La confessione di Luca Priolo: "Ho ucciso io Giordana in un raptus di follia"

Luca Priolo ha confessato l'omicidio di Giordana Di Stefano in un "raptus di follia". Arrestato a Milano, tentava la fuga in Svizzera: "Io l'amavo ma lei non mi voleva più". 

Luca Priolo ha confessato l'omicidio di Giordana Di Stefano, 21 anni, sua ex convivente che l'aveva denunciato per stalking.


Dietro al femminicidio di Giordana Di Stefano c’è la solita e abominevole, scusa: "Io l'amavo ma lei non mi voleva più. Temevo che non mi facesse più vedere la bambina". A fornirla, dopo aver ammesso l’omicidio, è il 24enne Luca Priolo, l’ex convivente della 21enne accoltellata a Nicolosi proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuta celebrare l’udienza preliminare del procedimento per stalking

Perché Giordana aveva capito da tempo che le cose si stavano mettendo male e invece di insabbiare tutto, nel 2013 è andata a denunciarlo, il padre di sua figlia. L’uomo che la perseguitava di messaggi e la seguiva fino a intrufolarsi a casa sua, di nascosto, passando da una finestra. Ma anche l'uomo con cui, lo scorso 27 agosto, festeggiava il compleanno della loro piccola Asia, condendo la foto ricordo con tanto di emoticon che raccontano una famiglia felice, regali, e cuori assortiti. Tanto che gli avvocati pensavano che la querelle tra i due si sarebbe potuta risolvere evitando il processo. E invece, l'epilogo con cui ora tocca fare i conti, è il più drammatico.

A questo punto non resta che raccontare i fatti, sperando che servano ad accelerare quella giustizia che avrebbe dovuto proteggere Giordana e la piccola Asia, da ventiquattr’ore orfana di madre per mano del padre. Il “raptus di follia”, come ha dichiarato Luca, è esploso martedì sera, era il 6 ottobre e Giordana aveva cenato fuori con un cugino. All’uscita, davanti alla pizzeria, incontra Luca, i due si mettono a parlare, poi si appartano nella macchina di lei ma qualcosa va storto: Luca tira fuori il coltello che aveva con sé e la uccide. Poi la lascia lì, a morire da sola e torna a casa con il suo motorino, si cambia, prende le chiavi della macchina della madre e la saluta. La fuga per Milano ha inizio. 

Lascia a casa il cellulare, ben consapevole che avrebbe potuto incastrarlo, e per strada si libera dei vestiti macchiati di sangue. Ad incastrarlo, però, il sistema tutor che immortala l’auto e la segue fino a Milano. Arrivato in Stazione Centrale il giovane crolla: chiede il telefono a un passante e manda un sms al padre: "Sono nei guai, aiutatemi e mandatemi dei soldi”. Quello che Luca non ha considerato è che anche il cellulare del padre è controllato dai carabinieri che si attivano in un attimo: mentre il genitore richiama il numero e scopre che lo sconosciuto si trova a Milano, gli inquirenti girano via WhatsApp la foto dell'omicida ai colleghi di Milano. Arrivati sul posto gli uomini in divisa lo chiamano per nome, Priolo sta per salire sul treno che lo avrebbe portato a Lugano ma cede, risponde “Si, sono io” e, tra le lacrime, si lascia arrestare.
 
In caserma confessa tutto, nega la premeditazione (bisogna capire, allora, come mai la sera del 6 ottobre avesse con sé il coltello da caccia usato per uccidere Giordana), indica dove si è liberato dei vestiti e dell’arma, che gli inquirenti stanno ancora cercando. Infine, poco prima di essere portato in cella, confessa: “volevo trasferirmi con Giordana e la bimba a New York”, un sogno troppo distante da quella realtà che Luca si rifiutava di accettare e ha cancellato, una coltellata dopo l’altra.

Copyright foto: Facebook@Giordana Di Stefano
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