Papa Francesco e aborto: assolvere le donne e i medici

Chiudendo il Giubileo, Papa Francesco estende la misericordia per donne e medici che subiscono e praticano l'aborto e si mostrano pentiti. Per loro non più la scomunica ma la "riconciliazione".  

Papa Francesco ha affrontato diverse volte il tema dell'aborto: il peccato non è declassato ma non causa più la scomunica.

 

Discriminati da un sistema che, come ha denunciato il Consiglio d’Europa di Strasburgo, viola il diritto previsto dalla Legge 194, i medici e le donne che hanno praticato o subito un aborto e si pentono vengono abbracciati dalla Chiesa. La rivoluzione arriva da Papa Francesco che, chiudendo il Giubileo, nella lettera apostolica Misericordia et misera, rende definitivo il perdono. Tradotto: confessata, l’interruzione volontaria di gravidanza non fa più scattare la scomunica.    

La svolta, che ha già scatenato tanto giubilo quante discussioni, arriva nel giorno in cui il patriarca Kirill paragona i matrimoni gay alle leggi naziste ed è introdotta dalle parole che sant’Agostino spende per la donna adultera costretta alla lapidazione e salvata da Gesù. “Non c’è la legge e la giustizia legale - ricorda Papa Francesco -, ma l’amore di Dio, che sa leggere nel cuore di ogni persona”. Perciò, sebbene sottolinei "con tutte le mie forze" che l'aborto "è un peccato grave perché pone fine a una vita innocente” e che l’intenzione non è “declassare” il peccato ma facilitare il pentimento e il perdono, il Papa lancia un appello ai sacerdoti affinché diventino "guida, sostegno e conforto nell'accompagnare i penitenti" in un percorso "di speciale riconciliazione”.

Tanto più, ribadisce Francesco, che “niente di quanto un peccatore pentito pone dinanzi alla misericordia di Dio può rimanere senza l'abbraccio del suo perdono" ed “è per questo motivo che nessuno di noi può porre condizioni" all’abbraccio divino.

D’altra parte, a dispetto dei rigoristi, i primi a criticare l’apertura di papa Francesco, l'afflato per la questione non è nuovo. “Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana” scriveva nell’Evangelii gaudium, l’esortazione apostolica del 2013, e “L’aborto non è un ‘male minore’… È un male assoluto”, rispondeva ai giornalisti, nel febbraio 2016, ritornando dal viaggio in Messico. Insomma, resta “un crimine orrendo”, come ha ribadito alcuni giorni fa a Tv2000 che, però, ha scritto nero su bianco per i secoli a venire, va perdonato, laddove ci sia pentimento.

 

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