Roma, bimbo morto nella metro: i funerali privati
L'addio a Marco, 4 anni, morto davanti agli occhi di sua madre Francesca dopo essere precipitato nella tromba dell'ascensore della metropolitana Furio Camillo. Funerali laici e privati al cimitero del Verano.
Alle 9.30 Roma si è fermata per un minuto di silenzio. Ciascuno, a modo suo, ha commemorato il piccolo Marco, il bimbo morto il 9 luglio, a 4 anni, dopo essere precipitato nella tromba dell'ascensore della metropolitana, fermata Furio Camillo, a due passi da casa. I funerali si sono svolti al cimitero del Verano, alla sala del tempietto egizio. Laici, privati, al riparo dal clamore, schiacciati dal dolore.
Francesca Giudice è una donna disperata. Era una madre ma giovedì 9 luglio suo figlio Marco, di appena 4 anni, è morto davanti ai suoi occhi. Le sue frasi, balbettate al mondo, raccontano una tragedia che è impossibile da accettare, difficile da raccontare: "Me lo sono visto scivolare e morire mentre gridava e cadeva nel vuoto".
Fino a un attimo prima mamma e figlio erano insieme, in ascensore. Poi lo stop, improvviso e il solito panico che sale in quelle situazioni, in un pomeriggio d’estate, sotto terra. Ad attivare le procedure di emergenza è stato un addetto alla sicurezza. Voleva allineare l’ascensore bloccato a un altro così da trasferire i passeggeri. Ma qualcosa è andato storto, le porte si sono aperte all'improvviso, ma tra i due elevatori c'era un’intercapedine di oltre un metro: abbastanza perché il piccolo Marco - spaventato, agitato - ci passasse, sparendo in un vuoto lungo 20 metri. Tra le urla disperate della madre, le sue e quelle dei presenti.
Francesca è rimasta ore dentro un gabbiotto, vicino all'ascensore, sotto choc, mentre i vigili del fuoco, con gli occhi pieni di lacrime, recuperavano il corpo di Marco. Il marito, Giovanni Grandefronte, libraio a Roma che di recente aveva perso il lavoro, è arrivato poco dopo la tragedia. A dare conforto alla coppia un team di psicologi del Comune di Roma. Poi il sindaco, Ignazio Marino, che sul posto ha parlato di "una tragedia per tutta Roma”.
Le ore sono passate lentissime, alla fermata Furio Camillo: il momento più straziante quando il piccolo Marco è riemerso dalla tromba dell'ascensore, i medici hanno provato a rianimarlo e la mamma ha realizzato che non c’era più niente da fare, che in quella metro era morto anche un pezzo di lei. E si è abbandonata alla disperazione.
La Procura ha aperto un’indagine, i carabinieri indagano, tre persone sono state denunciate: un addetto Atac e due vigilantes denunciati per concorso in omicidio colposo.
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