#Challenge: le sfide che trasformano i pazzi in youtubers
Da "Cinnamon Challenge", a "Fire Challenge", da "Neknominate" a "Salt and Ice Challenge" e "Charlie Charlie Challenge". Tra i challenge da fare va di moda rischiare la salute (a volte anche la pelle) per milioni di click su YouTube.
“In futuro tutti saranno famosi per 15 minuti” diceva Andy Warhol nella seconda metà degli anni Sessanta. Non poteva prevederlo, ma oggi basta uno smartphone per entrare nelle case di chiunque sia dotato di pc, da un Oceano all'altro, incastrati a eterna memoria nella grande ragnatela.
Non serve essere creativi, né belli, né intelligenti (anzi, molto spesso è meglio non esserlo affatto): basta cimentarsi nei challenge da fare del momento, le sfide (idiote) che corrono su YouTube per dimostrare agli altri che, “che ci vuole? Sono capace anch’io, anzi lo faccio meglio” e il gioco è fatto.
Povero Andy, lui che l’arte l’ha portata nelle strade e nei metrò, inorridirebbe a vedere le ragazze sfigurate dalla #Kylie Jenner Lip Challenge e i ragazzi della rainbow milk challenge che imbrattano i marciapiedi con il loro vomito rosa, azzurro, rosso o verde dopo essersi tracannati litri di latte colorato.
Challenge da non fare per non rischiare la vita
Finché si tratta di vomitare colorato, passi. Quando però la sfida chiede di ustionarsi con sale e cubetti di ghiaccio (#Salt and Ice Challenge), di rischiare il soffocamento (#The best Cinnamon Challenge ma anche #Ghost Pepper Challenge), il coma etilico (#Neknominate), il suicidio (#Fire Challenge) o magari anche l’omicidio di qualcuno (#Knockout Game) è tutta un’altra storia. Sfide che troppe volte sono finite all’ospedale, qualche volta anche all’obitorio.
Ice Bucket Challenge
Tutt’altra cosa rispetto all’Ice Bucket Challenge tanto in voga nell’estate 2014 tra i vip desiderosi di contribuire alla ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica. Sfida che, per altro, è stata fraintesa, dal momento che, nella sua versione originale, a fare le donazioni erano solo quelli che il coraggio di rovesciarsi una svecchiata ghiacciata in testa non ce l’avevano. Tant’è: la tentazione di fare il giro della rete con la maglietta bagnata ha conquistato un po’ tutte le celebrity, si spera anche quella di fare qualche bonifico a favore della Sla.
Le sfide di GloZell Green
Una delle più grandi esperte di #Challenge è GloZell Green, “an American comedian and YouTube personality” (una commediante americana e una personalità di YouTube), come descrive la pagina Wikipedia a lei dedicata. Una ricciolona che ha anche studiato alla The Groundlings - la scuola degli sketch di Los Angeles -, per diventare famosa ma che i grandi numeri li ha macinati quando ha aperto il suo canale su YouTube dove le #Challenge fanno da traino. Dalla sua casa di Hollywood le ha provate (quasi) tutte: #The best Cinnamon Challenge, la sfida di ingurgitare un cucchiaino di cannella, è stata vista più di 44milioni di volte. Da una nazione intera, insomma, se si pensa che in Spagna vivono 47milioni di persone.
Un sfida innocua solo all’apparenza: “La cannella è ricavata dalla corteccia di un albero – spiega Steven E. Lipshultz, pediatra della Miami Miller School of Medicine –. Le fibre della cellulosa non si dissolvono tanto in fretta” e quando finisce nei polmoni (succede spesso) può causare lesioni permanenti. Come è successo a Dejah Reed, una 16enne alla sua quarta challenge: “Stavo ridendo, ho tossito, e ho mandato la cannella nei polmoni – racconta la ragazza all’Huffington Post – non riuscivo più a respirare”. Morale: il padre l’ha trovata con il viso bluastro, si è fatta quattro giorni di ospedale e da allora vive attaccata al suo inalatore. Tutte le volte che corre, fa le scale, ride, parla troppo veloce si trasforma nell'asmatica che non è mai stata ma è diventata grazie a un cucchiaino di cannella.
Delle #Charlie Charlie Challenge, le sedute spiritiche 2.0 con la tavola di Ouija fai da te, si è già detto e scritto di tutto; del #Knockout Game, la sfida a stendere i passanti con un solo pugno (riuscendo anche a mandarli all’obitorio, tanto che negli States l’Fbi ha attivato una task force ad hoc per mettere fine a uno dei giochi più idioti e violenti che la storia dell’uomo ricordi) mai abbastanza. Sulla #Fire Challenge, la sfida a darsi fuoco, per fortuna, è stata gettata abbastanza acqua, tanto che ora su YouTube circolano più video dei ragazzi ustionati che ammoniscono gli aspiranti ad astenersi dalla sfida. Una sfida all’intelligenza che nessuno ha ancora battezzato.
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Salt and Ice Challenge
Salt and Ice Challenge, ovvero cospargere di sale una parte del corpo, di solito la mano o l'avambraccio, e poi applicarci sopra un cubetto di ghiaccio, "per sentire la vibrazione" come spiega la youtubers GloZell Green prima di bruciarsi. La combinazione con il sale abbassa il punto di congelamento del ghiaccio fino a -17°, causando vere e proprie ustioni. Nei casi più gravi, può causare anche danni permanenti a muscoli e ossa.
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The ghost pepper challenge
Il Bhut Jolokia indiano, detto anche il Peperoncino Fantasma, è il più piccante al mondo. Mangiarne uno intero, come prevede the Ghost Pepper Challenge, può causare - oltre all'indescrivibile bruciore dalla lingua allo stomaco -, sudorazione profusa, difficoltà respiratorie, vomito, crampi allo stomaco, irritazione gastrointestinale, diarrea. Come dicono tutti quelli che l’hanno fatto, “è come morire”.
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Necknominate
Nella versione originale, Necknominate consiste nel filmarsi mentre si scola d’un fiato una pinta di birra, postare il video sui social e nominare altri due amici che avranno 24 ore di tempo per raccogliere la sfida e metterla in pratica.
Dall’Australia (dove è nato nel 2013) alla Gran Bretagna e all’Irlanda, dove è approdato - anche grazie al video natalizio postato dal rugbysta irlandese Ross Samson -, le regole del Necknominate si sono modificate: alla birra sono subentrati alcolici di qualsiasi tipo, possibilmente da mixare. Risultato: nei primi mesi del 2014 sono morti intossicati almeno 5 ragazzi tra Gran Bretagna e Irlanda.
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The Rainbow Milk Challenge
Negli States ci hanno provato in tantissimi, tanto che vedere qualcuno, per strada, che vomitava verde, o rosa, o azzurro, non stupiva più nessuno. Ecco a voi la Rainbow Milk Challenge, la sfida nata nel 2012 che consisteva nel bere (almeno) 3 litri di latte colorato con coloranti alimentari cercando di non vomitare o di farlo per ultimi. In realtà, Rainbow Milk Challenge si è evoluto nella sagra del vomito colorato: più si vomita - ovviamente ripresi dalla videocamera e possibilmente per strada -, più ci si diverte e si fa divertire il popolo di YouTube. Che clicca, clicca (e invece di avere la nausea ci prova pure).
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Charlie Charlie Challenge
Charlie Charlie Challenge, ovvero le sedute spiritiche 2.0 con una tavola di Ouija fai da te. Funziona così: i ragazzi si armano di due matite e un foglio e poi invocano Charlie - che la leggenda vuole sia uno spirito messicano. “Charlie Charlie ci sei? Possiamo giocare? Charlie Charlie passerò l’esame?”, “Charlie Charlie ci sei? Possiamo giocare? Charlie Charlie mi inviterà a cena?”, “Charlie Charlie ci sei? Possiamo giocare? Charlie Charlie vincerà la partita?”.
Le matite disposte a croce, perpendicolari l’una sull’altra, oscillano sul foglio diviso in quattro dove, in ogni riquadro, c’è scritto un "sì" e un "no". Un po’ di pazienza e la risposta dello spirito di Charlie - in realtà dipende dai movimenti (anche impercettibili) di chi sta intorno e dalla forza di gravità - si manifesta spostando la matita come un ago di una bilancia. Soddisfatti lo salutano, buttano a terra le matite, spezzano il contatto e aspettano che il destino faccia il suo corso. Se non ci fosse da preoccuparsi (a Santiago de Tunja, in Colombia, quattro ragazze sono finite all’ospedale in preda a crisi isteriche, in Italia le scuole iniziano a diffidare gli studenti dal praticarla e la Chiesa è in rivolta), ci sarebbe da ridere.
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Kylie Jenner Lip Challenge
La chirurgia estetica home made per avere labbra modello Kylie Jenner si ottiene infilando le labbra in un bicchiere o in una bottiglia di plastica vuota e aspirando. Qualche istante di pazienza e le labbra iniziano a lievitare. Ecco a voi la Kylie Jenner Lip Challenge Una sfida che su YouTube spopola non solo raccontando gli esperimenti riusciti (il risultato dura un’ora o poco più) ma anche i fallimenti: vistose ecchimosi e gonfiori spropositati.
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Eyeballing
L'eyeballing, ovvero bere alcol dagli occhi come fosse collirio, arriva dai college francesi e ha contagiato la rete ma, soprattutto, è sbarcato nelle serate dei giovani alla ricerca dello sballo immediato. L'alcol infatti passando direttamente dalle mucose, entra prima in circolo nel sangue. Il Messaggero ha dedicato un servizio al fenomeno, raccogliendo l'allarme delle farmacie intorno alla zona di Campo De Fiori, a Roma, prese d'assalto da ragazzi (stonati) alla ricerca di colliri (veri). L’eyeballing, infatti, può portare alla lacerazione della cornea.
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Knockout Game
Il Knockout Game è tutt'altro che un gioco: negli Usa ha ucciso diverse persone tanto che l’Fbi ha istituito un’unità specializzata. Consiste nel colpire con un pugno un ignaro passante preso alla sprovvista: vince il gioco chi manda al tappeto, al primo colpo, il malcapitato. Il tutto, ovviamente ripreso dai cellulari degli amici del bullo.
"Non c’è rabbia", ha spiegato un ragazzo intervistato dalla Cbs, è solo "per divertimento", ha fatto eco un altro: "vogliono solo vedere se hanno abbastanza forza per mandare qualcuno k.o. con un pugno". I video, pubblicati su YouTube, hanno contagiato l'Europa. Italia inclusa: si sono registrate aggressioni a Roma, Brescia, Napoli, Genova e Torino.
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Fire challenge
Fire Challenge, ovvero la moda di cospargersi di benzina o alcol e darsi fuoco. L’unica raccomandazione è avere una doccia, una piscina o, comunque, un getto d'acqua a portata di mano in modo da spegnere le fiamme per tempo. Il tutto ovviamente sotto l’occhio della telecamera per poi postare il video su YouTube e dimostrare al resto del mondo quanto coraggio (in realtà è solo questione di fortuna) si ha avuto. Sempre che si sopravviva, s’intende.
Interrogati sui possibili rischi, i diretti interessati hanno fatto spallucce concentrandosi, piuttosto, sull'opportunità di diventare delle celebrity su YouTube o sui social. Dopo l’episodio degli inglesi Tyler O’Connor (9 anni) e il fratello Shaun (11), che porteranno sul loro corpo per sempre i segni delle gravi ustioni dopo aver giocato con il fuoco, YouTube ha cancellato i video lasciando solo quelli dei ragazzi che, dopo la follia a cui sono scampati per miracolo, hanno deciso di filmarsi, questa volta per raccomandare a chi volesse provarci, di fare altro.
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