Bill Cosby: altre tre donne lo denunciano in conferenza stampa

Rotto l’argine, le donne che hanno subito violenza da Bill Cosby si stanno facendo avanti. Dopo le 35 che ci hanno messo la faccia, denunciandolo pubblicamente con una foto di gruppo scattata da Amanda Demme finita sulla copertina del New York Magazine, e dopo le accuse di Judith Huth che lo porteranno in tribunale in autunno, si sono fatte avanti altre tre donne che il 12 agosto, accompagnate dall'avvocato Gloria Allred, hanno raccontato la loro storia in una conferenza stampa a Los Angeles.

Anche in questo caso, le vicende si assomigliano tutte: si tratta di un'ex assistente di volo che ha raccontato come nel 1970 Cosby l'avesse drogata in una stanza d'albergo e poi violentata, di un'attrice, che nel 1989 ebbe una piccola parte ne I Robinson, e infine una collega del comico.

Violenze taciute per decenni per la paura di non essere credute o, peggio, di subire conseguenze che avrebbero trasformato il danno (enorme) in una beffa: ”Si sono rese conto che negli anni il loro silenzio ha solo aiutato il signor Cosby - ha commentato l'avvocato Allred - danneggiando in questo modo le altre donne, diventate poi vittime delle sue violenze. Di sicuro, le tre che lo hanno denunciato oggi non saranno le ultime a farsi avanti". 

Dal canto suo, l’attore oggi 78enne, continua a negare le accuse sebbene l’ammissione in una dichiarazione che risale ormai a 10 anni fa abbia ormai minato per sempre la sua credibilità, al punto che anche Hollywood lo ha abbandonato. Solo la moglie Camille sembra convinta della sua innocenza ed è decisa a difendere l'onore del marito. 

Tanto per incominciare il prossimo 9 ottobre, quando Bill Cosby dovrà comparire davanti alla Corte Superiore di Los Angeles per rispondere alle accuse che gli ha mosso Judith Huth, che lo accusa di una violenza sessuale subita nella famosa Playboy Mansion (la villa del fondatore della rivista Hugh Hefner) nel lontano 1974, quando aveva appena 15 anni. Un'episodio che, da solo, gli è valso il soprannome di Monster Robinson.