La tavola di "Ouija" di ieri e il Charlie Charlie Challenge di oggi
Tavola di "Ouija" e Charlie Charlie Challenge: tentazione di interrogare l'occulto o soldi facili? Testimonianze come quella di Massimo Boldi, che ha dichiarato di comunicare con la moglie morta, dovrebbero rimanere un fatto privato. E invece sono un giro d'affari da 6 miliardi e mezzo.
Da una parte c’è il dolore, a volte la disperazione, spesso la difficoltà; dall’altra ci sono i soldi facili, la grettezza, la meschinità. La tentazione d'interrogare l'occulto e il vizio di farla fruttare quattrini sono (quasi) sempre andati di pari passo. Anche nel Terzo Millennio. Tanto per la cronaca sono 13 milioni gli italiani che di questi tempi si affidano a maghi, cartomanti, fattucchieri, tavole e tavolette per sedute spiritiche. Vuoi per comprare amuleti “trova lavoro” (200 euro) o per consulenze per “combattere il destino avverso” (offerte da 1200 euro in su), per conoscere il futuro o per parlare con chi non è più di questo mondo, il giro d’affari è di quelli a nove zeri: la cifra stimata parla di sei miliardi e mezzo l’anno. Una moda antica quanto il mondo che la crisi economica prima e la Charlie Charlie Challenge poi, l’ultima sfida che corre sul web grazie a una tavola di Ouija fai da te, hanno riportato alla ribalta.
In un mondo ideale lo sfruttamento del dolore non dovrebbe esistere. Testimonianze come quella di Massimo Boldi, che a La strada dei miracoli, in onda su Rete4 all’inizio di giugno, ha raccontato come sia rimasto in contatto con la moglie Marisa, scomparsa nel 2004 per un tumore - "C'è una lampada alogena che stranamente, in certi momenti, da spenta, ogni tanto al mattino, verso le 5:30, comincia ad accendersi lentamente, poi si spegne e si riaccende. E allora sento la presenza di Marisa" -, dovrebbero rimanere misteri a cui si decide o meno di credere in libera coscienza. Nessuno dovrebbe permettersi di fare leva su un animo vulnerabile e strappargli denaro per rivelare altre verità, quando di vero, in realtà, c’è ben poco.
Se infatti non v’è certezza dell’efficacia delle comunicazioni con l’aldilà, v’è certezza (giuridica) delle (redditizie) truffe ai danni dei più deboli. Si prenda la Tavola di Ouija, per esempio, che su eBay costa dai 20 ai 40 euro. Si dice che la consultasse già Pitagora, ma resta un "si dice" perché prove certe non ve ne sono. Il nome evoca misticismo ma altro non è che l’unione tra “sì” detti in francese e in tedesco. A vederla, con le lettere dell’alfabeto, i numeri da 1 a 10 e la scritta "addio", evoca mistero. Eppure è l’invenzione di Elijah Jefferson Bond un avvocato del Maryland che nel febbraio del 1891 brevettò "The wonderful talking board" (la meravigliosa tavoletta parlante) e la mise in commercio. Nel 1901 William Fuld, un impiegato dell’americana Kennard Novelty Company, la mise in produzione e la battezzò "Ouija” perché, raccontano i documenti storici, nonostante i tentativi della cognata di Bond, sedicente medium, di battezzarla ad hoc, gli inventori volevano fare i soldi in fretta. Insomma, all’origine delle sedute spiritiche con le lancette o i bicchieri che si muovono e compongono le frasi rivelatorie c’è un business rapido e tanta suggestione. Che ha reso ricchi e famosi (ed eterni) gli inventori: per farsene un'idea basta andare nel cimitero di Baltimora e dare un'occhiata alla lapide dell'inventore.
Il fisico inglese Michael Faraday e lo studioso James Randi, autore di An Encyclopedia of Claims, Frauds, and Hoaxes of the Occult and Supernatural, hanno dimostrato come il movimento sia frutto di un effetto ideomotorio, ovvero un movimento umano inconscio suggerito dalla psiche. La prova? Se i partecipanti dell’esperimento venivano bendati, le frasi che venivano fuori erano senza senso.
Così come anche nella Charlie Charlie Challenge che ha già portato qualcuno all'ospedale in preda all'isteria, il movimento delle matite in equilibrio, è fisica allo stato puro: non sono gli spiriti ma la gravità a spostare la punta verso i sì o verso i no disegnati sul foglio diviso in quattro.
Eppure, nonostante la scienza abbia dato il suo verdetto e la magistratura cerchi di colpire i responsabili, la tentazione a sapere da un lato e a guadagnare (in nero) dall’altra è più forte. Anche grazie all'uscita nelle sale del film Ouija (ottobre 2014) che ha sbancato il botteghino incassando 20 milioni di dollari nel primo weekend, secondo le ricerche di Google, la tavoletta è stato il quinto oggetto più comprato su eBay. Tavoletta che ha ben oliato le casse del colosso dei giocattoli Hasbro (lo stesso dei Transformers) che dal 1991 ha i diritti del marchio. Un record che ha fatto rizzare sull'attenti le chiese di mezzo mondo, scandalizzate dalla superficialità con cui vengono lasciate passare pratiche che, ai loro occhi, sono pericolose eccome. D'altra parte è dai tempi del suo debutto che la Tavola fa macinare soldoni: la prima volta che debutta al cinema è il 1919, ad oggi i film che la citano sono più di 150.
Per tutto il resto c'è la rete: basta interrogare un motore di ricerca per ritrovarsi davanti agli occhi milioni di curriculum (e soluzioni) all’apparenza prodigiosi. Purtroppo, sebbene nulla di quello che viene previsto si avveri e gli amuleti non servano a compiere il miracolo pagato caro e salato, la truffa non si traduce quasi mai in una denuncia: le vittime si vergognano e preferiscono sfogarsi con le associazioni piuttosto che con la magistratura in un circolo vizioso che arricchisce i più furbi ai danni dei più ingenui.
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