Donne al potere: ecco i paesi dove governano
Dalla Regina Elisabetta II ad Angela Merkel passando per Ellen Johnson Sirleaf, prima Presidente della Liberia, ecco le donne al potere nel mondo.
Elisabetta II, la Regina dal regno di zaffiro
Il destino della futura Elisabetta II fu scritto l'11 dicembre 1936, quando aveva solo 10 anni: lo zio Edoardo VIII abdicò per amore, suo padre divenne Re Giorgio VI e nulla fu più come prima. Educata a salire sul trono della Gran Bretagna, Elisabetta consacrò la vita al suo impero al motto di Keep calm and carry on (mantieni la calma e vai avanti). Il 6 febbraio 1952 un cancro ai polmoni portò via suo padre e lei, a soli 25 anni, già moglie e madre, divenne Regina. Incoronata all'abbazia di Westminster il 2 giugno del 1953 in una cerimonia da 4 milioni di dollari, per la prima volta ripresa dalle telecamere (più di 200), tradotta in 39 lingue e guardata da più di 20 milioni di persone nel mondo, la Regina Elisabetta ha da poco festeggiato il suo primo Regno di zaffiro.
Minuta, ordinata (da bambina non si addormentava se le scarpette non erano una a fianco dell'altra sotto il letto), coraggiosa (da autista partecipò anche alla Seconda Guerra Mondiale), dall'eleganza stravagante sfoggiata solo nei cappellini (tanto che a una corsa di cavalli una guardia la scambiò per “una vecchietta che si era persa”), innamorata dall'età di 13 anni di suo marito, il cugino di terzo grado Filippo Mountbatten, e maniacalmente attaccata alla sua borsetta (che usa per lanciare segnali alla sua dama di compagnia), Elisabetta ha imparato fin da subito a sacrificare la vita privata a favore della Corona. Dalle nozze prima promesse e poi sfumate di sua sorella Margaret (innamorata del divorziato scudiero reale Peter Townsend) ai divorzi dei figli (non c'è stato solo il triangolo Carlo-Camilla-Lady Diana ma anche l'affaire Andrea-Sarah Ferguson e le doppie nozze di Anna), Elisabetta II non ha solo dato il benvenuto a premier (13 britannici e altrettanti americani), ma ha gestito anche diversi scandali a corte. Sempre al motto di Keep calm and carry on, s'intende.
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Theresa May: il premier della Gran Bretagna
"Mi chiamo Theresa May e sono la persona migliore per fare il premier della Gran Bretagna": dal 13 luglio 2016 è lei il nuovo inquilino di Downing Street. Sessant’anni, leader del partito conservatore (che ha presieduto dal 2002 al 2003), già Segretaria di Stato per gli affari interni e Ministro per le Donne e le Pari Opportunità, ha iniziato la sua carriera politica nel 1997 quando fu eletta deputata per Maidenhead. Descritta come l’erede di Margaret Thatcher per via del suo atteggiamento liberal conservatore e attivista nel promuovere la parità tra i sessi, ha il compito di traghettare la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea dopo il referendum sulla Brexit.
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Angela Merkel, la prima cancelliera della Germania
Dal 2005 Angela Merkel è la prima cancelliera della Germania: rieletta nel 2009 e nel 2013, Angela Dorothea Kasner (Merkel è il cognome del suo primo marito) è la prima donna al potere nella prima potenza d’Europa. Nata nel 1926 nella Germania dell’Est da un pastore luterano, è laureata in fisica, dottorata in chimica e ha militato fin da giovanissima in area socialista. Dopo la caduta del Muro di Berlino contribuì alla nascita del movimento democratico Il popolo siamo noi, e poi del nuovo Risveglio Democratico; nel 1990 fa il suo ingresso nel Bundestag, facendosi strada nella Cdu finché nel 1998 ne diventa il segretario generale e, due anni dopo, il presidente. Stando alle classifiche di Forbes è la donna più potente al mondo.
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Donne nere al potere: Ellen Johnson Sirleaf
A proposito di donne al potere, Ellen Johnson Sirleaf rappresenta una pietra miliare: prima donna nera al mondo a governare un paese, nel novembre 2005 sconfisse l'ex-calciatore George Weah al ballottaggio e fu eletta presidente della Liberia. Nel 2001 è stata riconfermata per altri 6 anni. Conosciuta anche come Signora di ferro, ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 2001 insieme a Tawakkul Karman e Leymah Gbowee, "per la loro battaglia non violenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nell'opera di costruzione della pace".
Laureata ad Harvard in economia, inizia la sua carriera politica come Assistant Minister delle Finanze tra gli anni Settanta e Ottanta, in seguito viene esiliata in Kenia, poi condannata a 10 anni di carcere per aver denunciato pubblicamente le nefandezze del regime militare di Doe. Rilasciata, emigra a Washington per poi tornare in Liberia nel 1997 in veste di economista prima, di Presidente poi. Ha quattro figli ed è nonna di sei nipoti.
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Michelle Bachelet: prima donna al potere in Cile
Eletta prima presidente donna del Cile l'11 marzo 2006, Michelle Bachelet è stata riconfermata l'11 marzo 2014. Già Ministro della sanità e della Difesa, la Bachelet è figlia di Alberto Bachelet che, dopo il golpe del 1973, venne imprigionato e morì per le torture subite. Stesso destino toccò all’allora fidanzato (entrato nell’elenco dei desaparecidos) e a Michelle stessa, torturata insieme alla madre alla tristemente nota Villa Grimaldi.
Liberata si rifugia prima in Australia poi nella Germania dell’Est per ritornare in Cile nel 1979, dove si laurea in chirurgia per poi specializzarsi in pediatria coltivando, parallelamente, l’interesse mai sopito per la politica. Dopo la caduta di Pinochet, Michelle inizia a lavorare per il Ministero della Sanità e in seguito per quello della Difesa: gli stessi dicasteri che guida nel 2000 e nel 2002, prima di candidarsi alle elezioni presidenziali e diventare la prima presidente donna del Cile.
È madre di tre figli e, oltre al cileno, parla inglese, spagnolo, tedesco, francese, portoghese e anche un po' di russo.
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Corea del Sud, Park Geun-Hye: prima donna presidente
Da dicembre 2012 anche la Corea del Sud ha la sua prima donna al potere: Park Geun-hye, classe 1952, figlia di Park Chung-hee, l’uomo che governò il Paese dal colpo di Stato del 1961 fino al suo assassinio, nel 1979. Di stampo conservatore, è attualmente coinvolta in un grave scandalo finanziario. Il 9 dicembre 2016, i due terzi del Parlamento hanno approvato il procedimento d’impeachment che l’ha sospesa dalla carica (attualmente svolta dal primo ministro, Hwang Kyo-ahn). Mentre una folla sempre più oceanica si riversa nelle strade per chiedere la definitiva rimozione, ora la decisione spetta alla Corte costituzionale.
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Potere alle donne in Lituania: Dalia Grybauskaite
La prima donna al potere in Lituania si chiama Dalia Grybauskaite ed è stata eletta presidente nel 2009. Non è un caso se la chiamano Lady di ferro: Dalia Grybauskaite, classe 1956, cresciuta in una famiglia operaia di Vilnius, laureata in economia politica, ha stravinto le elezioni del 2009 (dove si era presentata da indipendente), dopo aver dimostrato il suo polso ricoprendo le cariche di Vice Ministro degli Affari Esteri, Ministro delle Finanze e anche Commissario europeo per la Programmazione Finanziaria e il Bilancio.
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Marie-Louise Coleiro Preca: le donne di Malta
Marie Louise Coleiro Preca è la donna al potere nella Repubblica di Malta. Non è la prima (fu Agatha Barbara, dal 1982 al 1987) ma è la più giovane: nata a Qormi, il 7 dicembre 1958, laureata in studi umanistici, notaia, ha iniziato la sua carriera politica da deputata dal 1998 (fino al 2014) per poi lavorare presso il Ministero della Famiglia e della Solidarietà Sociale dal 2013 al 2014, prima di rendere il posto dell’ex presidente, George Abela. Molto impegnata per la diffusione del benessere della società, ha dimostrato una particolare attenzione all’infanzia e all’assistenza medica e sociale.
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Balcani, il potere a Kolinda Grabar Kitarovic
Quarantotto anni, Kolinda Grabar Kitarovic è la prima donna (e la più giovane) al potere nei Balcani ad essere stata eletta con suffragio universale. Dal gennaio 2005 è la presidente della Croazia dopo aver ricoperto in passato la carica di ministro degli Affari Esteri e quella di alto ufficiale della Nato. Di stampo conservatrice, Kolinda Grabar Kitarovic è molto impegnata nella lotta alla corruzione, oltre che nella difficile e delicata gestione dei rapporti interetnici e quelli con la Serbia. Di se stessa dice: “Non sono una femminista, sono solo una persona che vuole l’uguaglianza, un trattamento equo per tutti. Quindi sì, continuerò a lavorare per la promozione delle donne nel campo degli affari, nel pubblico e nel sociale. Ma questo non significa che voglio che le donne siano avvantaggiate. Voglio solo pari opportunità per tutti”.
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Polonia: la consuetudine delle donne al potere
Le donne al potere in Polonia non sono una novità: Beata Szydlo, eletta primo ministro il 16 novembre 2015, è la terza signora a ricoprire l’incarico (la prima fu Hanna Suchocka dal 1992 al 1993, la seconda la predecessora Ewa Kopacz, dal 2014 al 2015). Esponente del partito conservatore Pis, Beata è nata ad Auschwitz, cresciuta in una famiglia di minatori nel rispetto di una religione ferrea. La stessa che l’ha spinta, insieme al suo partito, a caldeggiare l’abolizione totale dell’aborto in Polonia, salvo poi dover fare marcia indietro di fronte alle proteste popolari. Laureata in Etnografia, ha iniziato la sua carriera politica da sindaco di Brzeszcze, unica donna in un feudo di uomini. Molto legata alla sua famiglia, vive accanto ai suoi genitori, è sposata con Edward, un insegnante ed è madre di due figli: uno aspirante medico, l’altro in seminario.
Donne al potere in Nmibia: Saara Kuugongelwa-Amadhila
La prima donna al potere in Namibia è Saara Kuugongelwa-Amadhila: eletta premier a marzo 2015 dal presidente Hage Geingob, la 47enne vanta già una carica da Ministro delle finanze (dal 2003 al 2015), oltre a quella di rappresentante dell'Organizzazione del Popolo dell'Africa del Sud-Ovest (SWAPO). Entrata in politica nel 1996 come membro dell'Assemblea nazionale è nata nella capitale, Okahao, ma ha vissuto in esilio la sua adolescenza, in Sierra Leone. Nel 1991 si è trasferita negli Stati Uniti per studiare economia alla Lincoln University della Pennsylvania.
Donne al potere in Bangladesh: una tradizione
La tradizione delle donne al potere in Bangladesh è consolidata, dal momento che l'attuale premier, Sheikh Hasina Wajed, è al suo terzo mandato (eletta dal 1996 al 2001, nel gennaio 2009 è tornata al potere e nel 2014 ha nuovamente ricevuto l'incarico per un altro quinquennio) e si è alternata con un'altra signora, Khaleda Zia, esponente del Partito Nazionalista del Bangladesh, che ha governato dal 1991 al 1996 e di nuovo dal 2001 al 2006.
Ameenah Gurib-Fakim: la donna al potere alle Mauritius
Ameenah Gurib-Fakim è la prima donna al potere nella Repubblica di Mauritius, l'isola nell'Oceano Indiano che, però, appartiene al continente africano. Cinquantasette anni, moglie e madre di due figli, è stata eletta Presidente nel giugno del 2015 dell'unico stato africano che, secondo Freedom House, ha un sistema politico e istituzioni pienamente democratiche.
Norvegia: ancora potere alle donne
La 55enne Erna Solberg non è la prima donna al potere in Norvegia. Eletta premier nell'ottobre 2013, vanta una predecessora notevole, Gro Harlem Brundtland che, per prima e più giovane primo ministro norvegese, ha ricoperto la carica tra il 1981 e il 1996 guidando il governo per ben tre volte per un totale di quasi dieci anni. Appassionata di videogiochi, in particolare di Pokémon Go (è stata pizzicata più di una volta giocare in occasioni ufficiali), soprannominata "Erna di Ferro" all'inizio degli anni 2000 per le sue posizioni in materia d'immigrazione, è esponente del partito conservatore.
Hilda Heine: donne al potere anche alle Isole Marshall
Si chiama Hilda Cathy Heine, ha 65 anni e dal 28 gennaio 2016 è la prima donna al potere nelle isole Marshall, la Repubblica da (soli) 55 mila abitanti sperduta nel Pacifico occidentale. Già Ministra dell'Istruzione, la Heine è impegnata per i diritti delle donne: prima marshallese ad aver conseguito un dottorato di ricerca, ha fondato la WUTMI: Women United Together Marshall Islandsha, il gruppo a sostegno dei diritti femminili.
Taiwan: il potere alla prima donna, Tsai Ing-wen
Già vice premier, dal 16 gennaio 2016 Tsai Ing-wen è la prima donna al potere a Taiwan. Eletta Presidente del paese con una maggioranza schiacciante (oltre il 56% dei voti), Tsai Ing-wen è stata per anni vicepremier nonché segretaria del Partito Democratico Progressista (DPP) che si batte per l’indipendenza dell’isola dalla Cina. Dopo una campagna elettorale al motto di "Luce su Taiwan", la “Piccola Ing”, come la chiamano i suoi, una volta eletta ha mantenuto la sua inflessibilità in merito. Laureata in legge a Taiwan, dottorata alla London School of Economics, amante dei sue due gatti Think Think e Ah-Tsaiha (strategicamente tirati fuori quando bisognava dare di lei un’immagine più umana), Ing è una donna tutta d’un pezzo.
Bidhya Devi Bhandari: prima donna al potere in Nepal
Sebbene la carica sia simbolica, Bidhya Devi Bhandari è la prima presidente donna del Nepal. Eletta nell'ottobre 2015, la 55enne esponente del Partito Comunista del Nepal (marxista-leninista unificato) è da tempo impegnata nella difesa dei diritti delle donne.
Birmania: potere (de facto) ad Aung San Suu Kyi
Classe 1945, Aung San Suu Kyi è la donna al potere in Birmania. Ufficiosamente, è bene ribadirlo, dal momento che secondo la Costituzione della giunta militare il ruolo della presidenza è negato alle donne. Carica che, dalla vittoria alle elezioni del novembre 2015, ricopre Htin Kyaw, il suo uomo di fiducia. Grande attivista nella difesa dei diritti umani, esponente della non violenza nel Paese, per anni, stretto nella morsa della dittatura militare, Aung San Suu Kyi vince il Premio Nobel per la pace nel 1991 dopo essersi già aggiudicata un Rafto, un Sakharov e una Medaglia d'oro del Congresso Americano. Arrestata alla fine degli anni Novanta, condannata agli arresti domiciliari in un isolamento totale, nonostante le richieste d’intercessione di papa Giovanni Paolo II e di Kofi Annan, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite, non poté nemmeno dare l’ultimo saluto al marito Michael, malato di cancro e scomparso nel 1999.
L’isolamento termina il 9 novembre 2007, ma l’agonia continua fino al 2010. Nel 2012 ottiene il primo seggio, tre anni dopo vince le prime elezioni libere del paese dal 1962, il 30 marzo 2016 il governo di Htin Kyaw, le assegna il Ministero degli Affari esteri, dell'Energia elettrica e dell'Energia, della Pubblica Istruzione e dell'Ufficio del Presidente: dicasteri che Aung San Suu Kyi lascia il 30 aprile 2016 per il ruolo di Consigliere di Stato, il Primo Ministro de facto.
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