Il matrimonio "solidale" che fa bene a tutti

Non è più un'eccezione: i wedding planner che propongono le coppie che scelgono un matrimonio solidale sono sempre di più. Vip inclusi: da William e Kate a Sofia Coppola, passando per Elisabetta Canalis, sposarsi non ha mai fatto così bene (al resto del mondo).

Il matrimonio solidale non è più solo un'eccezione: quasi tutti i wedding planner lo prevedono.


Il matrimonio solidale impazza, non può mancare nei cataloghi dei wedding planner. D’altra parte, se la spesa media delle coppie italiane per le nozze sfiora i 30 mila euro vale la pena di impegnarsi per fare in modo che almeno una parte di quel denaro vada a beneficio di chi è meno fortunato degli sposi: è o no il giorno della felicità? 

Fino a qualche anno fa c’era qualche coppia originale che infilava nella classica lista nozze la possibilità di fare donazioni a enti benefici. Oggi siamo oltre: perché anche chi non vuole rinunciare all’idea di lasciare un segno tangibile di sé nella casa dei futuri sposi (“Chi ci ha regalato la teiera rossa?” "Non ti ricordi? Tuo cugino, ma sono sicura che l’ha scelta sua moglie”) può farlo secondo il verbo dell’equo e solidale. Può scegliere, per esempio, il regalo tra i prodotti di una cooperativa che dà lavoro a persone disabili, oppure sincerarsi che l’oggetto prescelto venga da produzioni sostenibili, sia dal punto di vista dell’ambiente sia da quello delle condizioni dei lavoratori, cautela lecita quando ciò che acquistiamo arriva da paesi emergenti più attenti agli incassi che alla salute delle persone.

Anche gli sposi, naturalmente, possono fare la loro parte. Anzi: devono, visto che spendono - sempre in media - settemila euro per il pranzo, quasi cinquemila per gli abiti (almeno tremila per lei, il resto per lui), 3.500 per il viaggio nozze. Le risorse e le occasioni per far del bene insomma non mancano. Ci sono le bomboniere che finanziano i clown negli ospedali pediatrici e quelle prodotte da comunità di recupero per ex tossicodipendenti così come ci sono i servizi video o foto che includono nel prezzo una quota destinata a progetti di sviluppo nei paesi poveri. Decorazioni e partecipazioni preparate da detenuti che si sono rimessi al lavoro, ristoranti che si impegnano a saziare i commensali del pranzo con portate rigorosamente a chilometro zero e biologichePerfino l’abito da sposa – un vero e proprio simbolo del giorno più felice ed affannato di tutte le principesse del mondo – può essere fatto solo con tessuti naturali, magari cucito da ragazze che sono arrivate in Europa fuggendo da paesi nei quali un matrimonio d’amore resta un sogno irraggiungibile. 


E ancora: la seta può arrivare da chi si impegna a non uccidere i bachi, la passeggiata dalla chiesa al ricevimento si può fare a piedi, i fiori possono arrivare dalla serra più vicina evitando lunghi tragitti nei camion refrigerati. Il catering può essere vegano o studiato per gli allergici, la musica può regalare atmosfere esotiche se è suonata da immigrati in difficoltà. Perfino Libera, l’associazione antimafia nata dal gruppo Abele, ha un progetto dedicato alle nozze che si chiama “sposa la legalità”. 

Insomma, c'è un mondo, al punto che dal 2011 in Italia esiste anche la Fiera del matrimonio solidale. Le nozze diventano così una sorta di storia nella storia, il riassunto dell’impegno dei protagonisti nel rendere il mondo migliore: si può fare anche scegliendo un bouquet biologico che contiene anche i semi delle piante che lo compongono. La fortunata che lo raccoglie, oltre ad assicurarsi a sua volta le nozze entro l’anno può coltivarsi in giardino il necessario per il nuovo bouquet.

Non mancano naturalmente i precedenti illustri. In cima alla classifica i soliti William e Kate, protagonisti del matrimonio modello della nostra epoca. I futuri sovrani d’Inghilterra hanno preteso un menu bio a chilometri zero e compilato una lista nozze destinata esclusivamente ad associazioni benefiche come la Zoological Society di Londra. Elisabetta Canalis e Brian Perri – si sposeranno il prossimo 14 settembre – hanno regalato la loro lista nozze all’Unicef. L’ex ministro Renato Brunetta ha devoluto in beneficienza i 25 mila euro ricavati vendendo l’esclusiva delle fotografie, Chelsea Clintonha voluto una torta vegana e senza glutine, Sofia Coppola s’è sposata in Basilicata e ha controllato personalmente che tutti gli ingredienti del pranzo di nozze venissero dagli immediati dintorni.

Se nozze devono essere, insomma, che siano solidali. Così il giorno del fatidico sì resterà indimenticabile per gli sposi diventando un giorno da ricordare per molte altre persone nel mondo. E nelle foto ricordo resterà anche l’eco dei loro sorrisi.


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