Richard Gere a Taormina: amo l'Italia (e le donne amano me)

Richard Gere al Festival del Cinema di Taormina dichiara il suo amore al Belpaese e ai set cinematografici, parla dei migranti ("Gli Stati Uniti dovrebbero intervenire") e ricorda di quando una giornalista lo ringraziò per aver fatto innamorare tre generazioni di donne. 


Richard Gere premiato al Festival del Cinema di Taormina loda l'Italia e parla dei migranti invitando gli Stati Uniti a intervenire.


Richard Gere conquista Taormina e, dal Festival del Cinema, dichiara il suo amore per l’Italia (e per il mestiere di attore). Premiato dalla general manager Tiziana Rocca, il divo di Time out of Mind spende parole importanti anche sull’emergenza dei migranti: “So che la Sicilia è l’epicentro del problema dell’immigrazione, qui si riversa gente che fugge da tragedie e conflitti, in cerca di un tetto, soprattutto di una sicurezza...dobbiamo provvedere a queste persone, anche perché, facendolo, garantiamo la nostra. E comunque questa non dovrebbe essere solo una questione italiana, dovrebbero farsene carico anche gli altri Paesi, compresi gli Stati Uniti, e cercare di affrontare la situazione tutti insieme. La prima cosa da fare è andare alle radici, intervenire sulle ragioni che spingono queste persone a venire fin qui”.  

E se le ragioni sono la disperazione e le sofferenze, il divo di American Gigolò parla con cognizione di causa visto che, queste stesse problematiche, le ha esplorate a fondo (seppur attraverso la lente della fiction) proprio con il recente Time out of Mind. “Abbiamo girato nel centro di New York, ero sempre io, la stessa persona, solo che ero truccato in quel modo e nessuno mi ha riconosciuto – ha raccontato -. Ho riflettuto su quanto tutto sia profondamente illusorio, su quanto sia giusto non prendere mai niente sul serio, se non quello che viene dalla propria interiorità, da se stessi. Fare quella parte mi ha spinto a pormi domande, mi sono interrogato su dove sia la verità, e mi sono sentito un privilegiato perché recitare mi offre, appunto, questa possibilità di riflettere”

Una riflessione e una fortuna che ancora oggi, con 57 film al suo attivo, Richard Gere sa apprezzare dicendo di essere “grato per aver avuto la fortuna di trascorrere la vita raccontando storie, essendo pagato per farlo”. Ma la serata siciliana passa anche attraverso qualche momento di leggerezza e svela il lato più ironico di questo sex symbol che, nonostante i capelli bianchi, mantiene invariato il suo fascino di sempre. "Che cosa significa questo per te?" gli chiede una spettatrice. Lui risponde gentile: “Non sono più un ragazzino, però mi ha fatto piacere che di recente a Sarajevo una giovane giornalista mi abbia ringraziato a nome di tre generazioni. Quella di sua nonna, di sua madre e la sua”.

E ancora oggi, a trentacinque anni di distanza dall’apparizione sul grande schermo di Julian Kay (con quegli abiti Armani che contribuirono all'incoronazione definitiva di Re Giorgio), non si può che dare ragione a questa giovane giornalista. 

Copyright foto: Kika Press

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