Oms: più diffidenza contro i vaccini (e più rischi per i bambini)
Vaccini sì o no? I genitori temono i legami (smentiti dalla scienza) con l'autismo. E l'Organizzazione Mondiale della Sanità torna sul tema, spiegando che ritardi e rifiuti stanno crescendo. Si riduce l'immunizzazione e aumentano i rischi per i bambini.
Manca ancora una precisa campagna d'informazione sui vaccini, forse. Oppure i dubbi sono così radicati da non venire cancellati neppure dalle prove scientifiche. Il mondo dei genitori continua a interrogarsi sul tema della immunizzazione dei propri bambini e spesso a ritardare o evitare le profilassi obbligatorie, per i timori più svariati. Il principale era stato uno studio, ormai smentito da importanti prove mediche, sulla correlazione tra vaccinazione e autismo.
A nulla però sono valsi questi passi. Né gli importanti episodi di cronaca, come i casi anche mortali di morbillo negli Statu Uniti e in Europa, dovuti a nuovi focolai collegati alla mancata vaccinazione.
E l'Oms, nel suo ultimo report sul tema, parla di un nuovo fenomeno, il vaccine hesitancy (diffidenza sui vaccini). Un bambino su 5 non è coperto da vaccinazioni salva-vita e 1,5 milioni di bambini muoiono annualmente per malattie riconducili ad una mancata immunizzazione: morti quindi evitabili.
"I vaccini, se utilizzati, possono solo migliorare la salute e prevenire le morti; i programmi di immunizzazione devono essere in grado di raggiungere e mantenere elevati tassi di vaccinazione. La diffidenza nei confronti dei vaccini rappresenta un problema sempre più importante per tutti i Paesi del mondo", spiega, nel comunicato dell'organizzazione, il dottor Philippe Duclos, Senior Health Adviser del Dipartimento di Immunizzazione, vaccini e medicinali biologici dell’Oms.
Costi, disinformazione, leggende metropolitane, barriere geografiche sono tra le principali cause della diffidenza, nonostante vaste epidemie (come Ebola) abbiano riunito il mondo sulla necessità di trovare rimedi che fermino questi fenomeni, senza che si disperdano su altri continenti. E se nel caso di Ebola anche i più riottosi non hanno posto in dubbio la necessità di ricercare un vaccino che bloccasse l'epidemia mortale, proprio da questa esperienza l'Oms trova un esempio positivo: "come ha tragicamente mostrato la recente crisi di Ebola, impegnarsi con le comunità e persuadere le persone a cambiare le loro abitudini e i loro comportamenti rappresenta un elemento fondamentale per il successo delle politiche di salute pubblica. Affrontare la vaccine hesitancy non è diverso".
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