I migliori vini italiani: i consigli del sommelier

Gabriele Oderda, giovane sommelier cresciuto nelle Langhe piemontesi che oggi porta i miglior vini italiani in giro per il mondo, ci guida alla scoperta dell'eccellenze nostrane.
 

I migliori vini italiani: Gabriele Oderda, giovane sommelier cresciuto nelle Langhe, ci consiglia le bottiglie delle quali non fare a meno. © Bruno Murialdo

Gabriele Oderda, 33 anni, del vino ha una passione che si è trasformata in un mestiere. Dieci anni fa ha preso il diploma da sommelier ma l’amore è ben più antico “perché - racconta - sono cresciuto in una tipica osteria della Langa piemontese dove ho sempre corso dietro alla mamma e alla nonna, le due anime del locale, e sono stato allevato a suon di battuta al coltello, vitello tonnato e bicchieri da lavare”. Da adulto ha iniziato la sua avventura nel mondo del vino “istituzionale” in un’azienda blasonata delle Langhe. “Lì ho imparato praticamente tutto quello che so oggi” e gettato le basi per quella che ad ora è la sua professione di “brand manager di vini di alta gamma, una sfida che mi porta a viaggiare per il mondo presentando un progetto che, sotto molti aspetti, è rivoluzionario, 'di-vino' direi!”.


I migliori vini italiani: partiamo dalla classifica di Wine Spectator, la Bibbia in materia.

"Da italiani, ovviamente, orgogliosi lo eravamo già ma un risultato come questo non passa inosservato e ci rende consapevoli del fatto che il vino italiano, ormai, se la gioca sui livelli più alti del mondo e, anche con i pesi massimi a livello mondiale, fa sempre la sua figura. Mancando il podio per un nulla, in particolare, il Barbaresco Asili dei Produttori del Barbaresco ha portato davvero una ventata di novità mostrando che, quando il prodotto vale, anche una cooperativa può fronteggiare (e superare) i produttori più blasonati. Ovviamente, poi, fa piacere che anche gli altri grandi nomi dei produttori italiani mantengano sempre salde le loro posizioni (alte) nella classifica internazionale. Dal Tignanello di Antinori al Barolo Bricco delle Viole della cantina Mario Marengo passando per il Chianti Classico Berardenga di Felsina e il Brunello di Montalcino di Renieri sono tutti nei primi cento migliori vini al mondo".


I grandi vini al di là delle annate: i più amati dai sommelier?

"In Italia abbiamo la fortuna di poter contare su dei veri fuoriclasse, nessuno si potrà trovare in disaccordo, ad esempio, sulla grandezza di un Sassicaia, di un Barolo Monfortino o di un Brunello Biondi-Santi tutti vini che, ad ogni nuova uscita, non deludono mai. A proposito di grandi vini bianchi, invece, abbiamo la storica azienda di Edoardo Valentini con il suo Trebbiano d'Abruzzo, poi il Vintage Tunina di Jermann, e se vogliamo aggiungere una bolla, il Ferrari Giulio Ferrari Riserva del Fondatore".


Vini e Regioni: quali sono le terre più pregiate e che caratteristiche hanno i vini che producono?

"L’Italia è un paese fantastico dove la viticoltura ha una storia antica quanto quella dei Romani. Studiando il mondo del vino si capisce come la bellezza paesaggistica e la cultura per la coltivazione della vite vadano sempre di pari passo, incontrandosi spesso. Oggi i maggiori punti di riferimento sono le colline delle Langhe, in Piemonte, dalle quali arrivano grandi rossi come il Barolo e Barbaresco, che sono accomunati dall’eleganza, dalla struttura e dal loro essere adatti a un lungo invecchiamento. Simili le caratteristiche del Brunello di Montalcino che, da parte sua, viene dalle colline dell’altrettanto pregiata Toscana. L’Amarone della Valpolicella, in Veneto è, anche lui, un vino longevo e potente mentre, a proposito di Alto Adige, vanno menzionati il Pinot Bianco e il Sauvignon. Il Friuli, invece, con i caratteristici vitigni autoctoni Friulano e Ribolla Gialla regala vini dall'identità inconfondibile. Cambiando totalmente latitudine consiglio a tutti di andare alla scoperta anche dei grandi rossi dell’Etna, zona della Sicilia che farà certamente parlare di sé negli anni a venire con l'ottimo rosso prodotto dall'assemblaggio dei vitigni Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio. Inoltre, la Sicilia tiene alta la bandiera di grande regione vinicola anche per i popolari bianchi dell'entroterra come l'Insolia e il Grillo, due varietà che beneficiano del microclima isolano e regalano bouquet floreali e ottima bevibilità".


Rossi, bianchi, rosè e bollicine: i vini migliori da avere in casa?

"Tra i vini rossi non può mancare un Nebbiolo d'Alba, tra i bianchi un Sauvignon Blanc dell’Alto Adige, per quanto concerne i rosé assolutamente un Bardolino Chiaretto mentre, per le bollicine, consiglierei un Brut Metodo Classico".


Ci proponi un abbinamento cibo-vino per ognuno?

"Con il Nebbiolo d'Alba certamente una buona tagliata di vitello, con il Sauvignon Blanc dell’Alto Adige un aperitivo a base di formaggi freschi e affettati leggeri (tipo speck o prosciutto crudo di Parma), con il Bardolino Chiaretto - che si distingue per le sue note leggermente agrumate - un piatto di pesce o un piatto della cucina estiva mediterranea (come un’insalata caprese o magari prosciutto e melone) mentre per abbinamenti con il Brut Metodo Classico vale praticamente tutto, ma il più sublime è senz’altro con i crostacei".


Cena fuori: quali sono i vini migliori per non sbagliare e fare bella figura?

"Il campo è scivoloso perché ogni appuntamento è unico e quindi bisogna essere bravi a scegliere il vino più adatto a seconda della compagnia (e della situazione)! Diciamo che, in generale, per un appuntamento “frizzante” come alternativa alle classiche, e importanti, bollicine francesi e all’ormai molto gettonato e diffuso Prosecco, in Italia abbiamo addirittura tre prodotti di eccellenza (tutti Metodo Classico) e ormai affermati: le bollicine trentine, il Franciacorta e l’Alta Langa. L’occasione è più da vino rosso? Il consiglio è un buon Pelaverga, un vino che già nell’800 era amatissimo per il suo bouquet floreale e speziato (e anche per le sue supposte proprietà afrodiasiache!). Ultima opzione, un bianco fermo: da piemontese non posso che pensare alla Nascetta di Novello, uno dei pochi bianchi autoctoni di Langa con il vantaggio assoluto di essere molto rara e di grande prestigio e quindi di regalare a chi la ordina l’appeal dell’esperto".


I vini italiani all'estero: facciamo il punto

"Oggi i vini italiani all’estero sono il punto di riferimento per la qualità artigianale e hanno - possiamo dire - conquistato il mondo perché sono riusciti a proporre un ottimo rapporto tra prezzo e qualità, un vantaggio, questo, che è apprezzatissimo soprattutto dal consumatore straniero che sfrutta la possibilità di bere bene senza indebitarsi. Insomma dopo che la Francia è sempre stata la regina incontrastata rappresentando l’eccellenza assoluta, adesso - da alcune decine di anni, a dire il vero - i vini italiani, ormai molto noti e apprezzati riescono a conquistare anche una fascia di prezzo alto. Un esempio in questo senso? Le nostre denominazioni “top” Barolo e Brunello".

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