Il principe Filippo morto? No, ma si ritira a vita privata
Il Principe Filippo, consorte della Regina Elisabetta da quasi 70 anni, si ritira dagli impegni pubblici. L'annuncio nella riunione a Buckingham Palace, dopo la gaffe de Sun che lo dava morto.
"Sua Maestà e il Principe stanno bene". Guardate com’è in forma il principe Filippo che il 3 maggio, a quasi 96 anni, ha inaugurato con tanto di sorrisi e strette di mano un impianto di cricket, cinguetta la Royal Family su Twitter nel tentativo di zittire i giornalisti allarmati dall’improvvisa convocazione di tutto lo staff di Buckingham Palace alle 8 del mattino. Insomma, non c'è "motivo di allarmarsi" ha fatto sapere un insider del Palazzo, il duca di Edimburgo, dato per morto dal Sun è vivo e vegeto. Semplicemente, “rinuncia a tutti gli impegni pubblici”.
Il che significa anche che il marito della Regina Elisabetta II, alias il re dei gaffeur, smetterà di regalare le chicche fuori luogo che lo hanno reso celebre. Perché Filippo Mountbatten, l’uomo che il 20 novembre 1947 per amore di Elisabetta futura Regina del Regno Unito ha rinunciato al titolo di principe di Grecia e di Danimarca ma soprattutto alla carriera in Marina - salvo poi dichiarare, nel 1992, “Avrei preferito rimanere in Marina, francamente” -, non ha mai nascosto quanto gli stessero stretti i panni di Principe consorte. Al punto da ritagliarsi spesso, grazie alla sua indole bizzarra, il ruolo di protagonista. Burbero e spudorato ma soprattutto allergico al protocollo, è l’esatto opposto della compostezza della Regina. Forse proprio per questo lei lo ha scelto come futuro marito quand’era poco più che una bambina. Di certo anche Sua Maestà dev’essere rimasta di sasso quando lui le urlò dietro: “Sono l’unico uomo di questo Paese a cui non è consentito dare il proprio cognome ai figli. Non sono altro che una maledetta ameba”.
Sia come sia, le sue uscite sono memorabili, a volte spassose, spesso inopportune. Per la serie: “È una mia consuetudine invariabile quella di dire qualcosa di carino all’inizio per essere poi scusato se dovessi dire qualcosa di inappropriato più avanti” dichiarò pubblicamente nel 1956. D’altra parte, esordì nel 1961 rivolgendosi a un gruppo di industriali inglesi, “Notoriamente non sono mai stato reticente nell’esprimere la mia opinione su argomenti di cui non so assolutamente nulla”.
Irriverente e spesso irritato con i media - “Voi avete le zanzare, io ho la stampa” confidò nel 1966 a un dipendente di un’ospedale caraibico che faceva i conti con la malaria - e abile nel metterli a tacere - “Che domanda dannatamente stupida!” rispose nel 2006 a Caroline Wyatt, giornalista della Bbc che aveva domandato alla Regina se le fosse piaciuta Parigi mentre all’allora direttore del quotidiano The Indipendent, ufficialmente invitato a un party a Corte, disse “Beh, non doveva venire per forza” - Filippo ha più volte creato il gelo ignorando la Ragion di Stato.
“Lei riesce a trovare le differenze fra quei tre?”, ha domandato a Barak Obama che gli aveva raccontato di un pranzo con i presidenti di Russia, Cina e Gran Bretagna. Andando indietro nel tempo, nel 1981, a proposito della recessione in Gran Bretagna commentò: “Alcuni anni fa, tutti dicevano che avremmo dovuto prendercela con più calma, che stavamo lavorando troppo. Adesso che tutti se la stanno prendendo comoda, ci si lamenta perché non c’è lavoro. La gente non sa mai quello che vuole”. A Lady Diana, invece, scrisse in una lettera: “Non so quale uomo sano di mente possa lasciarti per Camilla”. In Scozia, nel 1995, domandò a un istruttore di guida: “Come riesce a tenere i nativi lontani dall’alcol per il tempo necessario perché passino il test di guida?”; mentre a Cardiff, nel 2000, durante un’esibizione di suonatori caraibici per un gruppo di studenti non udenti, questionò “Sordi? Se state vicino a questi, ci credo che siete sordi”. Niente in confronto al 2002, durante una visita a una casa di riposo, quando chiese a una signora sulla sedia a rotelle se mai nessuno si fosse inciampato su di lei. Oppure, nel 1995, quando in occasione dell’anniversario della vittoria sul Giappone, a proposito delle terapie per i veterani disse in tv: “Fa parte delle cose della guerra. Non avevamo terapeuti che ci giravano intorno ogni volta che qualcuno sparava con una pistola per chiedere: Stai bene? Sei sicuro di non aver un problema terribile?. Semplicemente te ne fai una ragione e vai avanti!”.
E ancora: nel 2000, a Berlino, all’inaugurazione della nuova ambasciata inglese costata 23 milioni di euro, commentò a voce alta: “Che spreco di spazio” mentre a Londra, nel 2002, all’apertura del City Hall dichiarò: “Il problema di Londra sono i turisti. Sono loro che causano gli ingorghi. Se fermassimo il turismo elimineremmo gli ingorghi”. In Canada, invece, gli sfuggì che “Non siamo venuti qui per stare meglio. Abbiamo altri modi per divertirci” mentre in Italia, a una cena ufficiale, rifiutando un vino pregiato offerto dall’allora primo ministro Giuliano Amato disse: “Datemi una birra. Non mi interessa di che genere, datemi solamente una birra”. D’altronde a una cena di gala del 2004 si era lasciato sfuggire: “Chissenefrega dei posti assegnati, datemi la mia cena!”.
Insomma, non stupisce che una delle sue parole preferite sia l’aggettivo ghastly, ovvero terrificante: è ghastly Tom Jones - “Ha fatto milioni ed è un cantante dannatamente terribile” - è ghastly Pechino - “Se ha quattro gambe, ma non è una sedia, se ha due ali, ma non è un aereo e se nuota, ma non è un sottomarino, allora i Cantonesi lo mangeranno” - ed è ghastly la economy class degli aerei. I giovani, invece, “sono quelli che sono sempre stati: sono ignoranti”.
L’elenco delle battute è sterminato, così come la pazienza della Regina che, di fronte alle sue uscite, al massimo ha alzato il sopracciglio: “La tolleranza è un ingrediente essenziale… e vi posso assicurare che la Regina ne ha in abbondanza”, ha risposto a chi, nel 1997, voleva qualche consiglio per un lungo matrimonio. Ecco perché dopo quasi 70 anni di exploit, il suo silenzio a Palazzo sarà più rumoroso di qualsiasi battuta.
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