Nigeria, bomba al mercato: strage di donne e bambini. Sospetti su Boko Haram
Una doppia esplosione nel mercato Gombe, nel nord est della Nigeria ha ucciso almeno 49 persone, per la maggior parte donne e bambini usciti per gli ultimi acquisti alla vigilia della fine del Ramadan. I sospetti, in attesa della rivendicazione, cadono su Boko Haram.
Alla vigilia della fine del Ramadan il mercato di Gombe, nel nord est della Nigeria a prevalenza musulmana, pullulava di donne e bambini. Si affrettavano tutti a comprare l’ultima leccornia prima del via libera ai festeggiamenti. Per questo sono loro le vittime più numerose delle due bombe che giovedì 16 luglio hanno squarciato la mattina di acquisti. Almeno 49 persone sono morte, i feriti non si contano.
La zona di Gombe è quella dove imperversano i miliziani islamici di Boko Haram, la costola africana dell’Isis e, anche se al momento non sono ancora arrivate rivendicazioni, i sospetti ricadono su di loro. La zona confina con Borno, Yobo e Adamawa, territori dove i jihadisti vorrebbero instaurare un califfato islamico.
Nel frattempo restano i racconti dei sopravvissuti, primo tra tutti Badamasi Amin, un commerciante che si trovava a una settantina di metri dal luogo delle esplosioni: "Stavo aiutando i feriti dopo la prima esplosione avvenuta davanti ad un negozio di scarpe, quando è scoppiato l'altro ordigno davanti a un negozio cinese dall'altro lato della strada", ha raccontato.
E il giorno dopo, mentre ancora si contano i cadaveri, un altro attentato ha scosso il Paese, questa volta a Damaturu, capitale dello Stato di Yobe, dove due kamikaze - secondo i media locali due donne - si sono fatti esplodere in mezzo a un gruppo di musulmani riuniti per la preghiera di Eid-al-Fitr, che segna la fine del Ramadan. Cinque i morti, imprecisati i feriti.
Quella della Nigeria stretta dalla morsa di Boko Haram è una strage meno mediatica ma non meno cruenta, fatta di kamikaze nei mercati, nei bar, nelle piazze e villaggi incendiati. Secondo il Council of Foreign Relations, solo nel 2014 sono morte almeno 10 mila persone, un milione e mezzo sono sfollate entro i confini della Nigeria, e centinaia verso il Chad e il Camerun.
L’elezione del nuovo presidente Buhari, di religione musulmana, che all’inizio del 2015 ha preso il posto del cristiano Good Luck Jonathan, non ha migliorato le cose, anzi: le violenze si sono impennate verso quell’uomo che agli occhi dei guerriglieri avrebbe dovuto fare i loro interessi e che, invece, in collaborazione con gli stati confinanti, ha provato in vari modi a fiaccare l’organizzazione. Tanto che, in molte zone della Nigeria, Boko Haram ha colpito più i musulmani che i cristiani. Come al mercato di Gombe dove la maggior parte dei morti erano donne e bambini, usciti di casa per festeggiare la fine del Ramadan.
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