La finale di Federica Pellegrini: un incubo

Quarto posto per Federica Pellegrini che nei 200 metri stile libero non riesce a raggiungere le avversarie. La carriera si chiude a Rio 2016, con "un incubo". 

Federica Pellegrini quarta a Rio: la finale sfuma per 26 centesimi.

Non mi so davvero spiegare una gara simile, un vero incubo”: 26 centesimi separano Federica Pellegrini dal podio olimpico. Sfuma così, in quarta posizione, la carriera della Divina in vasca. Sfuma a Rio 2016, per poco meno di tre decimi che in gara sono tanti, troppi. A chi le chiede conto della medaglia di legno risponde un po’ con rabbia e un po’ con delusione. “Se alla mia età devo stare a sentire che mi è mancata la testa mi metto a tirare cazzotti” ringhia. E poi ammette: “Non mi sono ritrovata, pensavo di stare in un’altra forma, soprattutto dopo la semifinale. La tattica era quella giusta, il fisico non mi è venuto dietro. Ci ho messo tutto quello che avevo ma non andava e non è andata”.

Non è andata e non andrà più perché a 28 anni compiuti il giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi 2016, Federica dice addio alle gare. D’ora in poi nuoterà per passione, magari farà anche pace con le bracciate in mare aperto, dove non vede il fondo e non si fida. Di sicuro potrà dedicarsi alla sua vita privata, al suo matrimonio, magari andrà a farsi un altro tatuaggio, di sicuro a comprarsi qualche altra scarpa con il tacco, che tanto adora. Di coppe nella stanza dei trofei, però, quella che riempie da quando ancora non aveva 18 anni, non ne metterà più.

"Sì, ho 28 anni, bla bla bla, ma ci credevo - ha postato, amareggiata, su Instagram -. Ho combattuto con tutto quello che avevo e purtroppo ho perso. Forse è tempo di cambiare vita, forse no. Certo è che un male così forte poche volte l'ho sentito". Si era già capito che bruciava, quando appena uscita dalla vasca, consapevole di non aver avuto quella bracciata in più che la separava dalle imprendibili Katie Ledecky, Sarah Sjostrom ed Emma McKeon, Federica continuava a ripetere che “non pretendevo di vincere, ma almeno lottare per il terzo posto. Mi sembra di vivere un piccolo incubo. Rispetto a ieri mi sembrava di essere un'altra persona in acqua”. Domani chissà, domani inizia una nuova vita: è ora d'imparare a nuotare laddove il fondo non si vede.

 

Copyright foto: Kika Press

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