Voglio essere felice, con il cibo dell'anima
Un temine, quello di soul food, che significa: voglio esser felice, mangiando quel che mi fa stare bene. Dal cibo dell'anima al pasto consolatorio, ecco quel che si intende.
Voglio essere felice, consolato dal cibo o rassicurato dal soul food. Una suggestione tutta americana, che prende pian piano piede anche in Italia, e che vale la pena di scoprire. Nelle sue varie declinazioni.
Comfort food per essere felice
Un termine inglese che, semplicemente, indica i piatti che soddisfano non solo il palato, ma il lato emotivo di ciascuno di noi. L'aveva scoperto Proust, che alla sua madeleine attribuiva una serie di associazioni involontarie, che rendevano il semplice dolcetto un concentrato di calore e di ricordi, validi non a livello universale ma per la sola persona che può, con un semplice morso, tornare immediatamente ad uno stato mentale particolare, alla memoria di un piacere passato o di una sensazione precisa. Non si tratta però solo di ricordi. Ci sono piatti che, indipendentemente dal momento nel quale li abbiamo mangiati per la prima volta, hanno la capacità di consolarci, coccolarci, ristorarci. Per capire quel è il nostro cibo-coccola ci vuole un po' di tempo, per ascoltare il nostro corpo e la nostra mente, provando a capire nei momenti di stanchezza emotiva e di umore ballerino, qual è il boccone che desideriamo, in grado di renderci non solo sazi, ma sereni. Sia esso una fetta di quella torta particolare, una cucchiaiata di zuppa che ci scalda, o quel delizioso arrostino che tutto fa dimenticare.
Conforto regionale
Non esiste ovviamente una declinazione regionale, e c'è chi elegge come suo cibo consolatorio proprio del junk food di pessima qualità. Tuttavia è possibile che siano proprio i cibi più vicini alle nostre origini o alla sensibilità regionale a risultare più adatti a tirarci su il morale, perché sani e carichi di significati personali, unici e peculiari. Dal fritto misto alla piemontese alla cotoletta milanese, dal baccalà alla vicentina alla focaccia ligure, dal prosciutto di San Daniele alla lasagna emiliana, per non parlare delle olive all'ascolana o una pappa al pomodoro. C'è chi si scioglie di fronte ad un perfetto cacio e pepe, un coniglio all'ischitana o una caponata palermitana, un tarallo croccante o un cannolo carico di ricotta. Basta quest'elenco, per sentirsi subito meglio.
Cibo dell'anima per essere felice
Se stress e eccesso di cibo sono un tema comune a molte nazioni europee, il termine soul food arriva invece direttamente dagli Usa, dove si origina nei movimenti legati alla diaspora afro-americana, anche se secondo altre fonti nasce negli anni '50, nel pieno del fervore collettivo che ruotava attorno ai grandi musicisti jazz dell'epoca. Sia come sia, parliamo oggi si una cucina afro-americana del sud, spesso tanto saporita quanto grassa, che impiega pollo e maiale, uova, salse, formaggio, fagioli, riso e fritti. Ovviamente il bene dell'anima non è strettamente legato, in questo caso, alla leggerezza del corpo.
Controllo delle emozioni (e del peso)
Mai pensato che un'alimentazione emotiva può sabotare i nostri tentativi di perdere del peso? La Mayo Clinic, famosa istituzione americana, mette in guardia: non si perde peso solo con l'alimentazione, ma anche con il controllo delle proprie emozioni. Le emozioni che incidono maggiormente sul nostro alimentarci sono stress, rabbia, paura, noia, tristezza e solitudine, spiegano gli esperti. E le situazioni maggiormente a rischio includono conflitti relazionali, stress lavorativo, affaticamento, problemi finanziari e di salute. Inducendo nella maggior parte dei casi a sovra-alimentarsi, peraltro senza piacere. E fin qui, si potrebbe dire, c'era arrivata anche Bridget Jones. Ma quello che gli esperti consigliano è provare la meditazione, ma anche visualizzare con la nostra immaginazione una golosa ma sana pietanza quando la fame nervosa ci assale. Ad esempio un'insalata di spinaci con noci color caramello, sottili fette di morbido pollo, brillanti arance rosse e un manciata di frutti rossi. Infine, prediligere quando ci si sente giù di corda alimenti energizzanti, in grado di aiutarci anche nella stagione più buia.
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