Naufragi nel Mediterraneo: si ribaltano altri due barconi

Dopo la strage dei migranti del 19 aprile al largo delle coste libiche, la più grande del dopoguerra, la settimana è iniziata con due nuovi incidenti in mare. Secondo i pm sarebbero almeno un milione le persone pronte a partire in gommone verso l'Europa. 


Il naufragio avvenuto domenica nel canale di Sicilia è il più sanguinoso di sempre ma le partenze non si fermano: lunedì altri due barconi lanciano l'Sos. E sale il numero delle vittime.


Il Mar Mediterraneo continua a tingersi di rosso sangue. Dopo la tragedia della domenica 19 aprile, costata la vita ad almeno 50 bambini e ad un numero imprecisato (tra i 650 e gli 850) di adulti che attraversavano le acque libiche verso le coste siciliane, la nuova settimana è iniziata con almeno due nuovi naufragi. 

Il primo, al largo dell’isola greca di Rodi, ha coinvolto un barcone con almeno 200 migranti: stando alle prime informazioni che arrivano dai media locali sono già state recuperate tre salme (un bambino, un uomo e una donna) mentre ottanta persone sono state portate in salvo, anche se 23 di queste si trovano adesso in ospedale. 

Una seconda imbarcazione è invece affondata in acque internazionali ma, in base a quanto è stato riferito a Ginevra dal portavoce dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni Joel Millman, non è chiara la zona del naufragio. In questo caso le vittime potrebbero essere almeno 20 sui 300 passeggeri a bordo ma il numero sarebbe destinato a crescere. "Chi ha lanciato l'Sos - ha infatti spiegato  Millman - ha detto che la sua imbarcazione sta affondando e ha già parlato di morti, almeno 20". Proprio nei pressi del barcone, in procinto adesso di colare a picco, si troverebbero altre due imbarcazioni. 

Sale, quindi, il numero delle vittime di questo tragico mese e si moltiplicano le storie di disperazione mentre il naufragio del 19 aprile è destinato ad essere ricordato come il più sanguinoso del dopoguerra e costringe i governi e l’opinione pubblica a puntare l’attenzione internazionale sui “viaggi della speranza”. In poco più di 20 metri di lunghezza - stando ai ricordi del superstite proveniente dal Bangladesh che è stato ricoverato in ospedale a Catania -, nel barcone erano infatti stipate circa 950 persone, tra cui un numero consistente di donne e bambini, e molti erano stati chiusi dagli scafisti senza scrupoli sottocoperta in una condizione che, fin dalla partenza, li condannava a morte in caso di difficoltà.

E le difficoltà, purtroppo, sono sopraggiunte ad appena 120 km dalle coste libiche quando, dopo aver lanciato l’SOS, i migranti sono stati affiancati dal King Jacob, un porta container di 147 metri di lunghezza che batte bandiera portoghese, e, impazienti di mettersi in salvo, si sono spostati velocemente su una parte dello scafo causando il ribaltamento del mezzo. Poco o nulla hanno potuto fare i soccorritori per mettere in salvo quanti erano letteralmente “reclusi” sottocoperta. E mentre si affievoliscono le speranze di trovare sopravvissuti dalle inchieste tra la Sicilia e la Libia arriva l'allarme: sulle coste un milione di persone sono pronte a partire per l'Italia. Impossibile, a questo punto, farsi trovare impreparati senza diventare complici.  

Copyright foto: Kika Press

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