Schiava dell'Isis, Ivana riconosce in tv il suo aguzzino: "prendetelo"
Ivana Waleed, yazida rifugiata in Germania, ha riconosciuto in tv il miliziano dell'Isis che l'ha venduta come schiava del sesso. Dopo averlo denunciato su Facebook ha esortato il governo iracheno.
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Ivana Waleed è una donna yazida rifugiata in Germania. È bellissima ma nei suoi occhi c’è una tristezza tanto ineffabile quanto inimmaginabile. Nella sua vita precedente è stata rapita dai miliziani dell’Isis, stuprata e venduta come una schiava del sesso. Un incubo a cui è scampata ma che ha stampato nella memoria, nei dettagli. Per questo, non appena ha visto in tv il volto del suo aguzzino camuffato da profugo, mescolato tra i civili in fuga dalla cittadina irachena di Tal Afar, ancora nella morsa dell’Isis, ha aperto Facebook e lo ha denunciato in un post che è diventato virale e ha tutti gli estremi per trasformarsi in un caso internazionale.
"È lui - scrive la giovane nel post accompagnato dalla foto dell'uomo -, non potrò mai dimenticare la sua faccia, si faceva chiamare Abu Ali ed era il responsabile della compravendita di migliaia di ragazze yazide. Io stessa ero una di loro e sono stata venduta da lui a un suo amico". Intervistata da Rudaw, l'emittente satellitare curda che aveva mostrato il filmato con l’uomo incriminato, Ivana ha esortato il governo iracheno ad arrestarlo dicendosi "pronta a venire a testimoniare assieme ad altre decine di yazide davanti ai giudici". E ancora: “prendetelo per favore perché questa bestia potrebbe indicarci che fine hanno fatto centinaia di altre ragazze sparite".
Ragazze e bambine yazide che negli ultimi 3 anni sono state strappate dalle loro famiglie dai miliziani dell’Isis e trasformate in schiave da stuprare, rivendere, ri-stuprare e vendere ancora secondo un codice preciso - regolato dalla fatwa 64 - e una vera e propria teologia dello stupro che fa vergogna al genere umano. Opporsi significa morire. I racconti delle sopravvissute - vedi le interviste dell’inviato speciale a Zakho di Le Figaro -, passate di mano in mano da un bazar all’altro decine e decine di volte prima di essere liberate, sono agghiaccianti. Un incubo ad occhi aperti che Ivana, una di loro, può contribuire a spezzare.