Estrattore o centrifuga? Ecco qual è la differenza per i vostri succhi

Breve guida per spiegare le differenze tra l'estrattore e la centrifuga: perché se "Juicing is trending" (oltre che salutare) è importante conoscere le peculiarità dei macchinari.

Mentre l'estrattore "mastica" frutta e verdura, la centrifuga la tritura separando polpa e succo. © FLAVIO VIERI/123RF

Il marketing a stelle e strisce ha trasformato in una moda il monito delle nonne di bere succhi di frutta e verdura (per essere sani e trendy chiamateli estratti o centrifugati, non succhi): "Juicing is trending" ripetono a gran voce e confermano gli studi medici che fanno a gara per accreditare alla scienza la saggezza popolare. L’ultimo quello pubblicato dal British Medical Journal nel 2014 secondo cui i succhi verdi (o arancioni, o rossi o gialli e chi più ne ha ne metta che la natura ha fantasia), rinforzano il sistema immunitario, prevengono il cancro, riducono la mortalità, aiutano a perdere peso e ripuliscono l’organismo.

Ecco spiegata la moda dell’estrattore e della centrifuga che negli ultimi anni hanno intaccato il predominio di frullatori e spremiagrumi. Tanto più che, a voler seguire il calendario della frutta e verdura di stagione, ce n'è abbastanza per andare avanti tutto l’anno. Prima di approfondire le proprietà dei due macchinari, è bene precisare che per non danneggiare gli apparecchi, i frutti che hanno una bassissima percentuale di acqua (dai fichi alle banane passando per gli avocado) non possono essere né estratti né centrifugati. 

Estrattore a freddo (ovvero il masticatore) 

Come dice il nome, l’estrattore estrae, non macina. Questo perché non ha una lama ma una vite senza fine (una coclea) che, girando lentamente e senza produrre calore (meno di 100 giri al minuto), “mastica” la polpa di frutta e verdura estrapolando il succo a freddo. In questo modo le proprietà nutritive rimangono inalterate, il succo è abbondante (circa il 20% in più della centrifuga) e gli scarti sono pochissimi e secchi. Va detto, però, che dal momento che della polpa non rimane nulla, il sapore finale è meno intenso. Da sapere: erbe e verdure a foglia con elevata fibra e poco succo sono perfette per l’estrattore (non per la centrifuga). I prezzi variano da 150 a 1000 euro: per un buon rapporto qualità prezzo vanno valutati quelli tra i 350 e i 500 euro.  

Centrifuga: la soluzione più economica 

Anche in questo caso, la natura dell’apparecchio sta nel suo nome: dotata di una lama che gira ad altissime velocità (tra i 6mila e i 18mila giri al minuto), tritura la verdura e la frutta e poi, sfruttando la forza centrifuga, spinge la poltiglia verso un setaccio da cui filtra solo il liquido. In pratica prima riduce in polpa la frutta e la verdura e poi ne separa il succo. C’è da dire che la velocità delle lame crea del calore che, a detta degli esperti, penalizza il numero delle vitamine, degli enzimi e dei minerali. In commercio, però, esistono anche modelli che lavorano a basso regime e quindi producono pochissimo calore. Inoltre, con la centrifuga, frutta e verdura subiscono l’influenza dell’aria che contribuisce a un’ossidazione più veloce che compromette i nutrienti. Diversi anche gli scarti - quelli della centrifuga sono più abbondanti e umidi (non tutto il succo viene filtrato) - i prezzi - per una buona centrifuga bastano un centinaio di euro - e i tempi per la pulizia: mentre per un estrattore è un processo un po’ più laborioso, la centrifuga è veloce da lavare e asciugare

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