Mia Martini: vent'anni dalla scomparsa di Mimì

Artista sofisticata, innamorata della musica con una carriera ricca di gloria e sofferenze. Il 12 maggio ricorrono i 20 anni della morte di Mia Martini ritrovata 48 ore dopo il decesso nella sua casa di Cardano al Campo. Ma la sorella Loredana Bertè non ha mai creduto all'ipotesi di un arresto cardiaco. 


Mia Martini nei suoi primi anni di carriera si fece conoscere come Mimì. Artista sofisticata ed eclettica conobbe una battuta d'arresto quando venne accusata di "portare sfortuna".


Vent’anni senza Mimì. Ricorre il 12 di maggio l’anniversario di quel triste giorno della musica italiana che fu l’ultimo di Mia Martini, poi ritrovata senza vita a distanza di 48 ore nella sua casa di Cardano al Campo. Una fine tragica che due decenni dopo non è ancora stata spiegata ma che è finita spesso al centro delle cronache soprattutto per le dichiarazioni della sorella Loredana (Bertè). 

La cantante, e giudice dell’edizione 2015 di Amici, rifiutò in più riprese l’ipotesi ufficiale sulle cause del decesso (che, dissero i referti, era stato causato da un arresto cardiaco) accusando il padre di aver ucciso di botte la figlia più grande. Ombre, supposizioni e attacchi che si rincorrono – attraverso gli anni - nelle dichiarazioni della figlia minore ma che non si potranno mai verificare visto che il corpo è stato cremato. “Troppo presto” secondo la Bertè e, soprattutto, per una ragione precisa: far scomparire le tracce dei lividi lasciati dalla violenza. Non si saprà mai. Si sa, invece, che Loredana ha un pessimo rapporto con quel padre colpevole, a suo dire, di violenze ripetute e di autentica misoginia. Vero. Ma il rapporto che all’uomo legava Mimì era diverso. Molto. 

Ad appena 21 anni, infatti, Mia Martini (che all’epoca preferiva farsi chiamare proprio Mimì) scontò quattro mesi di carcere per possesso di stupefacenti e proprio in questo periodo si riconciliò con il genitore che, dieci anni prima, si era chiuso per sempre alle spalle la porta della sua vita complicata familiare. Da questo momento in poi il rapporto si mantenne intatto. Intatto come il suo amore per la musica, che la accompagnò per tutta la sua (breve) esistenza facendone un’artista sofisticata ed eclettica innamorata delle sonorità raffinate e del collega Ivano Fossati, unico compagno e amore della sua vita. 

“Cantante dell’anno” nel 1974, dopo una carriera iniziata presto ma con qualche battuta di arresto, conoscerà un momento critico quando verrà accusata di “portare sfortuna”. È il 1982, lo stesso anno della sua prima apparizione al Festival di Sanremo che creerà per lei il “premio della critica” che oggi porta il suo nome. Ma è l’anno nel quale inizia la sua eclissi. Porta sfortuna, è un marchio, è una lettera scarlatta nello show business e infatti lei scompare. 

Scompare fino al 1989 quando torna al Festival della Canzone Italiana con Almeno tu nell’universo. Torna sotto gli stessi riflettori, con la sorella Loredana, quattro anni dopo ma il successo è poco: Mimì non ama fare la diva. Iniziano gli ultimi anni della sua vita. Si trasferisce in provincia di Gallarate, nel paese dove vive il padre. Il 4 marzo del 1995 la sua ultima apparizione televisiva. Il 12 maggio il decesso. Il 14 maggio il ritrovamento del corpo. Il 17 maggio la cremazione. Poi la Procura della Repubblica archivia il caso. Ma la verità resta oscura. Anche vent'anni dopo. 


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