Sessualità maschile: 10 cose da sapere

Dalla verginità all'eiaculazione passando per le fantasie sessuali, i punti erogeni e le disfunzioni: ecco la sessualità maschile in dieci punti.

Conoscere la sessualità maschile a partire dalla prima volta garantisce una vita intima molto più serena.


Verginità maschile, questa sconosciuta 

A proposito di sessualità maschile non si può che cominciare dalla prima volta. Soprattutto dal momento che la verginità degli uomini è argomento troppo spesso ignorato. Eppure tra i falsi miti da sfatare, c’è la rottura del frenulo del pene, il filetto di pelle che unisce il glande al prepuzio. Ebbene: non ha nulla a che vedere con l’imene per le donne, raramente si lacera, non costituisce quasi mai un problema che, laddove si presentasse, si risolve facilmente.  

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Fantasie sessuali: caste o hot?


Le fantasie sessuali maschili sono più caste del previsto.


La recente indagine della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) ha rivelato una sessualità piuttosto ordinaria in entrambi i sessi e non solo nella pratica ma anche nella fantasia. Tuttavia, tra le fantasie erotiche più diffuse tra gli uomini c’è il sesso a tre, lo scambio di coppia e il dogging, il sesso con gli sconosciuti. Tra le più inconfessabili si annoverano i cuckold (gli uomini che amano essere cornuti) e i money slave, gli uomini schiavi dei desideri materiali delle donne. 

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Eccitazione maschile: preliminari sì o no?


Anche la sessualità maschile si accende con i preliminari.


Anche la sessualità maschile va eccitata e, in questo senso, i preliminari per lui non andrebbero mai sottovalutati. Soprattutto se si dispone di parecchio tempo per fare sesso, dedicare ampio spazio al corpo dell’uomo e alla stimolazione del suo erotismo non solo contribuisce all’eccitamento della donna ma crea anche le premesse per amplessi che ambiscono al tantra.

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Punti erogeni maschili: dove e come?


Il collo, i lobi delle orecchie e la nuca: alcuni dei punti erogeni per accendere la sessualità maschile.


Stimolare i punti erogeni maschili significa accendere la sua sessualità. Dal cervello (il primo dei punti) ai piedi (il più intenso), passando per il retro del ginocchio (tra i meno noti), la zona del basso ventre, il collo, i lobi delle orecchie  e la nuca, è evidente come i genitali non siano che il punto d’arrivo del tour del piacere. 

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Punto L, punto P: stimolazioni ad hoc


Sessualità maschile: la stimolazione del punto L e del punto P, ovvero il punto G al maschile.

 
Un discorso a parte meritano il punto L e il punto P che, nella sessualità maschile, rappresentano l’equivalente del punto G delle donne. Entrambi si trovano nella zona dei genitali - il punto L alla base del pene mentre il punto P tra l'ano e il pene - ed entrambi, se stimolati durante la penetrazione o durante una fellatio, assicurano intensi e prolungati orgasmi. 

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Sesso orale: una grande passione

La fellatio è uno dei momenti più intensi della sessualità maschile.


La sessualità maschile ama il rapporto orale. A parte poche eccezioni, la fellatio è una delle stimolazioni dei genitali capaci di regalare intensi piaceri agli uomini. Al contrario, non tutte le donne sono in grado di apprezzare un cunnilingus.

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Il pene, qualche misura


Il pene domina la sessualità maschile: l'uomo da record, però, ha chiesto l'invalidità.


Le dimensioni del pene sono il primo complesso della sessualità maschile, molto più di quanto gli stessi uomini non siano disposti ad ammettere. Ebbene, se fino al 2015 il record di John Falcon (34,2 centimetri) destava qualche invidia, quello stabilito da Roberto Esquivel Carrera (48,2 centimetri, troppi, tanto che ha chiesto l’invalidità) di sicuro ha convinto gli uomini che piccolo è bello. Tanto per la cronaca: un recente studio pubblicato sul British Journal of Urology che ha passato in rassegna 15mila uomini sparsi per il mondo ha rivelato la media: 9,13 centimetri a riposo e 13,12 in erezione. Solo uno su mille misurava 22 centimetri. 

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Orgasmo maschile: tutto quello che c’è da sapere


L'eiaculazione, ovvero l'orgasmo è l'apice della sessualità maschile.


Il picco del piacere nella sessualità maschile è il momento dell’orgasmo: eiaculare è un’estasi che, in media, dura 6 secondi e si accompagna a contrazioni ritmiche molto potenti. La capacità di controllare il momento dell’eiaculazione dipende dalla padronanza con la propria sessualità si migliora con il tempo. Infine, va detto che è normale che nei momenti successivi l’uomo tenda ad addormentarsi: è colpa dell’ipofisi, la ghiandola del cervello che produce ossitocina e prolattina durante l’orgasmo. Oltre al piacere gli ormoni inducono al sonno. Ma niente paura, il cosiddetto periodo refrattario dura dai 30 ai 45 minuti, dopo si può sempre tentare il bis.

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Calo del desiderio maschile


Il calo del desiderio è un disturbo della sessualità che interessa un over 40enne su 4.


Tra i più diffusi problemi della sessualità maschile, c'è il calo del desiderio: colpisce 1 uomo su 4 dopo i 40 anni ed è all’origine di crisi di coppie apparentemente serene. Diverse le cause che scatenano il fenomeno: dallo stress all’ansia da prestazione fino a vere e proprie disfunzioni o malattie (soprattutto cardiache, ipertensione, diabete e disturbi alla tiroide). Il primo passo per risolvere il problema, è affrontarlo con la partner.

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Eiaculazione precoce, impotenza e prostatite


I disturbi della sessualità maschile sono parecchio diffusi ma molto spesso hanno origine psicologica.


I più diffusi disturbi della sessualità maschile riguardano l’eiaculazione precoce, l’impotenza, anche detta disfunzione erettile, e la prostatite, ovvero un’infiammazione della ghiandola che può causare dolori in tutta l’area genitale e basso-addominale. 

La cattiva notizia è i che i disturbi sono abbastanza diffusi: secondo uno studio del 2015 della Società italiana di Urologia, il 17% degli italiani (quasi 5 milioni di persone) soffre di eiaculazione precoce, il 13% di disfunzioni erettili. La buona notizia è nella maggior parte dei casi i disturbi hanno origine psicologica e si affrontano senza la chimica ma con la psicoterapia. L’importante è parlarne, almeno con se stessi.

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