Sintomi infarto: come lo si riconosce?

Quando il rischio è quello di un infarto, non si sa mai come comportarsi. Tra miti e leggende, la nostra esperta ci aiuta a fare chiarezza. Soprattutto nel caso delle donne.

Infarto del miocardio: non sempre è fulminante, bisogna saperlo riconoscere.


Ci sono sintomi e segnali che, e identificati in tempo, potrebbero davvero mettere i guardia aiutando a riconoscere l'infarto. La nostra esperta, la dottoressa Pamela Pacini, medico di Medicina Generale della ATS Milano città metropolitana, ci spiega come stare allerta, per il bene del nostro cuore.

Infarto del miocardio: cos'è esattamente?

L’infarto è la necrosi, cioè la morte, di una parte del muscolo cardiaco che non riceve un adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa per ostruzione di una o più delle coronarie, le arterie deputate alla sua irrorazione.

Quali sono i sintomi di un infarto?

L’esordio è brusco ed in prevalenza caratterizzato da sintomi tipici dell'infarto, facilmente identificabili nella maggior parte dei casi. I sintomi più frequenti sono il dolore al petto costrittivo ed oppressivo, la sudorazione fredda profusa, uno stato di malessere profondo, la nausea e il vomito. Il dolore si può irradiare verso il collo, la gola, la mandibola (soprattutto ramo sinistro), la schiena, gli arti superiori (soprattutto il braccio sinistro) e lo stomaco. Possono essere riportati anche stordimento e vertigini, mancanza di respiro in assenza di dolore toracico (soprattutto nei pazienti diabetici e nelle donne), svenimento con perdita di coscienza. Quando il dolore al petto, spontaneo o da sforzo, si manifesta per una durata massima di 30 minuti si parla di angina pectoris: una condizione di ischemia del cuore che non arriva ad essere così prolungata da provocare necrosi.
Ci sono pazienti che lamentano l’angina pectoris da ore, giorni, mesi o anni prima di un vero e proprio infarto. L’infarto miocardico è un’esperienza soggettiva: non tutte le persone che ne sono colpite descrivono la presenza degli stessi sintomi e questi possono manifestarsi con diversa intensità.

Quali sono i soggetti a rischio infarto?

I soggetti con maggiori rischi sono quelli che hanno uno scorretto stile di vita: sedentarietà e fumo sono fra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare; una dieta troppo ricca di calorie e grassi contribuisce ad aumentare il livello di colesterolo nel sangue, rendendo molto più probabile l’occlusione e l’infiammazione delle coronarie; l’ipertensione arteriosa causa un aumentato lavoro del cuore e ad una aumentata probabilità di sviluppare aterosclerosi e sofferenza miocardica; il diabete, causando un eccesso di zuccheri nel sangue favorisce il danneggiamento delle arterie, come le coronarie; l’uso di droghe può aumentare notevolmente la possibilità di infarto miocardico ed abbassare l’età media in cui si manifesta. Ci sono poi fattori di rischio non modificabili quali l’età (come per quasi tutte le patologie cardiovascolari, il rischio di infarto aumenta con l’avanzare dell’età), il sesso (gli uomini sono più a rischio delle donne in età giovanile, dopo la menopausa il rischio è analogo), la familiarità, soprattutto se i casi di infarto si sono manifestati precocemente.

Infarto fulminante: cosa significa?

L’infarto resta ancora una malattia mortale. La mortalità è tanto maggiore quanto più tardivo è l’accesso del paziente ad un ospedale nel quale possa essere trattato adeguatamente. Inoltre è opportuno ricorrere al 112 in tutti i casi in cui si sospetti la presenza di un infarto cardiaco per iniziare al più presto il monitoraggio del paziente, trattare tempestivamente le complicanze fatali che possono verificarsi nelle prime ore (aritmie gravi come la fibrillazione ventricolare) e cominciare a somministrare i primi farmaci efficaci sul coagulo o trombo che occlude la coronaria.

Pre infarto: è vero che il petto fa sempre molto male?

Spesso il dolore al petto compare per brevi intervalli temporali e si risolve spontaneamente, prima di manifestarsi in modo più duraturo, con il corteo dei sintomi già descritto. Ci sono pazienti che lamentano l’angina pectoris da ore, giorni, mesi o anni prima di avere un vero e proprio infarto. L’intensità del dolore non è sempre violenta, soprattutto in presenza di diabete e nelle donne.

Sintomi infarto nelle donne: sono diversi?

Nelle donne i sintomi possono essere più sfumati e manifestarsi con una dolorabilità diffusa alla schiena, alle mandibole o alla bocca dello stomaco, mancanza di fiato, nausea, stanchezza, senso di indigestione: sintomi che possono essere sottovalutati, pensando siano dovuti ad una banale influenza o a problemi di reflusso gastroesofageo.

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