Textlationship: un fiume di parole d'amore
Per una storia poco impegnativa, in formato prêt-à-porter oggi basta uno smartphone e tanta pazienza perché anche se non ci si vede, ci si scrive. Tutto il giorno, in continuazione, parlando di tutto, allestendo un'intimità che rinuncia all'aspetto carnale in virtù di quello virtuale. Paul Hokemeyer, terapeuta di famiglia che da anni studia la materia negli States, sottolinea come, in una textlationship "si perdono tutte le espressioni del viso, più o meno inconsce, che sono fondamentali in un rapporto". Carenza che, i fan delle storie via chat, ovviano affidandole agli emoticons: "il problema - continua Paul Hokemeyer - è che è troppo facile nascondersi dietro a una faccina disegnata da altri, così come è altrettanto facile creare un'identità diversa dalla propria o fantasticare su quella dell'altro". Insomma, lontano dagli occhi, lontano dal cuore, direbbero le nonne. Eppure, l'aspetto che più affascina chi nella textlationship si diletta, è proprio l'effimero: le storie sono facili, spesso le persone sono già impegnate e il tradimento via alfabeto non è un vero e proprio tradimento, si ripetono i diretti interessati come un mantra.
Verità che si raccontano soprattutto gli uomini che più delle donne collezionano storie via wifi. Matthew Hussey, autore di Get the guy: learn secrets of the male mind to find the man you want e di love you deserve spiega che gli uomini provano maggior soddisfazione a chattare con una sconosciuta rispetto alle donne che, invece, tendono ad avere una vita sociale (vera o virtuale che sia) più ricca. "Chattare dà agli uomini una serie di conferme informali ogni volta che hanno voglia di sentirsi connessi - spiega Hussey - a differenza di un appuntamento vero e proprio che rischia di far andare un uomo fuori di testa di fronte alla domanda: è davvero una storia seria che voglio?" Insomma, se una volta era vero che verba volant ma scripta manent, oggi è vero il contrario e il successo delle "textlationship che offrono intimità senza impegno", lo dimostrano. "I ragazzi sembrano preferire fugaci momenti di collegamento, piuttosto che la prospettiva di una cosa reale (e seria)" conclude Hussey.
Senza contare il fatto che, nascosti dietro a uno schermo, gli amanti dimenticano quei pudori che tanto complicano i primi incontri. Risultato: le textlationship sono spesso storie sfacciate, cariche di un erotismo raccontato ma mai vissuto per davvero. "Chi utilizza la textlationship, come una forma esclusiva di relazione - spiega Maria Claudia Biscione, psicoterapeuta e sessuologa -, ha evidentemente la necessità di mantenere il rapporto a distanza sia per un bisogno emotivo che opportunistico". È il caso degli uomini (ma anche delle donne) che collezionano textlationship "come mero gioco di seduzione seriale - continua Maria Claudia Biscione - magari per dominare la preda con una modalità con cui nella vita privata non riescono". In ogni caso con la certezza che la trasgressione si apre e si chiude in una chat, senza intrufolarsi nel quotidiano. Talvolta, però, capita che "la persona abbia dei blocchi emotivi nel lasciarsi andare, sperimentare per davvero una relazione. Sono questi i casi in cui la fragilità e la paura dell'intimità trovano conforto in questo tipo di strumenti, perché danno l'alibi di una grande apertura e disinvoltura relazionale, supportando gli autoinganni emotivi".
Come sempre ogni storia è a sé, anche se solo fatta di parole. L'importante, come in tutte le relazioni, è non farsi troppe illusioni. Per lo meno, non prima di aver visto l'altro (o l'altra) in faccia.