Mammografia: "Se siamo qui a parlare di come vincere il cancro è perché esiste"
Mammografia: Beppe Grillo la definisce un business, il Ministro Lorenzin replica stizzita, il premier Renzi la sostiene. Oggi parlano le dirette interessate: “se siamo qui a parlare di come vincere il cancro, è perché esiste la mammografia".
Alla polemica scatenata da Beppe Grillo sulla mammografia che sarebbe un business, cui ha replicato piccata il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin sostenuta dal premier Matteo Renzi, si è aggiunta anche la voce delle donne. Quelle che, grazie allo screening, il tumore al seno l’hanno scoperto in tempo e poi sconfitto.
Tutto è iniziato domenica, durante la marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza, quando Grillo ha attaccato Umberto Veronesi, celebre oncologo ed ex ministro della Sanità: "Veronesi - ha dichiarato Grillo ai giornalisti - va sempre in tv a pubblicizzare la necessità per le donne di fare le mammografie. E dice di farle ogni due anni ma la differenza percentuale di malattia fra chi le fa ogni due anni e chi le fa meno spesso è solo del due per mille. Ma lui magari prende le sovvenzioni per il suo istituto da chi vende le macchine per le mammografie". Apriti cielo.
La prima a replicare è stata Beatrice Lorenzin, Ministro della salute. Prima con un tweet: “la mammografia ci salva la vita, troppe sono morte per non aver fatto controlli” - cinguettio rilanciato anche dal Premier Matteo Renzi -, poi con una dichiarazione: “La propaganda politica ha un limite invalicabile: la salute delle persone. Le dichiarazioni di Grillo sarebbero solo sconcertanti, se non toccassero un tema tanto delicato come quello del cancro, che non ammette leggerezze, specie da un leader politico", ha detto il ministro. "Le sue dichiarazioni sono un concentrato di pericolosissima disinformazione - ha aggiunto -. Sull'oncologia tutti i dati, e l'evidenza scientifica, ci dicono che l'arma più efficace, talvolta l'unica, per sconfiggere il cancro è la prevenzione. Tra questi il tumore alla mammella, che le donne possono sconfiggere proprio grazie alle mammografie e ai controlli da protocollo. Questo è uno dei casi in cui i dati parlano in modo chiaro, tanto che la mortalità delle donne per tumore al seno è nettamente più bassa in quelle zone dove i piani di screening e le mammografie coinvolgono una percentuale maggiore di donne". Poi è stata la volta del diretto interessato, Umberto Veronesi, che ha definito le dichiarazioni del leader ”gravi e pericolose”.
Oggi, a far sentire la loro voce, ci sono loro, le donne che “se siamo qui a parlare di come vincere il cancro, è perché esiste la mammografia". A fare da portavoce Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia, il movimento che da vent’anni, in oltre 45 paesi, lotta affinché le istituzioni nazionali approvino leggi per favorire l'accesso alla diagnosi precoce. “Noi ci siamo e siamo tante - ha rivendicato -. Migliaia di donne guarite perché abbiamo scoperto il cancro in tempo. Lo screening mammografico è lo strumento più efficace in termini di vite salvate, l'unica arma che permette di affrontare per tempo la malattia e di vincerla".
Insomma, a poco è servita la rettifica che Beppe Grillo ha fatto in tarda serata: "Non penso che la mammografia non sia utile o necessaria. Anzi penso che sia utilissima. Ce l'avevo con la cattiva informazione che fa credere che facendo questo esame non venga il tumore. Credo che le donne si debbano informare perché a volte ci sono dei falsi negativi o dei falsi positivi che possono allarmare inutilmente”.
Rosanna D'Antona, che il tumore al seno l’ha scoperto nel 2009 grazie alla mammografia, l’ha sconfitto e l’ha trasformato in un'occasione per aiutare altre donne, non ci sta e difende "l'indiscussa efficacia dello screening mammografico in termini di vite salvate, e la necessità di continuare a promuovere lo screening presso la popolazione femminile, come un irrinunciabile strumento salvavita".
Anzi, va oltre, ricordando che il tumore al seno è in continuo aumento ma anche più curabile, proprio grazie alla prevenzione: "Migliaia di donne si ammalano ogni anno (una su 8), ma è una malattia sempre più curabile, se diagnosticata in tempo e curata in centri specializzati". A darle man forte, Corrado Tinterri, coordinatore del Comitato scientifico di Europa Donna Italia, senologo dell'Irccs Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano: "Da oltre 40 anni risultati di studi scientifici nazionali e internazionali hanno dimostrato una riduzione della mortalità nelle donne sottoposte a screening mammografico. Il fatto che la Comunità europea richieda la diffusione di programmi di screening - conclude - sottolinea la necessità e l'importanza di questo strumento diagnostico di prevenzione secondaria del tumore al seno nella popolazione femminile". Insomma, al di là della propaganda e dei luoghi comuni, care donne, non smettete di volervi bene, anche andando a fare la mammografia. Che di vita ce n'è una sola.
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