Siria, l'Isis decapita (per la prima volta) anche due donne
Per la prima volta dalla fondazione dell'Isis, i miliziani hanno decapitato due donne con l'accusa di "stregoneria a uso medico". La notizia arriva nel giorno in cui 5 uomini sono stati crocifissi per non aver rispettato il digiuno del Ramadan con tanto di pubblica gogna rivolta (soprattutto) a bambini.
Accusate di “stregoneria a uso medico”, due donne siriane e i loro mariti, forse alle prese con il tentativo di aiutare qualcuno a sopravvivere in una terra dove si muore troppo, da troppo tempo e per troppo poco, sono stati decapitati dai miliziani dell’Isis. È successo domenica 28 e lunedì 29 giugno, “nella provincia di Deir Ezzor e di al-Mayadin, nel nel nord est della Siria - ha dichiarato Rami Abdel Rahman, responsabile dell’Osdh - ed è la prima volta che l'Osservatorio (siriano per i diritti umani, ndr) ha documentato un'esecuzione di questo tipo su donne da parte del gruppo".
La notizia delle decapitazioni arriva insieme a quella di cinque uomini che, sempre a Al-Mayadeen, sono stati crocifissi con l’accusa di non aver rispettato il digiuno previsto durante il mese sacro all’Islam del Ramadan. Una vera e propria esecuzione con tanto di pubblica gogna: i jihadisti, riporta l’Osservatorio, hanno appeso al collo delle cinque vittime un cartello con la scritta "per essere crocifissi tutto il giorno e per aver preso settanta frustate per aver mangiato durante il Ramadan". I primi invitati a prendere in giro le vittime e a molestarle sono stati i bambini, secondo l’orribile pratica di indottrinamento che sta spezzando una terra e il suo futuro.
I numeri degli orrori del Califfato che dalla fondazione dello Stato Islamico, avvenuta un anno fa in Siria, l’ong che ha sede a Londra non ha mai smesso snocciolare nel tentativo di smuovere le coscienze e l’immobilismo o il (troppo) timido interventismo dell’Occidente fanno paura: sono più di tremila le persone giustiziate. Di queste, circa 1.800 erano civili, 74 i minori. Le donne ridotte in schiavitù e i bambini portati nei campi di addestramento, superano le migliaia. Innocenti, come innocenti erano i giornalisti di Charlie Hebdo, i turisti in visita al tunisino Museo del Bardo e quelli in spiaggia a Sousse, freddati da emissari di un Califfato che contagia, dilaga e non ha nessuna intenzione di arrendersi.
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