Allergie primaverili: gli errori più comuni

Primavera: arrivano le giornate di sole e, puntuali, le fioriture di cipressi, delle graminacee e delle allergie. Ai primi sintomi, ecco quali sono i falsi miti, le dimenticanze e i relativi rimedi. Meglio evitare gli errori, per non rischiare che pollini e allergeni rovinino la bella stagione.

La primavera è tempo di allergie, soprattutto alle graminacee, da aprile a giugno.


Soffrire di allergia, in questa stagione, è di per sé un problema fastidioso. Spesso però, nonostante i lunghi anni trascorsi a tu per tu con la propria incompatibilità nei confronti del polline, gli allergici dimenticano quei pochi, ma semplici accorgimenti che potrebbero migliorare velocemente la loro situazione. E ridurre asma e occhi rossi.

Sono poi in aumento i soggetti che iniziano a soffrire di questo disturbo, mai avuto in passato. E che prende il via durante la stagione primaverile, in particolare in questi giorni, quando cipressi, mimose, ulivi, parietarie e graminacee rilasciano i loro pollini.

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Lasciare la finestra aperta

Lasciare le finestre aperte durante il periodo dei pollini peggiora la situazione.


Non è semplice osservare il sole tiepido, le temperature che si alzano fuori, e tenere le finestre di casa serrate. Ma è fondamentale ridurre il circolo di aria non filtrata per tutta la stagione dei pollini, in caso di allergie. Piuttosto, meglio usare un purificatore o il circolo d'aria del condizionatore.

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Iniziare i trattamenti troppo tardi

Sia che si tratti di un vaccino, sia di una profilassi farmacologica scelta dal proprio medico, meglio giocare d'anticipo, contro l'allergia di stagione.


Ogni anno, alla comparsa dei primi pollini, ci si ripete: l'anno prossimo mi vaccino. Ma poi, puntualmente, ci si informa troppo tardi e la terapia, che deve iniziare almeno un paio di mesi prima dell'inizio della stagione pollinica, non è più possibile.

Chi invece usa farmaci antiallergici, sotto prescrizione medica, è bene che non salti il controllo dallo specialista: prima si inizia, più sarà semplice alleviare i sintomi, siano essi pruriti, bruciori o asma.  

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Ignorare l'arrivo della stagione

Prevedere le fioriture e le concentrazioni di polline è oggi possibile e di grande aiuto per gli allergici.


Non ci sono più scuse: oggi i siti di previsione meteo comprendono un servizio di rilevazione dei pollini e delle fioriture, regione per regione, in grado di dare un quadro abbastanza preciso della loro concentrazione (soprattutto nelle grandi città).

Ci sono poi associazioni dedicate al monitoraggio dei pollini. A fine aprile, ad esempio, iniziano le graminacee (che terminano a giugno), mentre la stagione delle oleacee (come frassini e olivi) va da maggio a giugno.

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Fare sport nel momento sbagliato

Se si soffre di allergia ai pollini è meglio evitare gli sport all'aperto, in primavera.


Anche se la corsa è una ragione di vita, bisogna cercare di cambiare le proprie abitudini nel periodo primaverile, evitando il mattino e il primo pomeriggio, quando le concentrazioni di polline nell'aria sono maggiori. E se le previsioni indicano una giornata particolarmente a rischio, evitare attività fisiche troppo impegnative, soprattutto all'aperto.
 
Anche bicicletta e motorino sono sconsigliati, ma se proprio non si può fare a meno di usarli, meglio indossare mascherina e occhiali da sole.

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Usare filtri sporchi

Usare filtri per l'aria è utile in caso di allergie, ma se non vengono puliti, la situazione non migliorerà.


Sono molte le persone allergiche che, scrupolosamente, usano filtri e purificatori d'aria per gli ambienti domestici, nel tentativo di diminuire la concentrazione di polveri e pollini. Si tratta di rimedi molto efficaci, a patto che la manutenzione e la pulizia avvengano regolarmente.

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Sottovalutare i sintomi

Purtroppo non è detto che, anche se non si è mai sofferto di allergia, non si possa iniziare da adulti.


Mai sofferto di allergia? Bisogna comunque prestare attenzione ai sintomi. Ci sono adulti che sviluppano delle reazioni a polvere, polline e acari nonostante abbiano trascorso parte della loro vita senza aver mai mostrato disturbi.

Quindi chi si trova spesso alle prese con irritazione alla gola, sinusite o bruciore agli occhi nel pieno della stagione allergica, dovrebbe consultare un medico.

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Dormire con il proprio cucciolo

Se si soffre di allergia, anche se non agli animali, è meglio non dormire con loro.


Certamente è confortante dormire abbracciati al proprio fagotto di pelo, ma non è una buona idea farlo se si è allergici. Anche se l'allergia è ai pollini: gli animali domestici possono infatti trasportare tra le zampe gli allergeni con molta facilità.

Sarebbe meglio che gli animali non dormissero sul letto, almeno nel periodo di picco dei pollini. E per il resto dell'anno, l'ideale è farli stare su una coperta che sarà lavata di frequente.

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Pensare che il proprio animale domestico sia anallergico

 

Spiace disilludere alcuni padroni, ma quello del gatto (o del cane) ipoallergenico è un falso mito.

A parte serpenti e lucertole, non esistono animali completamente ipoallergenici, al massimo ci sono specie da compagnia meno rischiose di altre, ma il problema vale anche per animali senza pelo, o con pelo cortissimo.

L'uomo può infatti essere sensibile agli allergeni delle loro ghiandole sebacee e cellule cutanee, che l’animale distribuisce su tutto il pelo leccandosi.

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Non cambiare mai abitudine

Anche se si puliscono spesso, materassi e cuscini potrebbero dare problemi, dopo anni di utilizzo.


Molti allergici hanno coperte, cuscini, materassi e oggetti cui sono molto affezionati. E che non hanno mai dato loro problemi, anzi: quando li hanno comprati, si sono assicurati che fossero anallergici, come quelli in lattice di gomma. Ma non è detto che vadano bene per sempre, anche se vengono regolarmente lavati.

Se l'acquisto è avvenuto anni e anni fa, infatti, è bene ricordare che potrebbe essere comunque necessario comprarne di nuovi, in caso si ripetano episodi di asma e allergia.

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