Kesha violentata: la triste storia tra la cantante e il produttore Dr Luke

Un giudice ha dato torto a Kesha: non si può dire che sia stata violentata da Dr. Luke, il suo produttore della Sony, perciò il contratto va onorato. Mentre lui si sfoga su Twitter, da Lady Gaga a Miley Cyrus, l'hashtag  #FreeKesha diventa virale. 

Kesha violentata: nonostante un giudice di New York abbia assolto Dr.Luke, la querelle va avanti.


Quando un giudice di New York le ha dato torto, Kesha è scoppiata in lacrime. La brutta storia tra la cantante diventata famosa con il singolo Tik Tok uscito nel 2009 e Dr. Luke - al secolo Łukasz Sebastian Gottwald - il produttore della Sony accusato di abusi sessuali, continua tenere banco negli Usa (e non solo) nonostante la giustizia abbia emesso il suo verdetto: Kesha non è stata violentata, o per lo meno non ci sono elementi sufficienti per confermare le accuse e perciò “non esistono prove di un danno irreparabile”. Tradotto: la richiesta di Kesha di rescindere il contratto che la lega al produttore è stata negata. 

Il polverone si è sollevato in meno di un attimo: mentre l’hashtag #FreeKesha diventava virale grazie all’appoggio delle colleghe dai nomi altisonanti - da Lady Gaga a Lena Dunham passando per Ariana Grande, Lorde, Demi Lovato e Miley Cyrus - e mentre Taylor Swift donava alla cantante 250mila dollari per “sostenerla in questo momento difficile”, il produttore assolto ribadiva su Twitter le sue ragioni.

È un peccato che là fuori ci sia così tanta speculazione - ha cinguettato Dr. Luke in una lunga serie di post -, basata su così poche informazioni. L’unica persona obiettiva a conoscenza dei fatti è il giudice. Il giudice non ha deciso in favore di Kesha venerdì. Capisco perché le persone che non conoscono tutti i fatti stiano parlando. Posso capire la loro compassione. Ma le vite possono essere rovinate quando c’è una corsa al giudizio prima che tutti i fatti vengano fuori… E lui non ha deciso in favore di Kesha. Capisco perché le persone parlino, posso capire la loro compassione. Ma tante vite possono essere rovinate”.

Il produttore rimanda le accuse al mittente  sostenendo che “chiunque sia sano di mente è contro lo stupro, ma tutti quelli che stanno commentando lo stanno commettendo, senza sapere i fatti. Stanno sostenendo un’accusa motivata solo dai soldi” e ribadisce, nonostante il processo gli abbia dato ragione che “non ho stuprato Kesha e non ho mai fatto sesso con lei. Kesha e io siamo stati amici per tanti anni ed era come una sorella minore per me. Ho tre sorelle, una figlia e un figlio con la mia ragazza, e una mamma femminista che mi ha cresciuto correttamente”. Insomma, non sono quel tipo di persona né sarei potuto esserlo. Quello che tra loro c’è stato rientra nelle normali divergenze creative: “È triste che lei abbia trasformato una negoziazione contrattuale in qualcosa di così orrendo e non vero”.

Va da sé che la versione di Kesha, diventata di pubblico dominio con la denuncia nell’ottobre 2014, è tutt’altra: Dr. Luke l’avrebbe molestata per molti anni e l’avrebbe riempita di alcool e droghe in diverse occasioni, prima di farle avance sessuali. Una volta le avrebbe somministrato “pillole anti sbronza” che le avrebbero fatto perdere i sensi facendola risvegliare, nuda, nel netto di lui, senza ricordi. Un’altra ancora, la cantante sostiene di essere fuggita scalza sulla Pacific Coast Highway da un tentativo di aggressione nella casa di Dr. Luke a Malibu. E ancora: Kesha ha anche accusato Dr.Luke di esercitare “un controllo eccessivamente stretto sulla carriera musicale”. In un passaggio della citazione in giudizio, Kesha ha scritto: “so di non poter lavorare con Dr. Luke. Non ce la faccio fisicamente. Non mi sento sicura in nessun modo”. Sia come sia, Kesha non pubblica un disco dal 2012 e nel frattempo la 28enne sostiene di essere finita anche in rehab per bulimia nervosa legata, secondo lei, proprio al rapporto con il producer

Ma ora che la giustizia ha dato torto a Kesha come sia andata la (brutta) storia tra loro poco importa. Importa piuttosto che cosa ne sarà del contratto con la Sony che la cantante è obbligata a rispettare per i successivi tre dischi. Il braccio di ferro rischia di ritorcersi contro la casa discografica, soprattutto se le celeb continueranno a dimostrarsi dalla parte della cantante. Perciò sono in molti a pensare che alla fine la Sony autorizzerà il via libera. 

Nel frattempo, si prova a mediare anche se, nemmeno qui, lo scenario è incoraggiante: sia la Sony che Dr. Luke hanno dato il via libera a Kesha per lavorare con altri produttori al suo prossimo disco, che dovrà comunque uscire per l’etichetta di Dr. Luke. Una concessione che Kesha ha contestato dal momento che, ne è certa, il lavoro non sarebbe promosso adeguatamente dalla casa discografica. Appuntamento al prossimo lascia o raddoppia.

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