Virus Ebola e Oms: emergenza, errori e scoperte

La malattia da virus Ebola continua e mietere vittime e l'Organizzazione mondiale della sanità torna a parlare di emergenza internazionale. Nel frattempo, la ricerca per trovare una cura prosegue e una commissione elenca tutti gli errori commessi.

Ebola continua a rimanere un'emergenza internazionale. Lo ha stabilito l'Oms, che però, in questo momento, riceve le critiche di una commissione, che ne elenca gli errori.


Progressi ce ne sono stati, ma non sufficienti. E gli errori, tanti, potevano essere evitati. Il Comitato di Emergenza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha confermato che, per il virus Ebola, sempre di emergenza internazionale si tratta, ma ha chiesto che riprendano i normali contatti con i Paesi affetti. Tuttavia, una commissione indipendente (sempre istituita dall'Oms) ha stabilito che la stessa organizzazione internazionale di errori ne ha fatti parecchi.

Il rapporto è impietoso: la risposta all'epidemia è stata troppo lenta e l'emergenza è stata dichiarata finita troppo presto, nonostante il parere contrario delle organizzazioni non governative presenti sul campo. I giudizi vanno peggiorando: l'Oms non è riuscita a coordinare gli sforzi con gli operatori già presenti in loco e con le autorità, tanto che gli autori scrivono che "al momento l'Oms non ha le capacità e la cultura organizzativa per produrre una risposta piena a un'emergenza di salute pubblica". Qualche consiglio pratico, per uscire da questo stato di cose c'è, ed è quello di istituire un fondo di 100 milioni di dollari da dedicare esclusivamente alla risposta alle emergenze. E si sa, di questi tempi mettere mano al portafogli non è la cosa più popolare al mondo. Mondo che cerca sempre di guardare altrove, come hanno sottolineato i rappresentanti di Medici senza Frontiere: "Su Ebola, siamo passati dall'indifferenza globale, alla paura globale, poi alla risposta globale e ora alla fatica globale. Ma il lavoro va portato a termine". Letto il rapporto, anche Msf ha qualche sassolino da togliersi dalle scarpe: "Fortunatamente, la relazione fa sua l'idea di creare un livello intermedio di allerta, prima di arrivare a dichiarare un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Rimane però il fatto che l'innesco di una risposta internazionale dovrebbero essere le esigenze di salute delle persone colpite, e non il livello di rischio per la sicurezza percepito da altri paesi". E precisa: "La relazione chiede un cambiamento organizzativo all'interno dell'OMS e la creazione di un Centro per la preparazione e risposta alle emergenze ma i paesi devono spingere per un cambiamento reale, di tipo culturale, che vada oltre la semplice creazione dell'ennesimo dipartimento di risposta alle emergenze".

Ma la nota positiva di queste giornate arriva proprio dall'Italia: nella competizione internazionale di giovani scienziati Google Science Fair un giovane di Asti, Andrea Senacheribbe, è entrato in finale grazie ad un algoritmo genetico per la ricerca di un farmaco anti-Ebola. Oltre all'età e all'importanza della scoperta, è sorprendete che questa sia avvenuta a casa del giovane scienziato, che per portare a termine i complessi calcoli ha usato un computer (e non una macchina più complessa, come quelle in dotazione ai laboratori universitari) e dei programmi gratuiti disponibili online. Per la verifica del suo lavoro, però, è stato aiutato dalla professoressa di scienze, Fernanda Molinaris. Il prossimo 4 agosto si conosceranno i nomi dei vincitori, e chissà che la risposta alla paura non arrivi proprio dall'Italia.

 
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