Alfano: “I migranti dovrebbero lavorare gratuitamente”

Il ministro dell'Interno Alfano propone ai Comuni di far lavorare gratis i migranti "invece di farli stare lì a non far nulla". Peccato che gli stranieri - tra tasse e contributi versati, circa 16 miliardi di euro - siano fondamentali per la nostra economia. E pure per la nostra demografia.  

I migranti che lavorano nel nostro paese producono il 5,6% del Pil.


Tra chi li vuole rispedire a casa, chi li accoglierebbe in casa propria e chi una casa gliel’ha perfino regalata, ora c’è anche chi propone di farli lavorare gratis, purché facciano qualcosa. Se non fosse un’odissea, quella dei migranti che dalle coste dell’Africa sbarcano su quelle italiane alla ricerca di un nuovo posto nel mondo, sarebbe la sceneggiatura di una commedia. All’italiana, s’intende. Dove vince chi alza più i toni. 

L’ultimo è il ministro dell’Interno Angelino Alfano che dal vertice sull’immigrazione ha lanciato un sasso destinato a voli pindarici tra il serio e il faceto. “Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicare una nostra circolare che permette di far lavorare gratis i migranti, invece di farli stare lì a non far nulla che li facciano lavorare” ha proposto il ministro. Purtroppo il problema di chi insegue una realtà migliore dove crescere i propri figli non è la noia, piuttosto trovare il modo di guadagnare qualche soldo.

Il che, tra l'altro, farebbe comodo anche a noi. È grazie agli immigrati (che alla fine un lavoro se lo trovano) se la demografia italiana non sta sotto lo zero. Così come, tra tasse e contributi versati, è sempre grazie agli immigrati - che tra l’altro producono il 5,6% del Pil - se nelle casse dello stato finiscono 7.6 miliardi di euro. Insomma, i numeri (raccolti dai rapporti della Fondazione Leone Moressa e da Andrea Stuppini, collaboratore de Lavoce.info) dipingono un altro scenario. Quello degli immigrati che non tolgono un lavoro ma pagano le pensioni: “Considerando che secondo l’ultimo dato ufficiale Inps (2009) i contributi versati dagli stranieri rappresentano il 4,2% del totale, si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi- spiega il rapporto -. Cosicché sommando gettito fiscale e contributivo, le entrate riconducibili alla presenza straniera raggiungono i 16,6 miliardi”.

A chi obietterà che gli stranieri incidono sui conti della giustizia, i rapporti rispondono: “Una stima dei costi si aggira su 1,75 miliardi di euro annui”. Tutte le altre spese, comprese quelle per i Centri di Identificazione ed Espulsione si aggirano, “in 170 milioni”. A voi le proporzioni.  

Insomma, se Alfano ha tutte le ragioni di pretendere una “equa distribuzione (degli immigrati) tra tutti i Paesi dell’Europa e tra tutti i Comuni dell’Italia” e di sottolineare che dobbiamo “lavorare noi in Europa per la protezione umanitaria: è una sfida che consentirebbe di far andare anche negli altri Paesi d’Europa coloro che sono beneficiari di protezione”, forse bisognerebbe ripensare prima anche a come inserirli nel nostro paese e poi nella nostra economia, visto che portano tanti zeri, non noccioline. E visto che sempre di più, una volta sbarcati, vedono l’Italia come un ponte per l’Europa, non come la loro ultima meta. E visto anche che quest'anno ne sono già arrivati 33mila - il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 - e in base alle proiezioni verrà superato il record del 2014 (170mila migranti), fino a sfiorare i 200mila.

Il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia ci ha provato lo scorso 23 aprile, chiedendo ai veneti di mettere a disposizione dei migranti le seconde case in Sicilia proponendo un contributo di 35 euro al giorno per ospitato. Ipotesi che, lo scorso settembre, aveva lanciato anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, con tanto di sonora bocciatura da parte di Alfano

Per ora resta il buon cuore dei privati cittadini. Da Gianni Morandi che battibecca con Matteo Salvini e apre le porte di casa sua a chi ci sta, a Mara Gambato, la padovana che, dall’alto dei suoi 90 anni, dopo aver visto le immagini dell'ultimo tragico sbarco è passata dalle parole ai fatti facendosi spostare in un appartamento più piccolo e aprendo le porte della sua villetta a due piani di Sarmeola di Rubano ai profughi in arrivo. Con tanto di regolare contratto di affitto per metà del valore di mercato dell'immobile, stipulato con l'associazione Percorso Vita onlus di don Luca Favarin. 

Oggi in quella casa ci vivono dieci migranti che sono partiti dalla Gambia e dalla Guinea Bissau. Dieci immigrati che pagheranno le tasse, i contributi e faranno stare meglio tutti. Anche chi li vuole rispedire a casa o farli lavorare gratis, tanto perché non stiano a far niente. Loro, che hanno già attraversato mezzo mondo alla ricerca di un posto migliore. E hanno trovato noi.  

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