qualora le giovani presentino oltre ad un seno piccolo anche una malformazione congenita delle mammelle che ne alteri la forma, tipo sindrome di Poland o amastia congenita, precisa il chirurgo. Ma non è l’unico caso per il quale l’intervento è da valutare attentamente: “Anche dopo una gravidanza, quando è necessario attendere almeno nove/dieci mesi dopo il parto, per consentire alla ghiandola di rimettersi a riposo”.

Operazione al seno: la scelta del chirurgo

L’intervento, come tutte le operazioni chirurgiche, ha dei rischi, per questo si deve scegliere con cura lo specialista. © NejroN / 123RF

 

L’operazione di mastoplastica additiva, come tutti gli interventi chirurgici, è un'operazione delicata. Prima di affrontare la chirurgia bisogna riflettere e confrontarsi con il medico. Magari parlando con più di uno specialista, chiedendo quali sono le esperienze pregresse del medico e di mostrare qualche immagine dei risultati ottenuti.

Trattandosi di un intervento chirurgico, spiega Magliocca, non bisogna puntare sul risparmio. “Importante è invece che le pazienti chiedano apertamente al chirurgo quale sia la tecnica indicata per il proprio caso clinico. Se il chirurgo progetti di posizionare le protesi in una loggia retro-ghiandolareo retro-muscolare. Dovrebbero sempre informarsi sulla tipologia delle protesi, ovvero se di forma tonda oppure anatomica e, soprattutto, della loro qualità. Se le protesi stesse, nel tempo, debbano o meno essere sostituite”, continua lo specialista.

I rischi

Complicanze della mastoplastica additiva e rischi: due aspetti da non sottovalutare. © arturkurjan / 123RF

I rischi in un intervento di mastoplastica additiva esistono. Chi vuole sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva deve anche sapere a cosa va incontro, informandosi in maniera specifica e chiara con lo specialista sui possibili rischi e complicanze.

Bisogna anche essere consapevoli dei limiti della chirurgia plastica, e chiedere al medico quale sarà, concretamente, il risultato finale. “Le mammelle non sono tutte uguali ed è possibile che le aspettative della paziente superino le reali possibilità chirurgiche”, precisa il dott. Magliocca. Proprio per questo motivo, è bene diffidare degli specialisti che fanno delle visite rapide e sommarie.

Il chirurgo deve fare delle domande alla paziente, chiarire i suoi dubbi e fare un esame anatomico rigoroso prima di decidere come procedere.

Le protesi

La chirurgia al seno, in questo caso, ruota a torno all’impianto delle protesi. Che devono essere di ottima qualità. © Sergey Karpov / 123RF

Le protesi per la mastoplastica additiva, sono un punto fondamentale dell'intervento: l'ingrandimento del seno viene realizzato utilizzando protesi costituite da una membrana esterna in silicone contenente un gel coesivo di silicone (più raramente una soluzione salina, poco diffusa in Europa). Come spiega il dott. Magliocca, la membrana esterna svolge “un vero “effetto barriera”, evitando la migrazione all'esterno anche di piccolissime quantità di silicone”. Le protesi hanno una superficie rugosa, che in gergo viene chiamata testurizzazione, che facilita l’adesione e l’integrazione delle protesi al tessuto circostante. Ma soprattutto, spiega lo specialista, “riduce una delle complicanze più temibili delle protesi mammaria, la contrattura capsulare”, ovvero quando il corpo reagisce all'inserimento della protesi formando una sorta di rivestimento, rendendo il seno duro dopo la mastoplastica, ma anche doloroso.

Ci sono diversi tipi di protesi per mastoplastica additiva: “Alcune protesi mammarie sono rivestite all’esterno da una spugna di poliuretano, atta a migliorare sensibilmente l’integrazione tra protesi e tessuti riducendo ancor più la percentuale di contrattura capsulare”. Per quanto riguarda il contenuto, ovvero il gel coesivo, si tratta di un silicone “di altissimo standard qualitativo. Garantisce che, anche nell'evenienza di una rottura dell’involucro esterno, non vi sia fuoriuscita di silicone”. Per essere sicuri che le protesi siano di buona qualità, bisogna diffidare dei prezzi troppo bassi, e chiedere consiglio al medico.

Come scegliere la taglia

Calcolare la misura per la mastoplastica additiva non è semplice, ma è bene seguire il suggerimento del medico, oltre al proprio gusto. © Cathy Yeulet / 123RF

Quale misura scegliere, è un aspetto meno semplice di quanto si creda. Ogni paziente ha le sue aspettative, non sempre realizzabili. Per evitare le delusioni, è meglio farsi aiutare dal medico nella scelta del volume delle protesi. Le dimensioni delle protesi dovrebbero essere scelte in base alla propria morfologia, in modo da ottenere un risultato proporzionato ed equilibrato. Inoltre il medico ha maggiormente presente di come e quanto il seno possa andare modificandosi con l'andare del tempo, a seconda dell’età della paziente e del suo stato fisico, del problema che incorre (ad esempio un seno svuotato) oltre che della taglia della protesi scelta. In secondo luogo, a seconda della morfologia della paziente, il medico può suggerire diversi modi di posizionare la protesi.

Se la protesi è posizionata dietro la ghiandola mammaria (protesi retro-ghiandolare) e davanti al muscolo pettorale, il seno può muoversi più naturalmente. Ma, se la pelle è sottile, i bordi della protesi possono essere avvertiti al tatto. Se la protesi è sotto-muscolare, quindi posizionata dietro il grande muscolo pettorale (posizione retro-muscolare), i suoi contorni sono nascosti meglio. Ma i seni sono meno mobili e quando si contrae il muscolo, è possibile osservare delle deformazioni. Esiste anche un posizionamento detto dual plane: la parte superiore della protesi è posizionata dietro il muscolo e quella inferiore dietro la ghiandola. Non si vede più la protesi nella parte alta e la parte bassa non è fissa durante le contrazioni muscolari.

Post operatorio

La convalescenza non è un fattore da sottovalutare: si tratta a tutti gli effetti di un intervento chirurgico, dal quale riprendersi.  © martinak / 123RF

I tempi di recupero dall’intervento sono variabili. La mastoplastica additiva viene effettuata sotto anestesia generale o locale associata all'uso di sedativi. L'operazione di per sé, quindi, non dovrebbe essere dolorosa.

Quello che preoccupa le pazienti è soprattutto il post-operatorio. Il dott. Magliocca rassicura: “Generalmente non è un intervento doloroso. Se le protesi sono posizionate in una loggia retro muscolare potrebbe essere utile assumere un antidolorifico per due o tre giorni. È consigliato indossare un reggiseno contenitivo per almeno un mese ed astenersi dalla guida di auto o motoveicoli per almeno venti giorni”.

Il reggiseno post mastoplastica, però, non è l’unica precauzione da prendere dipendono anche dal tipo di protesi che è stato inserito. “Se la scelta del chirurgo è stata per l’impianto di protesi anatomiche, che riproducono la forma della mammella, è bene dormire in posizione supina evitando il decubito laterale per almeno un mese. Non esistono altre norme specifiche se non quelle dettate dal buon senso”, aggiunge il chirurgo.Dopo l'intervento, l'aumento del seno sarà subito visibile. Bisognerà pero aspettare qualche mese perché seno e cicatrici assumano il loro aspetto finale (scopri come trattare le cicatrici, perché non siano visibili).

Quanto costa rifarsi il seno

I prezzi di una mastoplastica additiva non sono secondari, anche perché è un intervento in piena regola. © Branislav Petrovic / 123RF

Il costo delle protesi al seno, e in generale dell’intervento, non è basso (leggi quanto costa rifarsi il seno). E non dipende solo dalla scelta delle protesi e dalla tariffa del chirurgo, ma anche dal regime di ricovero: l'operazione può essere seguita in day surgery, oppure si può rimanere in ospedale per una notte. “Generalmente, il prezzo è compreso in una falce tra i 7.500 e i 10.000 euro”, precisa il Dott. Magliocca. Anche la regione stessa di appartenenza della paziente può incidere sul prezzo finale dell’intervento, anche se avviene in regime privato, ma è fondamentale ricordare che si tratta di una operazione chirurgica, che coinvolgerà una struttura con sala operatoria, staff e tempi di degenza, quindi non bisogna in alcun modo rischiare affidandosi a offerte che promuovono costi troppo bassi.

È bene ricordare che l’intervento è essere mutuabile solo per casi specifici, indicati dagli specialisti e spesso legati a specifiche patologie. Nella maggior parte dei casi, però, è a completo carico della paziente. 

Mastoplastica senza protesi: il lipofilling

Il lifting seno senza protesi può avvenire con una tecnica specifica, chiamata lipofilling. © Iulia Iun / 123RF

Viene chiamata impropriamente “mastoplastica senza protesi”, ma la tecnica del lipofilling è in realtà qualcosa di diverso, come spiega il nostro esperto: “Il lipofilling è una tecnica chirurgica che prevede il prelievo di tessuto adiposo mediante una lipoaspirazione ed il suo reinnesto nelle mammelle, dopo un opportuno trattamento”, precisa il dott. Magliocca. Si tratta quindi di una tecnica usata insieme alle protesi per ammorbidirne i profili e rendere le mammelle più naturali. Anche se, in alcuni casi particolari, si può realizzare un ingrandimento del seno con il solo lipofillig.

Non sempre: “Dipende dalla quantità di tessuto adiposo disponibile e, generalmente, le pazienti che necessitano di una mastoplastica additiva non hanno depositi di tessuto adiposo sufficienti a soddisfare l’esigenza chirurgica”, puntualizza lo specialista. Inoltre, alcuni medici restano scettici riguardo i risultati e gli effetti a lungo termine di questa operazione in una zona delicata come la mammella. A preoccupare è soprattutto l'evoluzione delle cellule staminali del grasso. La cosa migliore resta chiedere consiglio a un medico chirurgo, che potrà dare alla paziente i consigli giusti in base al suo caso specifico.

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www.sicpre.it

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