Corona-Moric: l'ex agente accusa Luigi Maria Favoloso

Fabrizio Corona accusa Luigi Maria Favoloso, il fidanzato della sua ex moglie Nina Moric, di aver messo la bomba carta sotto casa. "Lo ha fatto per togliermi la custodia del figlio". Lei lo difende da Facebook, lui nega.

Luigi Maria Favoloso ha fatto sapere che le accuse di Fabrizio Corona "sarebbero una calunnia". Nina Moric intanto lo difende su Facebook.

Fabrizio Corona punta il dito su “Luigi Mario Favoloso, un nome che è tutto un programma, il fidanzato della mia ex moglie Nina Moric”: per il re dei paparazzi fu lui, un “pazzo e psicopatico”, a mettere la bomba carta sotto la sua casa milanese che esplose nella notte tra il 15 e il 16 agosto 2016 e scatenò l’inchiesta che portò alla luce il tesoretto milionario stipato nel controsoffitto dell’abitazione della sua collaboratrice, Francesca Persi (una parte fu trovata in Austria) e riportò Corona dietro le sbarre di  San Vittore con l’accusa d’intestazione fittizia di beni. Il motivo? “ottenere la custodia del minore (Carlos, il figlio ora 14enne Carlos, ndr) e toglierla a me - spiega il diretto interessato -, perché così si sarebbe dimostrato che vivevo in una situazione di pericolo e mio figlio non poteva stare con me”. Il diretto interessato smentisce dagli studi di Pomeriggio 5 - “Abbiamo sentito Luigi Mario Favoloso - ha raccontato Barbara D'Urso -. Ci ha fatto sapere che lui è sereno e ciò che dice Corona sarebbe una calunnia” - mentre Nina Moric lo difende da Facebook: "Le uniche bombe che Favoloso ha maneggiato sono le mie!".

Tuttavia, l'ex agente è stato un fiume in piena e le smentite non bastano a far calare il sipario sulle dichiarazioni arrivate dopo un lungo silenzio. “Non me l’hanno mai chiesto il nome del sospettato”, si è giustificato Corona che si è tolto qualche sassolino dalle scarpe senza risparmiare nessuno: “si poteva scoprirlo anche il movente - ha insinuato -, bastava fare le indagini”.

Tra una stoccata e l’altra, il giudice Guido Salvini ha incassato le dichiarazioni di Corona che è stato invitato a fornire alcune precisazioni dopo la scorsa udienza. Occasione che l'ex agente ha colto per legare i suoi sospetti su Favoloso a una “informativa riservata che era arrivata, guarda caso, ai giudici dei minori”. Non solo: sempre secondo la versione fornita da Corona, “prima della bomba carta (Favoloso, ndr) aveva fatto anche delle telefonate minacciose” alla collaboratrice e ora imputata Francesca Persi e “dopo la bomba ha detto a mia madre che la prossima che avrebbe avuto un attentato sarebbe stata lei”.


Corona e Belén come Bonnie e Clyde: "una metafora"

Insomma, parole che pesano come macigni. Tipo quelli lanciati contro i giornalisti, scatenati per la "coppia alla Bonnie e Clyde" descritta nella scorsa udienza: “interessano solo le cavolate e non conoscono nulla”, afferma l’ex fotografo dei vip, il presidente del collegio non gradisce e precisa che “i cronisti giudiziari meritano rispetto per il loro lavoro”. Corona modera i toni e spiega: "Il paragone era una metafora, non rubavo i soldi assieme a Belen: io facevo il nero, non Belen. L'abbiamo chiamata a testimoniare per rispondere alla domanda 'Corona guadagnava tanti soldi in nero?' E lei dirà 'sì'". Insomma, Belén Rodriguez è pulita e, a margine dell’inchiesta, Ivano Chiesa, il legale dell’ex agente, sottolinea: “Belen Rodriguez sarà sentita come testimone perché ci dica cosa ha vissuto accanto a Corona, non certo perché ci racconti i fatti suoi” dal momento che “non è indagata e noi non siamo la guardia di finanza”.

Messi i puntini sulle i, l’imputato ha iniziato a parlare di sé in terza persona - “Fabrizio Corona è un personaggio unico” -, a decantare le sue doti - “Se io ho un contratto per un’ora per una serata, arrivo mezz’ora dopo e sto dieci minuti, fumo una sigaretta e me ne vado e tanto mi richiamano lo stesso perché alla gente piace così” - e a piangere sul latte versato: “Se io non fossi sceso di casa quel maledetto 16 agosto non avrei perso sette mesi di vita, avrei dichiarato gli 800mila euro (i soldi in Austria, ndr) e avrei usato gli 1,8 milioni del controsoffitto per risolvere altri problemi della Fenice”, una delle sue società. Forse sì, forse no, forse la giustizia l’avrebbe fermato per un altro motivo.

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