Ruby Ter, spunta il diario di Iris Berardi: "ad Arcore droga, alcol, sigarette, sesso, orge"
Tra le carte delle indagini del processo Ruby Ter, spunta il diario di Iris Berardi, l'olgiattina che, ai tempi minorenne, scriveva alla "bunga bunga hot party": "ad Arcore droga, alcol, sigarette, sesso, orge".
“Scripta manent”, una raccomandazione vecchia secoli che Iris Berardi, la papy girl italobrasialiana, ha ignorato e ora aggiunge un capitolo al processo Ruby Ter. Per chi se lo stesse domandando, Iris Berardi fa il paio con Ruby: stando alle ricostruzioni, anche lei, quando frequentava "le cene eleganti" di Arcore era minorenne. Sedici anni appena, una ragazzina, che non si tira mai indietro e tiene un diario, ora sequestrato, dove appunta tutto. Alla pagina "bunga bunga hot party", la giovane brasiliana ammette di non "essersi fatta mancare nulla: droga, alcol, sigarette, sesso, orge ad Arcore…".
Quando descrive una sera del 2007 (ai tempi 16enne) confessa senza troppi giri di parole di aver sostituito "una tale Valentina in un gruppo di 20 ballerine brasiliane" che "venivano preparate al peggio". Interrogata, minimizza: "Assurdo, è il canovaccio di un libro di avventure, di amore e di sesso che volevo scrivere. Ad Arcore mai visto cose oscene", risponde rivelando una fantasia piuttosto comune tra le colleghe Olgiattine. Il perché una che ha incassato 150 mila euro in poco meno di due anni, più un bilocale a Milano 2, più 60 mila euro per "prestazioni mai effettuate", abbia tenuto un diario tanto compromettente resta da scoprire.
Tanto più che quando nel giugno 2013 fu chiamata a processo nell'ambito del Ruby bis, prima cinguettò: "scoppia una bomba, tic tac tic tac", poi, all'ultimo cambiò idea e decise di non presentarsi e - come la collega Barbara Guerra - fece in tempo a ritirare la sua costituzione di parte civile contro Nicole Minetti. Che le due siano complici non è un mistero per gli inquirenti: nelle intercettazioni del 2012 depositate tra le carte - sulle quali è stata trasmessa richiesta di autorizzazione da inoltrare al Senato -, Iris e Barbara chiedono a Berlusconi in persona soldi in cambio di silenzio.
Ma sono Ruby e il suo ex fidanzato Luca Risso ad occupare il centro della scena di Ruby Ter. Per esempio con la lettera che Risso scrive (conserva per la solita vecchia precauzione) e invia a Berlusconi. Una lamentela imbevuta di dettagli: "La mia vita lavorativa prese il colpo di grazia nel novembre del 2012 quando lei, per non far testimoniare Ruby a dicembre, ci chiese di andare e tornare dopo il 10 gennaio…". Occasione che lo costrinse a vendere la sua discoteca genovese a Francesco Belsito - l’ex tesoriere della Lega poi finito in carcere - che lo pagò con "un assegno a vuoto!!!".
Risso è una risorsa per gli inquirenti: rivela anche chi avrebbe consegnato i soldi per pagare il viaggio, ovvero la senatrice di Forza Italia, Maria Rosaria Rossi, soprannominata “la badante”. "Si ricorderà - scrive Risso -, le dissi, di stare attento a non dare banconote da 500 euro a Ruby perché era pericoloso, perché andava in giro con buste piene di banconote da 500 e non si preoccupava di farle vedere… Le dissi di darle meno soldi e tagli più piccoli e magari avvalersi dell’aiuto di Giuliante visto che ormai io ero fuori gioco. E comunque, qualsiasi cosa fosse accaduta, i soldi a Ruby li davo io…cosa che anche Ruby doveva dire”. Infine, a buon intenditor poche parole: “Si ricordi di quello che mi promise e perlomeno mi aiuti come può” conclude la missiva.
Insomma, gli scheletri di Villa San Martino rischiano di essere davvero ingombranti per l’ex premier assolto in Cassazione, e che ha sempre parlato di cene eleganti e giustificato come delle "liberalità" - secondo il comunicato della difesa di Silvio Berlusconi - quei dieci milioni conteggiati dalla Procura. Oggi diari, lettere, case, auto e fiumi di denaro sembrano raccontare una storia un po’ diversa.
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