Figli dei fiori: 40 anni dopo è il turno dei nipoti
Nel 1967 i primi figli dei fiori si davano appuntamento a San Francisco, allo Human Be-In. Quarant'anni dopo il loro messaggio è ancora vivo: ora è il turno dei nipoti (tecnologici) dei fiori.
La morte di David Bowie li ha fatti sfilare in un lutto composto e variopinto ripreso dalle telecamere di mezzo mondo appostate al civico 285 di Lafayette Street, a Nolita (North of Little Italy), New York, l’ultima lussuosa residenza dell’artista: i figli dei fiori sono solo un po’ invecchiati ma il loro messaggio di pace è ancora capace di contagiare nuove generazioni. Quella dei "nipoti dei fiori", per esempio.
Fate l'amore non fate la guerra
Erano appena dei ragazzi quando il loro Flower power declinato in slogan di pace e libertà - da "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" a "Fate l'amore, non la guerra" - hanno fatto la storia. Era la fine degli anni Sessanta e i media li battezzarono beatnik, in una (denigratoria) crasi di beats, i membri della Beat Generation e dello Sputnik, il satellite sovietico del paese comunista. Poco male, devono aver pensato quei padri fondatori della nascente cultura hippie che si erano trasferiti nel distretto di Haight-Ashbury di San Francisco. Ben presto il loro Flower power creò una vera e propria famiglia: i figli dei fiori iniziarono a vestirsi di fiori, a incontrarsi e a contagiare mezzo mondo (e scandalizzare l’altra metà) a suon di rock psichedelico, sesso libero e allucinogeni. Perché se l’obiettivo era creare e possibilmente vivere in un mondo in pace, nel frattempo trascorrevano il tempo alla ricerca sfrenata della totale libertà. La coscienza andava esplorata, i sensi amplificati, i confini abbattuti. Se per fare tutto ci vuole un fiore, per fare i figli dei fiori ci vuole il tutto.
Chi ha avuto la fortuna di partecipare allo Human Be-In del 1967 a San Francisco, o alla leggendaria Summer of Love dell'estate del 1967, sulla costa ovest degli Usa, o, ancora, al festival di Woodstock dell'estate del 1969, sulla costa est, sa bene di che cosa stiamo parlando. Così come chi c’era ad Altamont Free Concert, nel dicembre dello stesso anno, annunciata come la Woodstock West sa altrettanto bene che la parabola era (quasi) volta al termine: il diciottenne Meredith Hunter fu pugnalato a morte durante il concerto dei Rolling Stones e gli hippie di mezzo mondo andarono a sbattere contro un muro di gomma. Senza fiori.
Abbigliamento hippie (e non solo)
Con gli anni Settanta il movimento si trasformò poco alla volta in una moda e a parte qualche raro episodio, degli ideali dei figli dei fiori si perse (quasi) ogni traccia. A rubargli la scena, negli anni Ottanta, arrivano gli yuppie: figli che al posto dei fiori indossano giacche, cravatte e tailleur, inseguono il denaro e vivono una vita consumista, ostentando successo e potere.
I nipoti dei figli dei fiori
Eppure ci sono angoli di mondo dove i figli dei fiori hanno ancora una casa. Per esempio in Italia, lungo la statale 444 che collega Assisi a Gualdo Tadino: è lì che si trova Ananda, la comunità spirituale fondata 30 anni fa da Swami Kriyananda (al secolo Donald Walters), uno che nel 1968 viveva in California e oggi divulga gli insegnamenti di Paramhansa Yogananda colui che trapiantò lo yoga in Occidente negli Anni Venti del secolo scorso. Passeggiando per Ananda s’incontrano non solo uomini come Swami ma anche giovani leve, figli dei figli dei fiori nati in tutto il mondo e confluiti in questo fazzoletto di terra dove si vive ascoltando la natura, se stessi e non c’è spazio per stress e bramosia.
“Per i ricercatori della verità di tutte le religioni”, recita il cartello all’entrata della comunità dove vive chi non insegue soldi e successo ma spera “di trovare l’armonia con il tutto, di aiutare gli altri e di dare il mio contributo al mondo” come dice uno di loro. D’altra parte “Siamo in tantissimi così, nella nostra generazione, in tutto il mondo, e siamo collegati attraverso internet: facciamo anche meditazione in streaming. I nipoti dei fiori sono più tecnologici dei loro padri!”. Ecco a voi i nipoti dei figli dei fiori, che mettono byte nei loro cannoni.
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