Sesso, droga e rock n' roll: gli ingredienti di A Bigger splash
"A Bigger splash" (nei cinema dal 26 novembre) racconta la tentazione che travolge i protagonisti - Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Dakota Johnson e Matthias Schoenaerts - all'insegna dell'immortale sesso, droga e rock n' roll.
Se a sesso, droga e rock n’ roll aggiungi un cast di tutto rispetto (Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Dakota Johnson e Matthias Schoenaerts) e panorami mozzafiato (quelli dell’isola di Pantelleria), la curiosità si solletica per forza. Se poi condisci il tutto con echi presi a prestito dalla nouvelle vague - il film è ispirato a La piscine di Jacques Deray del 1969, protagonisti Alain Delon, Romy Schneider e Jane Birkin - le aspettative si fanno anche pretenziose. Presentato alla 72esima mostra di Venezia e nelle sale dal 26 novembre, A bigger splash, porta sul grande schermo l'irresistibile tentazione del peccato in un balletto tra il desiderio e l’ozio, la trasgressione e il relax, il passato e il presente.
Firmato dal regista siciliano Luca Guadagnino (“partners in crime” di Tilda Swinton dai tempi di Io sono l'amore), racconta gli incroci pericolosi tra due coppie in vacanza a Pantelleria: da un lato ci sono gli affiatati Paul (Matthias Schoenaerts) e Marianne (Tilda Swinton), fotografo con un passato d’alcolista lui e affermata (e momentaneamente afona) rock star lei, dall’altro l’esuberante Harry (Ralph Fiennes) produttore musicale nonché ex di Marianne e sua figlia Penelope (la figlia d'arte Dakota Johnson) scoperta di recente. L'allegra compagnia trascorre quattro giorni insieme tra un tuffo in piscina, una passeggiata in paese e il desiderio che scalda l’atmosfera: Harry prova (e per poco ci riesce) a riconquistare Marianne mentre Paul si fa tentare (cascando) dall’adolescente (e nuda) Dakota Johnson che lo invita per un bagno come mamma li fece. A complicare il siparietto fedifrago, un omicidio su cui indaga un poliziotto (Corrado Guzzanti) che all’indagine, però, preferisce l’aspetto glamour e più che capire che cosa sia successo vuole un autografo.
Insomma, non uno dei personaggi riesce a rispettare i propri intenti: il desiderio, la vanità, la trasgressione hanno la meglio sull’aspetto razionale e travolgono uno ad uno i protagonisti. La scelta di ambientare tanto tumulto ormonale a Pantelleria, spiega il regista, è tutt’altro che casuale: “Pantelleria è un posto incredibilmente violento” dice Guadagnino “è adagiata su un vulcano le cui attività sono silenziosi ma costanti”.
D’altra parte nulla è stato lasciato al caso: la colonna sonora va da Verdi ai Rolling Stones (a Venezia si è aggiudicata il Soundtrack Stars Award), il titolo è ispirato all’omonimo dipinto di David Hockney, l’artista classe 1937 tra i maggiori esponenti della pop art anglosassone, e perfino la cronaca dei tempi moderni fa capolino sul grande schermo con i barconi dei migranti che costringono i protagonisti a confrontarsi con la realtà. Dei riferimenti culturali già si è detto ma non va dimenticato che anche Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, One Plus One di Godard e il docu-film dedicato ai Rolling Stones Simpathy for the Devil trovano parecchi riferimenti nella pellicola. Una sorta di canovaccio su cui Guadagnino riscrive il lato umano degli uomini che, messi difronte alla tentazione, si scoprono (molto spesso) più vulnerabili di quanto non credano di essere. Irresistibilmente tentati. Una dimensione in cui molti sono destinati a riconoscersi, anche se nella vita non sono rockstar di professione o belli e dannati.
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