Casa di Fabrizio Corona: sequestrata l'abitazione di via de Cristoforis
Fabrizio Corona è stato arrestato e riportato a San Vittore. In manette anche Francesca Persi, la sua ex collaboratrice: a casa sua era stato stipato 1 milione e 760 mila euro di guadagni in nero.
Mentre Fabrizio Corona è (di nuovo) in carcere a San Vittore dall'inizio di ottobre per quel tesoretto stipato (in nero) nel controsoffitto dell'abitazione della sua assistente, la Guardia di Finanza ha sequestrato il suo appartamento in centro a Milano, in via De Cristoforis, da due milioni e mezzo di euro circa. Secondo le indagini coordinate da Alessandra Dolci, pm della Direzione distrettuale Antimafia, sarebbe stato intestato a un prestanome - Marco Bonato (suo storico collaboratore) - "solo fittiziamente" e acquistata “con risorse finanziarie prevalentemente provento di azioni commesse in danno della società fallita”, la stessa per cui era stato condannato per bancarotta.
Fabrizio Corona: il sequestro della casa
Si tratta dell'ennesima misura adottata per prevenire il peggioramento della condizione dell'ex fotografo dei paparazzi (dopo il sequestro patrimoniale e la restrizione della libertà personale) accusato di "intestazione fittizia di beni". A inchiodarlo, questa volta, è stato il peso di quel bottino di oltre 1,7 milioni in contanti incassati da Corona (ex redento dal carcere, da cui era uscito nel giugno 2015) nel 2015, tra “un’ospitata” in discoteca e un’altra nei locali notturni, mentre di giorno era in affidamento in prova ai servizi sociali.
Il tesoretto nel controsoffitto
"Somme riconducibili alla attività svolta dalla società Atena srl per essa, dal signor Fabrizio Corona” spiegava l’avvocato Ivano Chiesa all’indomani della notizia del sequestro. Soldi di Corona, hanno invece scritto nero su bianco i pm Ilda Boccassini e Alessandra Dolci, accusandolo di intestazione fittizia di beni perché anche se il milione e 760 mila euro è stato trovato a casa di Francesca Persi (la sua ex collaboratrice, titolare di Atena, arrestata insieme a Corona per concorso) Fabrizio Corona ne era il titolare.
In un disperato tentativo di fare chiarezza, l'avvocato spiegava che quei soldi servivano per pagare le tasse: "essendo maturate negli ultimi due mesi del 2015 e nel corso del 2016 è ancora possibile sottoporre le stesse a tassazione in quanto i relativi termini di versamento delle imposte sono ancora aperti". Insomma, "tutti noi nascondiamo soldi in un controsoffitto di un prestanome quando siamo seriamente intenzionati a dichiararli al fisco", per dirla con le parole di Selvaggia Lucarelli che più di un mese fa denunciava in lungo articolo su Il Fatto Quotidiano "possibili compensi in nero per centinaia di serate in giro per l'Italia e il fatto che tutti questi contanti potessero essere banalmente in qualche anfratto di casa sua o della sua prestanome". Se ai tempi, quel pezzo costò una querela al giornale e alla giornalista, oggi, quei fatti costano la libertà al diretto interessato, l’ex re dei paparazzi che, a quanto pare, non riesce a fare pace con la legge.
Fabrizio Corona: un uomo malato
Chi lo conosce bene, in realtà, non è stupito. Non lo è Geraldine Darù, la sua ex collaboratrice accusata di essere la talpa e non lo è nemmeno sua madre Maria Gabriella Privitera che, al termine dell’udienza al tribunale del Riesame, si è detta consapevole "degli errori molto importanti" commessi dal figlio che "si è distrutto la vita, ha distrutto anche in parte la mia vita" ma, come la Darù si augura "che possa cambiare un po’ la testa" perché "mio figlio non è un criminale. I criminali sono altri" e "mio figlio ha problemi psicologici, li ha molto gravi da tempo, lo dico. Ha bisogno di essere seguito e curato e mi auguro che questo aspetto possa migliorare". Insomma, "Fabrizio ha la testa un po’ matta. Ma quando fa le cose, non se ne rende bene conto, non è uno che a tavolino commette errori o reati, è purtroppo che la testa ce l’ha un po’ così. Io lo giustificherò sempre, perché sono sua madre"
Chi non lo giustifica è Don Mazzi che in un'intervista si è detto "più che pentito per averlo accolto, mi sono arrabbiato: mi pare di essere stato imbrogliato. Forse peccando di superbia ero convinto che non avesse voglia di fregarmi e invece, forse, c'è stato un periodo in cui si è convinto di non fregarmi, ma dopo è venuto fuori ancora il Corona".
Fabrizio Corona, recidivo
Insomma, altro che "Ora si riparte, #SIPUEDE", come scriveva nella sua autobiografia Mea Culpa. Se questa volta è imperdonabile, non è certo la prima: lo scorso luglio, incurante del tribunale di sorveglianza, si era concesso un weekend di fuoco con la fidanzata Silvia Provvedi a Capri. Uno sgarro che gli era costato il divieto di uscire dalla Lombardia. Così come non è la prima volta che l’ex agente fotografico si affida a Francesca Parisi: fino a qualche settimana fa nascondeva un tesoretto da quasi due milioni in casa, ma nel 2013 gli prestava la Fiat 500 grigia per scappare in Portogallo in un’inutile fuga da 2300 chilometri dalla giustizia.
Insomma, il lupo perde il pelo ma non il vizio e come ha dimostrato la Iena Filippo Roma in un servizio andato in onda domenica 9 ottobre, nemmeno in maniera occulta: “Per una serata in discoteca sono 7000 euro, di cui 50% all’accettazione del contratto e il restante 50% quando veniamo - rispondeva lo staff di Corona alla Iena nei panni di un gestore di locale interessato a un’ospitata -. La prima parte la paga con bonifico e quando vengo mi dà il restante, strappiamo il contratto e dico all’impiegata di farne uno come se fosse da 3500 euro da pagare con bonifico. Io scendo dalla macchina, vengo a riscuotere e finché non vengo a riscuotere, Fabrizio non scende. Questa è la prassi”. Almeno fino all’estate 2015, quando qualcuno ha fatto esplodere un grosso petardo davanti alla casa dell’ex fotografo dei vip e, forse senza saperlo, ha innescato una bomba orologeria.
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