Io resto così: la leonessa ferita che si rialza e si migliora
Debora Scalzo, 31 anni, ci racconta Io resto così, il romanzo che presto diventerà un film diretto da Marco Pollini. La storia di una donna che da vittima di stupro si rialza, scopre e impara l'amore e diventa una combattente.
Gemelli per lo zodiaco, una “leonessa” per scelta: è Debora Scalzo, 31enne astigiana di origini siciliane, trapiantata a Milano. Una che dormendo 4 o 5 ore a notte ha realizzato il sogno di quand’era bambina: Io resto così (edizione Kimerik), il romanzo - di più, “una prosa poetica, una canzone che inizia e non finisce” - che dopo aver conquistato l’Italia ed essere approdato in mezzo mondo - dalla Francia all’Australia passando per l’Olanda, la Gran Bretagna, il Messico, il Brasile, gli Stati Uniti e il Canada - presto diventerà un film diretto da Marco Pollini. Un libro “guerriero, coraggioso e indimenticabile” dove “c’è molta sofferenza ma anche molta speranza, dove c’è fede anche se Stella è incazzata con Dio: è molto cristiana ma anche molto realista, lotta per uscire dal dolore, per trasformarlo in una conquista”. Dedicato alle persone che più ama - il figlio Gabriele, il marito Massimo, la mamma Betty, la sorella Stefanie, la suocera Grace e il papà Salvatore - Io resto così è dedicato anche agli “eroi nascosti, i poliziotti”.
Perché?
“Perché di loro, che hanno una vocazione che parte da dentro, che si espongono tutti giorni a rischi e pericoli si parla poco. E quando qualcuno di loro muore in servizio - un trauma che io ho vissuto da molto vicino, più di una volta -, viene dimenticato dallo Stato. Il mio è un omaggio anche a loro, alle loro famiglie”.
Chi è Stella?
“Stella è la protagonista, una donna fragile, malinconica, sensibile. Una grande combattente: vittima di stupro durante l’adolescenza, non riesce ad appoggiarsi al contesto di aiuto che le si crea intorno. Gli psicologi e i poliziotti, anzitutto, le ricordano troppo da vicino l’abuso. Per un gioco del destino, però, in età adulta s’innamora proprio di un poliziotto, un uomo che le permette di scoprire la voglia di amore e la non paura ad andare avanti, che le dà il coraggio per riprendere in mano la propria vita e la sua grande passione, la musica, abbandonata dopo la violenza subita, proprio, dal suo maestro. Stella non si arrende mai e anche se cade si rialza, più forte di prima. Cambia prospettiva, ma non cambia mai se stessa”.
Un romanzo per donne?
“Assolutamente no! Molti dei miei lettori sono uomini e molti di loro, commossi, mi raccontano quanto abbiano amato Stella, una donna genuina, spontanea, piena di vita, capace di vivere la vita a 360 gradi, una vera donna alfa! Caratteristiche in cui, naturalmente, si identificano anche molte lettrici”.
Io resto così, ma miglioro: un inno alla resilienza?
“Ebbene sì, come insegna la resilienza non bisogna mai cambiare, bisogna migliorarsi passando attraverso le gioie e le sofferenze della vita, diventando gli psicologi di se stessi ma senza avere paura o pudore di chiedere aiuto se ce n’è bisogno, esercitandosi al dialogo e all’ascolto, a vedere oltre la superficie, a imparare dall’esperienza. Rimanere se stessi è importante non solo per migliorarsi ma per migliorare il mondo, per far sì che quello stesso dolore non si ripeta o, se capita, faccia meno male”.
È più faticoso raccontarsi o eclissarsi?
“Sono molto istintiva, non ho paura né di raccontarmi né di eclissarmi. Anche se il romanzo non è autobiografico c’è molto di me, delle mie emozioni: scrivere è sempre stato terapeutico e il libro è venuto fuori di getto, una notte dopo l’altra. Certo, sapere di essere letti è diverso e infatti, prima della pubblicazione, sono stata in terapia da una psicologa per trovare la forza necessaria ad espormi così tanto. Le paure si sono poi dissolte quando sono arrivati i confronti con i lettori: ho incontrato persone che mi hanno detto di essersi riviste nelle mie pagine, che si sono commosse, che mi hanno trasmesso emozioni fortissime”.
Oltre a Stella è l’amore l’altro protagonista: che faccia ha?
“Quella di quattro uomini: Lorenzo: l’abitudine; Vincenzo, l’amore troppo bello per essere vero e Fuoco Freddo, un uomo senza nome, la passione. Poi c’è Gabriele, il figlio di Stella, l’amore più forte, la speranza”.
Ora stai lavorando alla sceneggiatura: dalle parole alle immagini, come sta andando?
“In veste di sceneggiatrice e co-produttrice del film che sarà diretto da Marco Pollini sto seguendo passo passo la trasposizione: sto dando vita ai miei personaggi, un’operazione bellissima e dolorosa perché le emozioni circolano a 360 gradi e mi costringono a guardare in faccia i dettagli dolorosi che avevo affrontato solo con la scrittura. L’altro aspetto è la musica, l’altra mia grande passione: sarà composta da Marco Werba, uno dei più grandi e famosi compositori cinematografici. Come Pollini, è rimasto molto colpito dal mio libro e ancora prima di iniziare il progetto cinematografico mi aveva inviato le sue impressioni sul libro in forma di musica: lo considero un onore immenso ed è stata una delle molle che mi ha fatto capire che avevo fatto centro”.
Lo stupro nel romanzo e l’impegno nella vita di tutti i giorni, nel progetto etico CON IL SOLE SUL VISO, contro la violenza: come la fermiamo?
“Siamo in tanti a far parte del progetto, da Giusy Versace a Carla Fracci, e lottiamo contro la violenza in generale, non solo ai danni delle donne ma anche verso gli uomini e i bambini. Fermarla è una sfida istituzionale, legislativa ma anzitutto culturale. Nel libro ho scritto la canzone Non sono sbagliata e la mia ricetta, nel quotidiano, sta qui: nel non sentirsi sbagliati, nel non farsi abbattere, nel non giustificare, nel denunciare subito e chiedere aiuto subito dopo, dal momento che con le leggi attuali non si è tutelati al 100%”.
Giovane donna in carriera, mamma e moglie: consigli?
“Ascoltarsi e non sentirsi mai in colpa, tanto meno vergognarsi, quando si sceglie di fare ciò che si vuole: che sia la carriera o la famiglia, il ruolo di una donna deve essere intrapreso con gioia, senza mortificazioni. Ci pensano gli altri a lanciare giudizi, offese e cattiverie. Per incassarle e ignorarle è importante essere in pace con se stesse, sentirsi realizzate e fiere. Leonesse”.