Diritti gay: Gucci estende la luna di miele alle coppie omo

Gucci è il primo colosso della moda a riconoscere i diritti gay: alle coppie omosessuali, dunque, lo stesso congedo matrimoniale previsto per i dipendenti etero: una maison in buona compagnia.

Diritti gay: Gucci è la prima maison a concedere il congedo matrimoniale alle coppie omosessuali.


Anche la moda tutela i diritti dei gay: per prima in Italia, Gucci ha annunciato “l’intenzione di estendere l’istituto delle ferie matrimoniali anche ai dipendenti che vivono rapporti di coppia con persone dello stesso sesso e contraggono matrimonio all’estero”. Tradotto: due settimane di luna di miele non si negano a nessuno, soprattutto ora che le Unioni Civili sono (quasi) diventate realtà anche in Italia. 

D’altra parte non c’è solo una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea datata 12 dicembre 2013 che invita tutti i paesi dove vigono le unioni tra persone dello stesso sesso (a breve anche l’Italia) ad accordare il congedo matrimoniale anche alle coppie gay: “essere gay-friendly costa poco ed è utile per il business” titolava l’articolo dell’Economist che nel 2012 stilava l’elenco delle aziende americane impegnate a tutelare anche i diritti dei dipendenti Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender).

Diritti gay: le aziende omo-friendly

Il colosso della moda con sede a Firenze detta il passo ma non è certo pioniere, in materia di diritti arcobaleno. Lo scettro va a Telecom che accorda congedi gay dal 2013 e non solo: "Abbiamo esteso ai partner conviventi, indipendentemente dal sesso, tutti i benefit (macchina, assistenza sanitaria, polizza integrativa) - spiega Fabio Galluccio, responsabile People Caring di Telecom -, e abbiamo infine esteso anche alle famiglie omosessuali e ai loro figli la possibilità di accedere ai numerosi servizi di cura garantiti in azienda: asili nido, soggiorni estivi, soggiorni studio….”. 

Segue il trend arcobaleno anche banca Intesa Sanpaolo, il più grande istituto di credito italiano, che dal 23 luglio 2014 ha concesso a tutti i dipendenti gay che si uniranno in matrimonio (“certificato, religioso o civile, riconosciuto in Italia o in uno stato estero, il tutto senza l’obbligo della registrazione all’anagrafe italiana”) lo stesso congedo garantito ai colleghi etero.

Nell’autunno del 2014 è il turno, per la prima volta in Italia, di un'azienda pubblica che, di fatto, paragona l'iscrizione al registro delle unioni civili di una coppia gay a un matrimonio e concede ai due 15 giorni di congedo matrimoniale. Siamo a Palermo, i protagonisti della battaglia (vinta) sono il 47enne Giuseppe Anastasio, dipendente dell'Amat, l'azienda municipalizzata dei trasporti del capoluogo siciliano, e il 53enne Salvatore Migliore. 

Nel dicembre 2014 tocca alla Barilla, “passata da paria a testimonial dei diritti gay…” come osservò un articolo del Washington Post. Ovvero da essere un’azienda che non fa “pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale” a paladina dei diritti arcobaleno: non solo congedi matrimoniali, ma perfino la copertura sanitaria estesa anche alle famiglie e ai parenti dei dipendenti transgender. Il 2 febbraio 2016 arriva l’annuncio di Eataly: congedi matrimoniali garantiti alle coppie gay, ma anche di permessi per lutto o gravi motivi, oltre ai tradizionali buoni spesa da 200 euro. 

A tenere il conto delle aziende che decidono di celebrare la parità dell’amore è l’associazione Parks-Liberi e uguali che dal 2010, in memoria a quella Rosa Parks che si rifiutò di cedere il suo posto a un bianco, lavora per integrare la diversità, intesa come un vantaggio per gli esseri umani. E per gli affari, s’intende.  

Insomma, Gucci che concede due settimane di luna di miele fa notizia ma non fa la storia dei diritti arcobaleno. Una storia che ha ancora molte conquiste da fare, soprattutto in Italia. 

Copyright foto: Kika Press
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