Da Pinocchio a Valeria Solesin: il 24 novembre nei secoli

Il 24 novembre è passato alla storia per la nascita di Carlo Collodi e la morte di Freddy Mercury. Quello del 2015 verrà ricordato per i funerali di Valeria Solesin e il caccia russo abbattuto dai turchi.

Il 24 novembre 2015 Venezia ha dato l'addio a Valeria Solesin.



La morte di Freddy Mercury e la nascita di Carlo Collodi. I funerali di Valeria Solesin, la 28enne uccisa negli attentati a Parigi e la Turchia che abbatte il caccia russo scatenando l’ira del presidente Vladimir Putin. Eccolo il 24 novembre attraverso i secoli: da quel 1826 a Firenze - dove nasceva Carlo Lorenzini alias Carlo Collodi autore de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino -, a quel 1991 a Londra, dove moriva il 45enne Freddie Mercury al secolo Farrokh Bulgara, molto è cambiato: in mezzo ci sono stati il 24 novembre 1859, giorno in cui Charles Darwin diede alle stampe la sua selezione naturale che andò a ruba, quello del 1944 quando Tokyo fu bombardata dagli americani, quello del 1963 quando Lee Harvey Oswald, il presunto killer di John F. Kennedy, fu freddato a colpi di pistola da Jack Ruby, quello del 1969 quando l'Apollo 12 ammarò nell'Oceano Pacifico, mettendo fine alla seconda missione dell'uomo sulla Luna e quello del 1974, ad Afar in Etiopia, quando i paleontologi scoprirono i resti di Lucy, l'ominide del genere Australopithecus vissuto in Africa tra 4 e 3 milioni di anni fa. 

Tutte persone che hanno creduto nella possibilità di cambiare il mondo, nel bene o nel male, e per questo sono ricordate. Anche in questo 24 novembre 2015, sebbene siano due episodi di una folle guerra dichiarata all’Occidente quelli che rimarranno impressi nella memoria collettiva. Se i funerali di Valeria Solesin celebrati a Venezia hanno contribuito ad unire gli animi nella lotta alla guerra, l’abbattimento di un jet militare russo è destinato a dividerli: "avrà conseguenze tragiche nei rapporti tra Russia e Turchia”, ha tuonato il leader del Cremlino, Vladimir Putin.

Staremo a vedere, nel frattempo non resta che cercare ispirazione dal passato. Da Freddy Mercury per primo: a 24 anni dalla morte del frontman dei Queen per HIV, non c’è persona al mondo (per lo meno quello occidentale) che non abbia mai canticchiato tra sé quello che, se Freddy fosse vivo, ripeterebbe a gran voce: “We are the champions, my friends. And we’ll keep on fighting. Till the end”. Noi siamo i campioni, amici miei. E continueremo a combattere. Fino alla fine.

Copyright foto: Facebook@Valeria Solesin
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